sabato 6 dicembre 2008
Uno spot per la ricerca
P.S. posso testimoniare che alcuni commenti, ora che la moderazione è stata tolta, vengono cancellati in seguito ... io ne avevo lasciati due, spariti!
Viva la scuola
Da Bologna il punto della situazione
l'Assemblea Scuole Bologna
FACCIAMO IL PUNTO (N. 1 – dicembre 2008)
L’Assemblea genitori ed insegnanti delle scuole di Bologna e provincia ha predisposto questo documento, per cercare di riflettere ed informare su quanto la nostra lotta abbia fino ad ora ottenuto, su come pensiamo debba proseguire, di quali strumenti si possa dotare.
Ecco i dati definitivi dello sciopero
Hanno scioperato i due terzi dei lavoratori. Il Ministero, su nostra richiesta, ci comunica i dati definitivi ma non li pubblica sul suo sito.
In un Paese normale un ministro non direbbe che il mondo della scuola è con lei se contro i suoi provvedimenti scioperano quasi 670.000 lavoratori della scuola.
In un paese normale il ministero avrebbe comunicato i dati definitivi dello sciopero, anziché fermarsi ai dati provvisori che riguardavano meno della metà del personale.
In un Paese normale, quando scioperano i 2/3 dei docenti un ministro potrebbe anche dimettersi.
Sul sito del Ministero, nell'ultimo mese, c'è un resoconto dettagliato e ossequioso degli incontri della Ministra Gelmini con docenti, associazioni e studenti. Ricorrono con insistenza due parole che suonano beffarde, "confronto" e "incontro", purtroppo non troviamo quelle che contano, che testimoniano il dissenso del mondo della scuola sul merito e sul metodo dei provvedimenti adottati: "adesione" e "sciopero".
Eppure, il 30 ottobre, si è trattato di un evento, di una giornata storica, la pacifica invasione della capitale con il corollario delle tante manifestazioni che hanno percorso l'Italia. Tutto questo, unito alla più alta adesione ad uno sciopero della scuola che il Paese ricordi, avrebbero dovuto consigliare al Ministro ed al governo tutto un ripensamento.
Il web per il movimento come i tazebao per il maggio francese
La protesta corre sulla rete?
I media che troviamo sul web non sono altro che i media che sono entrati nella pratica quotidiana della nostra generazione, quindi usare Facebook non è diverso che usare il telefono: il tempo del feticismo della rete è passato. Non penso che l'uso di Internet cambi le dinamiche della protesta. Ovviamente è utile per mobilitare e diffondere informazioni in modo più efficiente del classico volantinaggio, ma non causa cambiamenti radicali.
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Costituzione dimenticata
Giulio Tremonti era noto fino ad oggi come il più rigoroso, persino spietato ministro dell'Economia, tanto da essere soprannominato "signor no". Qualcuno, non solo dell'opposizione ma anche della maggioranza, gli chiedeva di allargare i cordoni della borsa a vantaggio dei pensionati, o dei licenziati, o dei precari? No, non si possono purtroppo sforare le cifre del bilancio, rispondeva il nostro ministro. La riposta fino a ieri era sempre la stessa: no. "Tagliare, tagliare le spese" era il suo mantra. Crolla il soffitto di una scuola a Rivoli e si scopre che molte altre scuole sono a rischio?
Occorrono fondi per mettere le nostre scuole a norma? No, la risposta è sempre no. Il bilancio dello Stato non lo consente.
[...] Naturalmente nessuno contesta il diritto "inalienabile" delle famiglie di educare i figli secondo le proprie convinzioni etiche e religiose. E non ci risulta che nella nostra scuola pubblica si faccia professione di ateismo. E l'insegnamento della religione non è affidato a docenti scelti dai rispettivi Vescovi? Cosa si vuole dunque di più?
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La crisi non è uguale per tutti e nemmeno i tagli alla scuola.
È questo l'inequivocabile messaggio che oggi viene ribadito con forza e sfacciataggine dal governo con la decisione di ripristinare i fondi per la sola scuola privata.
E' stato infatti sufficiente che il responsabile per la scuola della Cei, il massimo organismo dei vescovi italiani, cioè monsignor Stenco, minacciasse la mobilitazione degli istituti cattolici per ottenere, quasi in tempo reale, un emendamento governativo alla Finanziaria che ripristina i fondi alle private. Niente tagli dunque alla formazione privata.
E quella pubblica? Ebbene, tutto come prima: confermati gli 8 miliardi di tagli. Mesi di cortei, scioperi, lezioni all'aperto, occupazioni da parte di centinaia di migliaia di studenti, insegnanti e genitori della scuola pubblica non sono stati sufficienti per far cambiare idea all'esecutivo di centrodestra.
Due pesi e due misure. Non è che ci stupiamo, anche se fa un po' specie quando te lo sbattono in faccia come se fosse la cosa più normale del mondo.
bozza dei regolamenti di attuazione della legge 169
N.B: le classi a tempo pieno saranno attivate “nel limite dell’organico assegnato. A livello nazionale rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’anno scolastico 2008/2009. Ulteriori incrementi di posti per le stesse finalità possono essere attivati, in sede di definizione degli organici, sulla base di economie realizzate ad altro titolo”. Il che significa che per l’a.s. 2009/10 il numero di classi a tempo pieno rimane l’attuale; per i successivi i risparmi eventualmente realizzati saranno utilizzati per incrementarlo. Inoltre la bozza specifica che “Per la determinazione dell’organico di dette classi è confermata l’assegnazione di due docenti per classe. Ai fini di una maggiore diffusione del tempo pieno si procede alla riduzione delle compresenze e all’impiego delle disponibilità orarie così realizzate”. Il che significa che l’attuale divisione dell’orario cattedra nelle classi a tempo pieno viene mantenuta (e anzi consacrata, dato che fino a ora i due docenti per classi erano una consuetudine, non sancita da alcuna norma); solo vengono eliminate le due ore settimanali - due - in cui entrambi i docenti erano in classe insieme.
La Gelmini su YouTube accusata di censura
Alle 18 di giovedì i video sono ormai diventati sette. Per discutere liberamente, scrivono, “senza parolacce e insulti”, come avvertono gli youtuber. Ma non tutti “resistono”: “michelozzo 09”, che ha coperto con un bavaglio nero il volto della ministra, per scriverci sopra “rispettate le regole di internet, niente censura nei commenti”, resta in rete una mezz’ora appena. Ben presto non si può più aprire il sito, e nel banner appare la scritta: “questo video è stato rimosso dall’utente”. Qualcuno gli ha gentilmente chiesto di farlo? Probabilmente sì, perché Michelozzo svelto ne riapre un altro… Che ha fatto di male? Certo non sarà quel cespuglio di capelli alla Carapezza che ha aggiunto a Maria Stella a far gridare allo scandalo…
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venerdì 5 dicembre 2008
la Chiesa attacca Il governo annulla subito i tagli
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Cavallo di Troia
Con questo canale su YouTube la Ministra, e chi la manovra, cerca di penetrare appunto in "basso" nel luogo della protesta più viva, manipolando l'informazione (la moderazione ai commenti dimostra proprio questo) laddove non è possibile però passare inosservato: la rete.
Un "cavallo di Troia" tardivo e un po' scontato che dimostra l'assenza assoluta di pudore di una classe politica potenzialmente pericolosa.
Donatella
Viva la scuola
giovedì 4 dicembre 2008
Dovremmo essere grati alla Gelmini
Dobbiamo essere grati alla Gelmini che, con i suoi tagli alla scuola pubblica, ha reso evidente “di che lacrime grondi e di che sangue” la finanziaria di Tremonti. Del resto, l’abbattimento di quello che la Moratti bollava come “il monopolio statale” è stato sempre il vero obiettivo del blocco sociale che ci governa. I colpi di machete con cui viene ridotto drasticamente l’orario e vengono tagliati 130 mila posti e quasi 8 miliardi di euro in tre anni, non sono misure accidentali e contingenti, dettate dalla necessità di far cassa o dalla tristezza dei tempi. Si tratta propriamente di interventi ben mirati, che fanno parte integrante di un disegno politico istituzionale complessivo, alla cui base c’è la condanna - “senza se e senza ma” - della scuola pubblica, in quanto fornitrice di uguali opportunità per tutti i cittadini.
[…] Sto dicendo cose note, che la protesta di studenti, insegnanti, genitori ha reso chiare a tutti. Invece non mi pare che si stia facendo sufficiente chiarezza sulla macchina mediatica che accompagna l’azione del governo con effetti che alla lunga possono essere più devastanti e profondi degli stessi “tagli” di Tremonti e Gelmini.
Perché non riguarda le singole misure adottate. Nel gran parlare di scuola, in TV o sui grandi organi di stampa, non sentirete mai un’analisi delle ragioni pedagogiche che consigliano il grembiule o il voto numerico.
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Compresenza: battaglia arretrata o conquista da mantenere (per migliorare)?
Leggendo l’intervento di Reginaldo Palermo non riesco a comprendere per quali motivi la richiesta di salvaguardare le ore di compresenza si possa definire una “battaglia arretrata” che “sottende ad una visione angusta e semplicistica”… tanto più scorrendo le ragioni espresse nell’articolo.
In particolare, concordo sul fatto che la questione della compresenza sia più complessa di una “semplice questione aritmetica”, ma proprio per questo ritengo importante mantenere e “difendere” le compresenze.
Viene giustamente ricordato che in alcune classi, in cui l’insegnamento della lingua inglese è affidato agli specialisti, la compresenza dei docenti può superare le 4 ore.
In questi casi, come descritto, tali “ore in più” sono utilizzate per attività di sostegno ad alunni stranieri o con diagnosi di difficoltà specifiche di apprendimento. Perché rinunciare a questa opportunità? È difficile considerarle solo in termini di costi…
Naturalmente tali attività devono essere “produttive” e progettate con serietà, non improvvisate o distribuite con “leggerezza”. Sono (dovrebbero essere …) ore di insegnamento a tutti gli effetti.
Allo stesso modo la compresenza “classica” dei docenti (4 ore) deve essere “qualificata, sul piano pedagogico e organizzativo” (concordo ancora una volta…) Ma questo discorso vale per ogni ora (e minuto) che un insegnante passa a scuola, sia esso impegnato in lezione frontale, attività di laboratorio o uscita didattica… Ai dirigenti scolastici l’arduo compito di vigilare!
La possibilità che in talune circostanze la compresenza non sia utilizzata e sfruttata al meglio esiste, lo riconosco, ma non deve diventare un alibi per proporne l’abolizione. È un altro problema. Che va risolto. Ma è un altro problema.
Non penso, infine, che “ per dispiegare appieno la propria funzione, la compresenza, necessiti di attrezzature e spazi adeguati” o particolari (anche se l’aspetto evidenziato non è da sottovalutare). Molto si può fare anche in una sola aula (penso per esempio alla gestione di gruppi cooperativi), o sfruttando il laboratorio di informatica o il locale biblioteca…(di necessità virtù…). La differenza la fanno ancora una volta gli insegnanti, la qualità della loro azione educativa e …il tempo che hanno a disposizione!
Chi come me vede con preoccupazione il futuro del tempo pieno, chiede la salvaguardia delle ore di compresenza proprio perché non si accontenta di un “prolungamento orario” più o meno garantito e guarda alle possibilità dell’autonomia didattica e dell’innovazione senza cancellare con un colpo di spugna quanto di buono la scuola (nonostante tutto!) ha saputo offrire e può ancora proporre, attingendo anche da quel “vecchio armamentario” che si dice andrebbe superato.
C’è ancora molto da fare, lo so. Salvaguardare il tempo pieno non basta.
Propaganda vs istruzione
Propaganda e istruzione, dunque, esprimono concetti contrari: si tratta di veri e propri ossimori. Di conseguenza, un politico (che fa propaganda) ed un insegnante (al quale spetta il compito di istruire) non potranno che parlare lingue diverse: tutto interessato a propagandare il proprio prodotto il primo, intento invece a difendere il valore insostituibile dell'individuo, sia egli un docente o un discente, il secondo. Non è un caso che negli ultimi anni si sia parlato di istruzione ricorrendo spesso a veri e propri spot pubblicitari, semplici e a loro modo molto efficaci: “qualità”, “efficienza”, “internet, inglese e impresa”, “emergenza educativa” e, chissà, un domani forse anche “simpatia”, “convenienza” e “cortesia”. Annegate in una marea di immagini e informazioni di ogni genere, con il piede ben piantato sull'acceleratore così da consumare tutto e nel minor tempo possibile, le società moderne non possono che recepire la propaganda come verità, dotate per altro anche di un certo appeal, e considerare l'istruzione un retaggio del passato, un inutile, noioso e costosissimo peso di cui liberarsi al più presto. Un lungo processo (istruzione) non può che soccombere di fronte ad un eterno presente (propaganda).
Hessen invita alla resistenza: “l'istruzione deve conservare i suoi propri diritti di fronte alla vita”. Insomma, i valori non si barattano! Ma – continua – affinché tale resistenza possa avere una qualche chance di vittoria occorre che la scuola si trasformi radicalmente, “da un astratto istituto d'insegnamento in un concreto istituto d'istruzione”.
da pavonerisorse.it
Il video debutto della Gelmini
Dice la Ministra: «Una cosa però non farò mai è difendere lo status quo o arrendermi ai privilegi o agli sprechi. Dobbiamo avere il coraggio di cambiare e lo dobbiamo fare insieme».
Su YouTube c'è la possibilità di commentare il video ... ovviamente, come c'era da aspettarsi è attivata la moderazione, ma qualche critica ben argomentata magari abbiamo la fortuna di farla passare.
E' anche istruttivo leggerli i commenti, secondo me.
Probabilmente la Ministra pensa di avere scoperto il "cavallo di Troia" ...
Viva la scuola
Notizie dal Ministero
LEGGI QUI
Debolezze del ministro e forza del movimento
Il 2 dicembre, in occasione della discussione del Piano programmatico in VII Commissione Cultura del Senato, il ministro Gelmini ha messo in scena la solita farsa.
L’esordio del suo discorso è stato a dir poco raccapricciante: “la razionalizzazione delle spese rappresenta una necessità, indispensabile e propedeutica per la riforma, anche alla luce delle più recenti tragedie”.
In poche parole il ministro sostiene che la tragedia di Rivoli sia stata causata dall’eccessiva quantità di personale scolastico: secondo la Gelmini con 132.000 dipendenti in meno gli edifici scolastici saranno più sicuri!
[...] La Gelmini ha capito che genitori, insegnanti e studenti non sono dalla sua e vuole quindi bloccare tutto fino a quando non potrà imporre per legge la sua riforma. In questo modo però non si è accorta di aver mostrato tutte le sue debolezze.
leggi il seguito>>>
Anche al Senato parere favorevole condizionato
Anche la commissione istruzione del Senato si spacca.
La maggioranza esprime parere favorevole con alcune condizioni;
l'opposizione parere contrario
Leggi il parere di approvazione e proposta di parere contrario sul
sito di ReteScuole
mercoledì 3 dicembre 2008
Slitta al 28 febbraio il termine per le iscrizioni
martedì 2 dicembre 2008
Da Palermo a Milano l'Onda è di nuovo in movimento
Segue>>>
APPELLO: Per una valutazione degli apprendimenti
Un gruppo di docenti e formatori nel campo dell'educazione linguistica ha redatto il documento sulla valutazione che incollo qui sotto.
Ci auguriamo possa arginare la deriva verso il "ritorno al voto", voluta dal Decreto Gelmini, cancellando di colpo anni di esperienza e di buone pratiche nelle scuole, aiutare chi sostiene una battaglia per una valutazione funzionale all'apprendimento e contribuire a promuovere nelle scuole e nel paese una crescita culturale e professionale su questi temi.
Se si è d’accordo sui contenuti del documento, si prega di sottoscrivere e diffondere, in particolare nei Collegi Docenti.
Per sottoscrivere, seguire le indicazioni in calce al documento e inviare a questo indirizzo:valutazionedoc@gmail.com
Per i primi firmatari del documento,
Daniela Bertocchi
Prima diffusione a cura delle riviste “insegnare”, del CIDI e “lend”, Lingua e nuova didattica
LEGGI SUL SITO DI RETESCUOLE
Scuola e immigrazione
Il ministro della Pubblica istruzione si dice “favorevole alle classi ponte”.
“Sono favorevole alle classi ponte ma ci saranno anche corsi pomeridiani di italiano per stranieri” è quanto ha dichiarato il ministro della Pubblica istruzione Maristella Gelmini in un’intervista al quotidiano “La Stampa”.
Il ministro, che per la prima volta si è espressa sulla proposta della Lega Nord, ha poi detto di non sapere ancora come saranno organizzate: “si formerà una classe, è un problema didattico, organizzativo, non certo di razzismo”. La Gelmini ha poi ribadito che corsi aggiuntivi per studenti stranieri sono comunque necessari, al di là della forma prescelta.
Dal sito Immigrazione oggi
Il precariato non è un’emergenza, è un’idea di scuola e di società
Sin dai tempi della specializzazione all’insegnamento non mi aveva mai spaventato l’idea che dovessi farmi quei quattro o cinque anni di gavetta, di apprendistato, di anticamera. In fondo, dai racconti dei miei genitori e dei loro amici, un po’ tutti gli insegnanti, da sempre, si erano trovati nella medesima condizione. Sino a qualche tempo fa all’interno del mondo della scuola non si parlava affatto di precariato, di contratti a tempo determinato - per quanto invece ce ne fossero regolarmente - o di assunzioni a rischio: l’attesa per una cattedra, specie per le discipline canoniche, era prassi consueta, formativa, disciplinante, finanche utile perché il futuro docente di ruolo avesse dalla sua un insieme di abilità pressoché consolidate.
Insegno da quattro anni nei licei, soprattutto allo scientifico, ho sgomitato a destra e a sinistra, nonostante il mio punteggio da sissino fosse già alto, per due anni consecutivi ho preso un aereo e me ne sono andato a Barcellona ad insegnare al liceo scientifico italiano. Una possibilità da non perdere secondo alcuni, un colpo di fortuna per molti altri. Eppure la realtà più amara di questo nostro nuovo precariato non risiede tanto nelle destinazioni: quanti, infatti, delle passate generazioni, si sono fatti le ossa nelle scuole del Nord Italia, nelle province di montagna, pur di accumulare punteggio?
Il problema per noi oggi non sta tanto nell’incapacità di totalizzare punti. Tra una supplenzina ed un’altra, tra un master on line ed un corso di specializzazione, entrambi a profumato pagamento, i punti si trovano e si ammucchiano certosinamente per la tanto sospirata entrata in ruolo. La condizione più umiliante per i supplenti nella scuola di oggi sta nella precarietà degli stipendi, nella loro saltuarietà, per quella beffa che s’aggiunge al danno dell’incertezza del lavoro.
DO RE MI ... LA SCUOLA E' QUI
Domenica, 7 Dicembre 2008
in occasione della prima de La Scala a Milano
un grande coro per la scuola pubblica.

Davanti all’entrata della Galleria Vittorio Emanuele
Cerchiamo bande, suonatori/suonatrici, fiati e fisarmoniche, cori e corali, tenori,
soprani e mezzi soprani per guidarci nel canto.
DO RE MI LA SCUOLA È QUI
Comitato Genitori-Docenti in difesa della qualità della scuola Pubblica di Sesto S.G.
SCARICA VOLANTINO DA DIFFONDERE
(account name e password entrambe vivalascuola)
Ratzinger, monito sulla riforma "Atenei siano liberi dai poteri"
[...] Benedetto XVI non ha pronunciato mai il nome del ministro all'Istruzione Mariastella Gelmini, ma i riferimenti alla recente riforma della scuola sono stati chiari: "Libertà dell'istituzione accademica nei confronti dei poteri economici e politici non significa isolamento dell'Università dalla società, né autoreferenzialità, né tanto meno perseguimento di interessi privati profittando di risorse pubbliche.
Leggi articolo da Repubblica.it
Parola di Mariastella ...
Intervento di Mariastella Gelmini del 30 novembre 2008 con i giovani di Forza Italia a Milano
Parlano di noi ...
Una donna con il velo spinge il passeggino. Un gruppo di ragazzini scorrazza felice avanti e indietro. Un papà tiene sulle spalle una bambina bardata di cappello e guanti che sventola ieratica una bandiera gialla, senza battere ciglio. Trentamila persone hanno raccolto la chiamata di Retescuole per protestare contro la legge Gelmini, contro i tagli, il maestro unico, le classi ponte. Soprattutto per avvisare che una moltitudine non può essere ignorata, e che lo smantellamento della scuola pubblica proprio non s'ha da fare.
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Sfilano studenti e migranti. in vista del 12
L'Onda ha travolto Mestre. Per un pomeriggio di musica, laboratori per bambini, interventi e propositi. Uno su tutti, quello di creare uno spezzone «colorato, pacifico, chiassoso» per dirla con il ricercatore precario Marco, al corteo del 12 dicembre. Lo sciopero generale della Cgil infatti sarà attraversato dall'Onda.
Ieri a Mestre c'è stata anche un'altra importante congiunzione, quella degli studenti, maestri e dei genitori delle materne e delle elementari con gli studenti medi e universitari. Il tempo non ha giocato a favore dell'Onda, ma comunque piazza Ferretto si è riempita ed è stata attraversata da studenti di ogni età. I più piccoli hanno potuto passare il pomeriggio impegnati nei laboratori creativi messi a disposizione, i più grandi hanno ribadito il loro impegno a fermare la riforma scellerata pensata per la scuola dal governo Berlusconi.
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Manifestazioni in tutta Italia. Una mareggiata dal nord al sud
Non solo Milano. Anche Roma, Torino, Palermo, Genova. E ancora Firenze, Bologna, Parma, Reggio Emilia. Persino Padova. L'Onda non si ferma e anche ieri ha sommerso tutta la penisola, alla faccia del maltempo che investe tutto il nord Italia. Le manifestazioni si sono propagate, proprio come un'onda, dalle principali città fino nei piccoli paesi di provincia. A Bologna l'iniziativa più originale, messa in scena dai ricercatori emiliani. La ricerca è calpestata da questo esecutivo? Bene, allora ieri piazza Maggiore è stata ricoperta dalle 1800 fotografie dei ricercatori, che hanno invitato i passanti a camminarci sopra.
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Adesso si torna in classe per organizzare la resistenza in ogni scuola
(intervista a Mario Piemontese)
E adesso? L'Onda ha dimostrato di saper allagare le piazze di tutta Italia, la mobilitazione di Retescuole di ieri ne è l'ennesima dimostrazione. Le elementari sono l'asse portante, il punto dove insegnanti, genitori e studenti si incontrano, formano comitati e si preparano a una lotta di medio e lungo periodo. Ma per fare cosa? Saranno capaci di durare nel tempo, di continuare a lavorare classe per classe anche dopo questo autunno caldissimo? Lo abbiamo chiesto a Mario Piemontese, insegnante, genitore e attivista di Retescuole a Milano.
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lunedì 1 dicembre 2008
Modelli organizzativi e offerta formativa delle scuole
Il tempo delle iscrizioni alle future classi prime si sta avvicinando e dirigenti scolastici e collegi docenti si pongono il problema di quali modelli orari e organizzativi presentare ai genitori per il prossimo anno scolastico. La questione è complicata dal fatto che siamo nel bel mezzo di una “riforma” avviata, la cosiddetta riforma Gelmini, i cui contorni però sono tutt’altro che definiti, in particolare per quanto riguarda la scuola primaria ove si prospetta un vero e proprio stravolgimento del suo assetto di base. Cerchiamo di fare allora il punto della situazione, sottolineando quel che c’è – sul piano normativo – e quel che non c’è ancora ma che ci potrebbe/dovrebbe essere. Quindi, quali sono gli spazi di movimento consentiti nell’attuale contesto legislativo.
Il quadro normativo.
Innanzi tutto abbiamo due leggi formalmente approvate dal parlamento. La prima è la legge n.133 del 6 agosto 2008 (conversione del decreto legge n.112) che riguarda il contenimento della spesa pubblica. L’art.64 - che stabilisce l’obiettivo primario del risparmio di 8 miliardi di euro nel settore dell’istruzione - prevede che il Ministro dell’Istruzione e il Ministro dell’Economia congiuntamente predispongano un Piano programmatico di interventi di razionalizzazione (comma 3). Questo Piano è stato presentato in data 26 settembre. Per l’attuazione dello stesso dovranno essere adottati uno o più regolamenti (comma 4, art.64).
Abbiamo poi la legge n.169 del 30 ottobre 2008 (conversione del Dl n.137) che – sempre nell’ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all’art.64 - all’art.4 prevede ulteriormente la reintroduzione dell’insegnante unico nella scuola primaria. Quindi la fine dell’attuale organizzazione modulare. Nello stesso articolo si dice che nei regolamenti si terrà conto “delle esigenze delle famiglie di una più ampia articolazione del tempo scuola”.
Segue sul sito di Scuola Oggi>>>
E i "baroni" continueranno a fare i loro comodi
Purtroppo le plateali proteste degli studenti neofascisti contro il potere dei “baroni” della sinistra avevano, di fatto, come scopo finale quello di occultare il peso del potere decisionale dei docenti ultra conservatori nelle università italiane.
In pratica, come negli altri settori della società civile, anche in abito accademico si assiste ad un continuo scontro tra docenti appartenenti a gruppi di potere contrapposti, i quali a loro volta si identificano con aree politiche ben determinate.
SEGUE>>>
Che tempo che (non) fa
Un grande vento di tempesta si è abbattuto questa estate sulla nostra scuola. Una buriana che, in brevissimo tempo, per esattezza nove minuti e mezzo con il cronometro di Tremonti, ha spazzato via, o per lo meno si illude di farlo, decenni di lavoro, studi, ricerche, sperimentazioni che il mondo della scuola ha svolto, spesso con fatica, contraddizioni, disomogeneità territoriali, di ordine di scuola. La stessa nozione di “scuola italiana” solo approssimativamente rende conto di diversità spesso profonde tra una scuola e un’altra. Anche sub categorie territoriali come scuola del nord, del centro, del sud sono estremamente approssimative, così come lo sono quelle relative agli ordini di scuola come primaria, secondaria di 1° e 2°. Non parliamo poi delle statistiche che, da cosa seria quali sono, a condizione che vengano usate con discrezione scientifica, utilizzate al contrario come strumento di certezza assoluta, definitiva, inoppugnabile finiscono per ottundere, recintare, chiudere, giudicare dove, al contrario, dovrebbero invece dare avvio ed aprire alla conoscenza, spingendo verso il discernimento e la distinzione, anziché verso la facile, superficiale e rozza sintesi, finendo inesorabilmente con il rievocare la vecchia, e mai passata di moda, storiella del “pollo a testa” per gli Italiani.
SEGUE>>> sul sito di ReteScuole
tempo pieno? Nessuna sorpresa
Dal palco dell'auditorium della provincia, in via Corridoni, il ministro Mariastella Gelmini attacca: «Sulla scuola è stato detto di tutto, che chiudevamo gli istituti, che il tempo pieno lo facevamo pagare alle famiglie, che volevamo abbassare la qualità. Ma quando a febbraio le famiglie andranno a iscrivere i loro figli, allora capiranno che si trattava solo di bugie». È una Gelmini combattiva quella che parla al convegno «scuola università e lavoro» organizzato dai giovani di Forza Italia con il ministro Maurizio Sacconi.
Segue>>>
Gelmini: sempre meno proteste L'Onda replica: migliaia nelle strade
[...] La risposta degli studenti alle affermazioni del ministro non si è fatta attendere: «L'Onda continuerà ad invadere le città - promettono - Gelmini non è stata informata dei tre cortei di ieri, in cui trentamila persone hanno invaso la città. Noi migliaia nelle strade, loro poche decine nelle sale.
Leggi tutto>>>
domenica 30 novembre 2008
satira: mi imitano senza conoscermi
Grazie a tutti quelli che c'erano!






Manifestazione ReteScuole in favore della scuola pubblica
ALTRE FOTO
Articolo de Il Manifesto: L'onda primaria
RASSEGNA STAMPA
Video manifestazione a Roma