… All’interno dell’attacco frontale (e strategico) alla scuola e all’università si colloca la delegittimazione del lavoro intellettuale; e si colloca la brutale aggressione all’editoria scolastica. Ecco: meno scuola, meno lavoro, meno studio; e dunque meno libri. Ora, senza dubbio alcune case editrici hanno gestito poco responsabilmente il proprio ruolo, in modi che potrebbero essere pacatamente denunciati e contenuti con accordi e interventi legislativi. Ma questo attacco ai libri di testo è nel suo insieme del tutto ingiustificato, ed esprime un’alleanza fra il senso comune più volgare e la strategia della destra. Il fatto che non una voce si sia levata per rivendicare la funzione di civiltà dell’editoria scolastica, e che anzi anche la stampa di opposizione abbia preferito lasciarsi trascinare nella stessa crociata ci aiuta a capire – sulla scorta di un dettaglio non del tutto secondario – perché la sinistra resti per ora destinata a una sconfitta così disastrosa.
Perché il governo Berlusconi attacca i libri di testo? Nessuno pare esserselo chiesto; ma la domanda, prima di dargli man forte, sarebbe stata opportuna. Le ragioni sono quattro. Uno: perché l’avversione alla cultura e alla scuola che domina oggi in Italia gli permette di raccattare demagogicamente qualche facile consenso. Due: perché è proprietario di una decina di importanti case editrici scolastiche e ha significativi interessi in gioco; mettendo alle corde i concorrenti (e soprattutto gli invisi editori scolastici puri) può fare altri passi verso il sognato monopolio (o duopolio al massimo). Tre: perché l’editoria scolastica è prevalentemente di sinistra. Ministro Storace, alcuni anni fa, si pensava a censure e visti governativi per i manuali di storia (ma qualcuno se ne ricorda?); ora si è trovata una strada più efficace e più radicale. Quattro: per distruggere un secolare modello di formazione, affidato al libro e alla cultura critica, e sostituirlo con una girandola di Internet, Tv e becchime di altro genere; così da creare meglio il gorilla ammaestrato che produce e consuma e non sa e non pensa.
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