sabato 1 novembre 2008
La legge Gelmini conferma i tagli al sostegno per i disabili gravi
Presidenza Osservatorio sulla legalità e sui diritti
Legge Gelmini conferma tagli a sostegno per disabili gravi
Petizione al Capo dello Stato per affermare i principi costituzionali
Con l'approvazione del Senato, il ddl Gelmini è legge. Purtroppo essa non rimedia alla piena attuazione, già decisa da questo governo, della disciplina relativa alla determinazione dei posti di sostegno per gli alunni disabili di cui alla legge finanziaria 2008, cioè alla finanziaria varata dal precedente governo, che prevedeva il rapporto 1:2 fra docente di sostegno e alunni disabili a prescindere dalla gravità.
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La petizione - già sottoscritta da giuristi, medici, psicologi e da centinaia di cittadini - può essere firmata su http://www.aaalegalitadiritti.it/appello.htm
Referendum
Al grido di guerra dato da alcuni esponenti di alcuni partiti e ai consigli di cautela di altri esponenti si è aggiunto questo ... sottolineo la parte in questione.
(Il decreto legge 137 si rifà all'articolo 64 della legge 133)
Chi ha competenza in materia ci sappia rispondere ...
PARLIAMONE NEL FORUM
Articolo 75
È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione,
totale e parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila
elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e
di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione
a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini
chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha
partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi
diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente
espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.
Qui ad Atene noi facciamo così.
La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.
Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa e ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale senso di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi faccaimo così.
Un uomo che non si interessa allo Stato non lo consideriamo innocuo ma inutile e benchè in pochi siano in grado di dar vita a una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia, noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma io proclamo Atene scuola dell’ellade perchè ogni ateniese cresce prosperando in sè una felice versatilità, la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione.
Ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.”
Pericle - Discorso agli Ateniesi, Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.- 30 ottobre 2008 d.C.
Lettera a una studentessa (Nichi Vendola)
Il suo primo corteo. Mi sono imposto, per una questione di igiene politica, di non fare paragoni (il 68, il 77, l’85, la pantera): quei paragoni che dicono molto della nostra vecchiezza e poco della giovinezza di chi compone le forme nuove della ribellione al potere. Ho cercato di non sovrapporre la mia epopea, la mia biografia, la mia ideologia, al corpo sociale che tu rappresenti, al processo culturale che tu costruisci, alla radicale contraddizione che tu fai esplodere con la fantasia e il sarcasmo dei tuoi codici comunicativi e della tua contro-informazione.
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Leggi il resto della lettera (fonte Liberazione)
venerdì 31 ottobre 2008
L'articolo della costituzione dice(va)
L'articolo 34 della Costituzione dice(va): la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.
Leggi tutto il post preso dal blog pappacaccananna
Dario Fo e la scuola
Guarda anche il VIDEO dal Blog di Jacopo Fo. Il premio Nobel dalla parte degli studenti all'Università Statale di Milano.
TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE n. 137
Scarica il testo completo così come pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica
(account name e password ambedue: vivalascuola)
Università - Napolitano: "Governo apra a confronto"
Che i politici ci lascino fare .... (opinione personale)
Poi, magari ci aiutino in parlamento, dove noi non possiamo entrare, con delle proposte valide!
Diciamolo forte che noi della protesta siamo teste pensanti e non fantocci strumentalizzati dai partiti!!!!
Cito qui una frase di Gad Lerner che ho letto ora sul suo blog:
" ... Fossi stato in Veltroni e Di Pietro, avrei evitato di andare in piazza, rispettando l’autonomia della protesta. Che bisogno hanno di metterci il cappello? Chissà che a difesa della scuola e della ricerca non sorgano alleanze inedite, fuori dai nostri schemi antiquati..."
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Università - Lettera del Rettore del Politecnico
In questi giorni ho ricevuto molti messaggi da parte Vostra.
In essi vi sono domande volte a cercare di comprendere meglio la attuale situazione, sono espresse preoccupazioni per il futuro di Voi giovani e del nostro Ateneo.
Siamo tanti, più di 2.500 fra docenti, tecnici e amministrativi, quasi 40.000 gli allievi: non possiamo certo riunirci tutti.
Userò quindi il web per mettere a Vostra disposizione quello che so e che ho imparato in questi anni, presentandovi soprattutto i punti che non sempre appaiono chiari nel confuso dibattito che i media ci presentano. Cercherò di individuare i vostri dubbi e di rispondere alle vostre domande. Presenterò le mie opinioni e il percorso che stiamo intraprendendo, terminerò con alcune conclusioni.
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prossimi appuntamenti a Milano
Mercoledì, 5 novembre 2008
alle ore 17.30
si terrà una nuova assemblea delle scuole di Milano
alla scuola Muzio di via Emanuele Muzio 5
per decidere come andare avanti nella protesta
M3 fermata Sondrio, 90/91, 92, 43
Martedì, 4 novembre 2008
alle 20.30
scuola elementare di via San Giusto
QUALE FUTURO PER LA SCUOLA PUBBLICA?
Incontro di approfondimento
Martedì, 4 novembre 2008
alle 20.30
scuola di via Gabbro
ASSEMBLEA
Interverranno: Alfia Nicotra, insegnante CGIL Scuola
Prof.ssa Concetta Piazzetta, insegnante e Presidente del Centro Culturale Italo Calvino
Antonella Loconsolo, mamma di ReteScuole
Lunedì, 3 novembre 2008
alle 21.00
Il gruppo scuole zona 3
si riunirà in Tajani
per decidere sulle proposte che porteremo in Assemblea come gruppo.
abbiamo bisogno di diffondere gli appuntamenti
per coinvolgere nuove teste ed energie
PARTECIPATE NUMEROSI
giovedì 30 ottobre 2008
La rivolta del popolo della scuola.
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leggi tutto l'articolo di M. Corsi dal sito di Retescuole
L'importante è non mollare!!!
A Milano, ad esempio, stando ai dati dell'Usp, ha scioperato oltre il 70 per cento degli insegnanti, il 54 per cento del personale Ata, addirittura il 43 per cento dei dirigenti scolastici, categoria tradizionalmente restia ad aderire a uno sciopero.
Adesso il ministro Gelmini non ha più alibi: la sua legge non piace al mondo della scuola. Con quali conseguenze? Difficile fare previsioni, anche perchè pare che più che la convinzione di avere idee valide da sostenere la maggioranza di governo sembra più arroccata su pregiudizi di parte.
Molto comunque dipenderà anche dalla tenuta della rivolta alla legge.
Insomma lo sciopero e le manifestazioni in atto (anche qui senza precedenti) potrebbero diventare uno scoglio che nemmeno questa maggioranza potrebbe superare. Del resto basti ricordare quel che è successo alla Moratti con la legge 53: al momento di fare i regolamenti applicativi l'operazione è andata in confusione. Quella legge è ancora lì inapplicata. Quel che si dice agire senza consenso. E la Gelmini di consenso ne ha raccolto ancor meno che la Moratti.
Dal sito di ScuolaOggi
Sciopero della scuola corteo a Milano



Nessuna cifra ufficiale ma i manifestanti, partiti stamane alle 9.30 da piazza Cairoli, hanno finito per riempire interamente piazza del Duomo a Milano per protestare contro la "non riforma" della scuola voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. La manifestazione, alla cui testa sfilavano Retescuole con i docenti delle scuole primarie, accompagnate da molti genitori e bambini, si è svolto in un clima del tutto privo di tensione, E' un corteo colorato e pacifico "Le nostre maestre sono già uniche", gridano i bambini delle elementari armati di fischietti e tamburi. Dicono no alle classi ponte e ai tagli all'istruzione sia i genitori che le insegnanti che hanno manifestato fianco a fianco. Al seguito gli studenti delle superiori raggiunti in coda anche dagli universitari milanesi che si sono trovati nella vicina piazza Cordusio, che hanno dedicato la manifestazione di oggi ad Abdoul 'Abba' Guiebre, il ragazzo di colore ucciso a Milano lo scorso 14 settembre. Sulla statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo campeggia lo striscione: "la scuola è il futuro dell'Italia".
il movimento che viene dal basso!
Articolo di M. Corsi di retescuole, vi invito a leggerlo!
Il governo ha convertito in legge il decreto 137. Lo ha fatto a gran velocità, come sta accadendo per tutti i provvedimenti che riguardano la scuola e l'università. Si è giustamente condannata quest'arroganza, ma non ci si è soffermati sul perché: perché coartare tempi, porre la fiducia, impedire dibattiti? Per disprezzo nei confronti delle Camere? Ma se dispongono di una maggioranza larghissima! La risposta mi pare semplice: discussioni parlamentari prolungate avrebbero facilitato la circolazione di informazioni tra genitori e insegnanti, e dunque avrebbe aumentato la loro capacità di reazione. Hanno sbagliato i calcoli? Direi di sì.
Il movimento, questo movimento, non cessa d'allargarsi. Non credo che i nostri governanti, ed anche l'opposizione, si rendano davvero conto di quel che sta accadendo nel Paese. E' un movimento dal basso, molecolare, incontrollato che sta prendendo forma dall'inizio di settembre, anche se della sua esistenza i media si sono accorti solo ora. Le sue molecole sono i comitati misti genitori-insegnanti delle elementari e delle scuole d'infanzia. Solo nel milanese ne sorgono di nuovi quotidianamente. Il governo dice che sono manovrati dalla sinistra. Magari, qualcuno di noi potrebbe dire. E invece è proprio la scomparsa della sinistra e di una credibile e combattiva opposizione che ha fatto comprendere a tutti che per salvare la scuola si doveva far da sé, senza delegare.
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segue
mercoledì 29 ottobre 2008
Ecco, un grazie ai blog e alle mailing list
Io mi prendo la responsabilità di riportarla qui, perchè lo trovo un fatto grave ed è giusto che la notizia circoli.
(vivalascuola)
"scrivo da San Vincenzo (in provincia di Livorno). Oggi in tutti i paesi del circondario e anche nella nostra scuola si sono presentati i carabinieri chiedendo (nel nostro caso) la lista di chi ha aderito allo sciopero di giovedì, in altre scuole per sapere se ci sono stati problemi con i ragazzi (stiamo parlano di istituti comprensivi: infanzia-medie!!!) o con gli insegnanti e il personale.
Per me questo è un atto inammissibile e una prevaricazioni di diritti inviolabili.
Questi fatti secondo me spostano nettamente l'attenzione dal problema 1- 3 o 10 maestri a: cosa veramente puntano? cosa stanno facendo al nostro paese?
Barbara
PS: sono solo una mamma, non un insegnante!"
Idv e Pd: ORA REFERENDUM!!!
Ad esporlo sono alcuni senatori del Pd e dell'Italia dei valori che, subito dopo il via libera definitivo al Dl Gelmini in Aula, scendono sotto il Senato dove da ieri manifestano gli studenti.
A tenere lo striscione sono il senatore democratico Ignazio Marino e i colleghi dell'Idv Stefano Pedica, Elio Lannuzzi, Giuliana Carlino e Fabio Giambrone.
Poi scende anche la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro che insieme al capogruppo dell'Idv, Felice Belisario, si intrattiene a parlare con gli studenti che protestano.
Roma, 29 ott. (Apcom)
Disordini ... provocati?
La protesta intorno al Senato
Intanto un altro corteo è entrato in corso Rinascimento e si è fermato a ridosso delle camionette della polizia che hanno stretto i cordoni proprio a pochi metri dall'ingresso nobile di Palazzo Madama.
L'hanno approvata
Poi arriva il grido: "La riforma è stata approvata". Ma non c'è reazione. Non risulta ancora chiaro. WQualche sguardo smarrito e il brusio che sale
"E ora referendum"
Escono alcuni senatori e alzano uno striscione: "La legge è passata, ora referendum". Si avviano verso gli studenti e quello del referendum sembra essere diventato una nuova parola d'ordine, urlata dalla piazza.
La Finocchiaro sulle barricate
Esce anche il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, passa le transenne, prende il megafono di uno degli studenti e improvvisa un comizio: "Il referendum è una buona idea. E' uno strumento per far comprendere a questi signori che si sono tappati le orecchie ( e la Gelmini anche la bocca) che su questioni così complicate serve discutere con l'intero Paese"
(Alessandra Vitali - da Repubblica.it)
Legge Gelmini: la vergogna del Palazzo
Il decreto Gelmini è diventato legge dello Stato. Una pagina nera della democrazia italiana è stata scritta. Fuori dal Palazzo assediato, studenti, genitori e professori erano i testimoni muti dell’arroganza di una politica incapace di ascoltare i cittadini.
Alle 10,36 di questa mattina l’agenzia Ansa rilanciava la notizia: il decreto Gelmini è diventato legge.
++ SCUOLA: SI’ SENATO A CONVERSIONE DECRETO, E’ LEGGE ++ VOTA A FAVORE LA MAGGIORANZA, CONTRO PD, IDV E UDC (ANSA) - ROMA, 29 OTT - Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 controri e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non e’ stato modificato dai senatori e ora e’ legge. (ANSA). SES 29-OTT-08 10:36 NNN
Nonostante un numero impressionante di cittadini studenti e cittadini professori da giorni chiedessero non solo al governo, ma anche all’opposizione, di fare tutto il possibile per impedire la devastazione dell’istruzione pubblica italiana. La maggioranza ha scelto di trasformare la democrazia in potere.
La vicenda del decreto Gelmini non deve essere circoscritta alla sola ‘materia istruzione’. Perchè è l’ennesimo segnale, in tempi molto ravvicinati, di un modo di intendere la vita democratica che non ha precedenti nella storia repubblicana italiana.
Il Parlamento, anche in anni lontanissimi, ha sempre tenuto conto dei sentimenti più profondi del Paese. L’opposizione è sempre stata capace di far comprendere ai cittadini contrari alla linea dell’esecutivo di esser lì, nella stanza dei bottoni, per difenderne ideali ed interessi.
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Leggi tutto l'articolo di Roberto Barbera
Seduta al Senato
L’inizio di seduta è stato difficile, la calma è arrivata solo dopo una lunga interruzione decisa dal presidente Schifani che ha convocato una riunione straordinaria dei capigruppo.
I capigruppo dell’ opposizione (Finocchiaro del PD, D'Alia dell’UDC e Belisario dell’ IdV) hanno chiesto al presidente di sospendere l'esame del decreto o quanto meno di garantire maggiore spazio alla discussione.
Al contrario Gasparri (capogruppo PdL) e Bodega (Lega) hanno insistito perché venissero rispettati gli accordi raggiunti già nel primo pomeriggio dalla Confederenza dei capigruppo.
Accordi che prevedevano il rispetto di tempi precisi e - comunque - la chiusura del dibattito e del voto sugli emendamenti entro la serata del 28.
L’esame dell’articolo 4 sul “maestro unico” è stata particolarmente vivace, più volte l’opposizione ha chiesto al ministro Gelmini, presente in aula, di dare risposte chiare su diverse questioni (ci sarà ancora il tempo pieno ? il “maestro unico” sarà proprio unico o piuttosto prevalente ?); ma il Ministro non è intervenuta.
Molto dibattuto anche l’articolo 5 sui libri di testo: la norma contenuta nel decreto prevede infatti adozioni quinquennali considerate eccessive dall’opposizione che ha invece chiesto di introdurre disposizioni che consentano la detassazione delle spese per i libri scolastici.
Come si è detto tutti gli emendamenti sono stati respinti, si riprende il 29 ottobre alle ore 9 con le dichiarazioni di voto. Le votazioni finali sono previste per le ore 10.
A meno di ripensamenti notturni (peraltro molto improbabili allo stato attuale dei fatti), nella tarda mattinata del 29, il decreto 137 sarà legge dello Stato.
martedì 28 ottobre 2008
La Gelmini non vuole bene alla scuola
Forte dei sondaggi che la indicano al vertice della popolarità grazie al voto in condotta, i grembiulini e altri provvedimenti vintage d’omaggio alla scuola che fu, la ministra dev’essersi gasata un po’ e ha ignorato che stava operando in un luogo speciale, dove, se apri una vertenza, è d’obbligo premunirsi col massimo della delicatezza.
Colpa delle corporazioni, dei sindacati, dei baroni universitari, della solita rivolta italiana contro la meritocrazia? Senz’altro c’è anche questo, e la Gelmini avrà pensato di riscuotere sempre più consensi lanciando una crociata contro i fannulloni e gli sprechi della scuola. Il metodo Brunetta applicato a un’istituzione gigantesca, facendo buon viso al cattivo gioco imposto dalla Finanziaria di Tremonti che richiede subito tre miliardi di tagli alla Pubblica Istruzione (più o meno la somma stanziata per pagare i debiti e gli ammortizzatori sociali dell’Alitalia) e lascia intendere che seguiranno altre sforbiciate.
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leggi tutto l'articolo di Gad lerner (Vanity fair)
SCUOLA APERTA…...ASPETTANDO LO SCIOPERO
presso la scuola media Franceschi
di via Cagliero a Milano
I docenti invitano i genitori e gli insegnanti ad una serata di
informazione e partecipazione sui cambiamenti che vedranno coinvolta la
scuola.
Sarà un occasione per spiegare i perché dello sciopero del giorno
successivo e magari organizzare la partecipazione alla manifestazione
che si terrà anche a Milano il 30 (oltre che a Roma) genitori e
insegnanti insieme, oltre che per aggiornarci sull'approvazione del
Decreto Gelmini.
PROGRAMMA:
20.00—accoglienza e presentazione
20.30—proiezione di alcuni episodi del film “L’amore che non scordo”
21.00 – dibattito
21.30—piccolo buffet
22.00—proiezione del video “Compresenze” materiali di lavoro del tempo
prolungato
22.15—dibattito
22.45—chiusura in musica (intervengono alcuni ex studenti della Franceschi)
NON CHIAMIAMO RIFORMA UN SEMPLICE TAGLIO DI SPESA
Secondo gli esperti, nell’andamento dell’economia il capitale umano vale fino all’80 per cento della ricchezza. È ovvia, quindi, l’importanza che l’istruzione ha nello sviluppo. Eppure, in Italia c’è chi fa finta d’ignorarlo. E non ci si preoccupa se due terzi della popolazione, tra i 16 e 65 anni, presenta "insufficiente competenza alfabetica funzionale" (cioè, ha difficoltà 17 volte più della media europea a usare il linguaggio scritto per un ragionamento, anche modesto).
Studenti e professori hanno seri motivi per protestare. E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che «colpiscono il cuore pulsante di una nazione», come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c’è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente "contenimento della spesa", a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti.
Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s’abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l’ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e "baronìe", nonché le "allegre e disinvolte gestioni".
Ma i tagli annunciati sono pesanti: all’università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all’università per le nuove generazioni.
Tremonti ha dettato la linea, la volenterosa Gelmini è andata allo sbaraglio, spacciando per riforma la scure sulla scuola. Nessun Governo era giunto a tanto, anche se i vari ministri dovevano sempre chiedere in ginocchio le briciole al Tesoro. Oggi l’università italiana ha una "produttività" pessima, ha il record mondiale dei fuori corso, la metà delle matricole non arriva alla laurea. Per i dottorati di ricerca stiamo peggio della Grecia: 16 ogni mille abitanti (in Francia sono 76 e in Germania addirittura 81).
Che contributo si può dare alla formazione del capitale umano tra resistenze e tagli di bilancio? Pochi sanno che lo stipendio dei professori universitari non è regolato da contratto nazionale ma, come per magistrati e parlamentari, aumenta automaticamente ogni due anni, senza controllo. Gli stipendi si portano via l’88 per cento del Fondo dello Stato alle università. Percentuale destinata a salire con i tagli, con grave danno a didattica e ricerca. La riforma dell’istruzione la chiedono tutti. Nessuno, però, la ritiene una "priorità". Si procede solo con slogan nelle piazze e improvvisazioni politiche.
Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola? Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s’approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica. Ci siamo appena distratti, che già un’altra norma "razziale" impone ai medici di denunciare alla polizia gli immigrati clandestini che bussano al pronto soccorso.
Dario Antiseri (filosofo)
Berlusconi ha fatto male i conti: Il mondo vuole il modello "emiliano" di scuola
Si chiama "Reggio approach", un metodo studiato in tutto il mondo, dall'Emilia al West, con associazioni dal Canada all'Australia alla Svezia.
Se la scuola elementare italiana è, dati Ocse, la prima d'Europa, l'emiliana è la prima del mondo, celebrata in centinaia di grandi reportage, non soltanto la famosa copertina di Newsweek del '91 o quello del New York Times un anno fa, e poi documentari, saggi, tesi di laurea, premi internazionali. Non stupisce che proprio dalle aule del "modello emiliano", quelle doc fra Reggio e Bologna, sia nata la rivolta della scuola italiana. La storia dell'Emilia rossa c'entra poco.
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leggi tutto l'articolo da repubblica.it
Materiale divulgativo: Protesta Positiva!

Volantino B/N (doppio su A4)
Volantino Colori (A4)
Logo "protesta positiva"
Dal sito ReteScuole:
Sul maestro unico
sul tempo pieno
(account name e password ambedue: vivalascuola)
Gelmini convoca i genitori. Le associazioni: "Dialogo in salita"
Dopo aver incontrato gli studenti la scorsa settimana, oggi il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, riceverà al dicastero di viale Trastevere le associazioni dei genitori. All'ordine del giorno il decreto con le contestate misure sulla scuola in votazione al Senato. Tra le associazioni convocate, il Moige, l'Agesc, l'Age, il coordinamento dei genitori democratici. E proprio quest'ultimo avverte: "Il dialogo parte in salita: siamo stati convocati con una telefonata e, peraltro, il giorno prima del voto finale sul decreto al Senato, che dibattito ci può essere?". Gli incontri partiranno dalle 13.
Un ottobre da ricordare
Non è casuale quanto sta accadendo; abbiamo compreso in molti che urge un salto evolutivo nel concetto e nelle forme di una democrazia compiuta, attraverso il coinvolgimento ampio e organizzato dei cittadini, perché si trovino soluzioni condivise e durature allo stato di malessere e di esclusione che si avverte da decenni; chiodi sulla roccia che siano il superamento di ideologie e contrapposizioni, avendosi finalmente considerato, con equità, gli interessi di tutti e soprattutto dei più deboli.
Giovanni Nuscis dal blog la poesia e lo spirito
lunedì 27 ottobre 2008
La lingua batte dove il dente duole ... il tempo pieno!
Tempo pieno con un solo maestro
Come salvare le 40 ore settimanali senza rinunciare all'insegnante unico? I buchi del decreto e il silenzio dei sindacati
Una delle cose che non si capiscono è come sia possibile il gioco di prestigio di salvare il tempo pieno – cioè 40 ore di scuola per gli alunni, al mattino e al pomeriggio – senza rinunciare all’insegnante unico. Il decreto afferma semplicemente che anche nel tempo pieno ci saranno, invece dei due insegnanti attuali, un solo insegnante.
Come è possibile questo? Cerco di spiegarlo, almeno intuitivamente. E mi scuso con i lettori per il linguaggio un po’ tecnico che, però, spero sia capito almeno dai docenti.
Leggi tutto l'articolo di Giuseppe Caliceti
Legambiente contro la riforma Gelmini
.... La coesione sociale è il maggiore punto di forza dell´istituzione scolastica, e la riforma Gelmini ha, fra le varie ricadute negative, proprio quella di inficiare il ruolo di "collante sociale" svolto dalla scuola PUBBLICA italiana.
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leggi tutto l'articolo
Corteo bipartisan al Senato
E si dicono tutti d'accordo: "E' una manifestazione apartitica e apolitica - dicono - senza firme né bandiere. Siamo uniti contro la riforma Gelmini".
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leggi il resto dell'aritcolo di Repubblica.it
domenica 26 ottobre 2008
Parole di maestro!
sono un insegnante di un Istituto Superiore di Verbania. Non sono iscritto ad alcun partito, ho oltre 25 anni di servizio e non ho interessi personali o di parte da difendere, ho solo il desiderio di esprimere il mio pensiero sulla “riforma Gelmini” (tra virgolette!).
Una premessa mi sembra doverosa: la Scuola non è un’azienda il cui obiettivo è produrre utili. La Scuola deve garantire il principio costituzionale della libera educazione e cultura per Tutti. Ma proprio tutti. Anche del figlio dei pastori della Barbagia, del contadino del Tavoliere delle Puglie e dell’allevatore delle nostre Valli Ossolane.
Detto questo, è risaputo che tante cose non vadano bene. Tutti concordano, gli insegnanti in testa, che ci sia molto da fare per rendere più efficiente il sistema scuola nel complesso. Ed è proprio di questo che voglio parlare.
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leggi il resto della lettera sul blog di Piero Ricca
non solo Roma ... anche Milano
la manifestazione studentesca partirà da
Largo Cairoli alle ore 9.00
si dirigerà poi all'Università Statale per rappresentare anche nel percorso il filo che unisce le rivendicazioni della scuola con quelle dell'università.
Speriamo che in quella piazza possano mescolarsi e confondersi tutte le identità che apparentemente ci dividono perché appaia un solo colore: quello di una scuola e di una università pubblica che non si arrendono.
(Assemblea delle Scuole del Milanese)
L'invito di Vivalascuola è rivolto soprattutto ai genitori,
che vengano in molti insieme ai loro figli!!!!
Analisi del piano programmatico
Flc-Cgil
Scarica qui il documento
(account name e password ambedue: vivalascuola)
Il maestro unico-prevalente
Sorprendenti per l’introduzione dell’ossimoro unico-prevalente o per la dichiarazione sugli 87.000 insegnanti in meno che non sarebbero licenziati perché purtroppo sono già precari.
Inequivocabili perché ha affermato con chiarezza che è abolita l’organizzazione a moduli (tre insegnanti su due classi) e sono escluse tutte le forme di compresenza. Da questo si deduce che l’eventuale estensione oraria affidata dal decreto a futuri regolamenti è da intendersi come aggiuntiva e facoltativa, in altre parole un vecchio doposcuola.
Marilena Adamo – Senatrice PD
Riflessioni sulla riforma ...
Il testo che segue è stato sottoscritto dal 90% degli insegnanti della scuola primaria e da alcuni colleghi della scuola secondaria di primo grado.
Al Ministro dell’Istruzione
Al Collegio Docenti
Al Presidente del Consiglio d’Istituto
Alle organizzazioni sindacali
In una società complessa e in continua evoluzione è anacronistico pensare che una scuola come quella ipotizzata possa rispondere alle esigenze educative, culturali, sociali e di integrazione che quotidianamente si affrontano.
Questo documento non ha scopi di mobilitazione sindacale, ma esprime la consapevolezza di non poter far fronte, in maniera professionale ed efficace, alle molteplici richieste a cui la scuola è chiamata.
Nel corso degli anni la scuola primaria è andata rinnovandosi costantemente, si è adeguata ai tempi e ai ripetuti cambiamenti legislativi cercando di innalzare i propri livelli e rimettendo spesso in discussione il proprio modo di operare: abbiamo adeguato le nostre competenze professionali, abbiamo approfondito le specificità delle discipline secondo una pedagogia della condivisione e abbiamo istaurato nuove e positive relazioni con gli alunni e le famiglie.
Non è possibile individuare alcuna giustificazione pedagogica ai cambiamenti che coinvolgeranno la scuola primaria.
In nome di una razionalizzazione delle risorse si prospetta:
• una forte riduzione del tempo scuola ( da 30 a 24 ) che implicherà un impoverimento dell’ offerta formativa: meno ore per le discipline e meno strumenti per capire il mondo.
• Ripristinare l’insegnante unico vorrà dire cancellare la compresenza tra docenti rendendo impossibili le attività a piccoli gruppi di recupero, potenziamento, alfabetizzazione e di laboratorio; un unico docente non potrà più far fronte all’esigenza di integrare gli alunni diversamente abili, né alunni dislessici, iperattivi, con difficoltà di apprendimento e problemi psicologici. Diventerà impossibile realizzare uscite didattiche, collaborazioni con associazioni del territorio e gite. Diminuirà inevitabilmente il confronto tra docenti: gli insegnanti si ritroveranno da soli a far fronte alla complessità della didattica e degli stili cognitivi. Avere, quindi, un unico punto di vista sull’alunno, porterà ad una valutazione arbitraria e soggettiva che con tanti anni di formazione si è cercato di superare. La scuola di oggi non può delegare la costruzione del sapere ad un maestro tuttologo che sa di ogni disciplina e di ogni didattica un po’.
• I voti espressi in cifre costituiranno una valutazione sterile e puramente sommativa che non aiuterà l’alunno a prendere consapevolezza di sé, delle proprie capacità e difficoltà. Dopo anni di progetti, attività e formazione riguardante la gestione pacifica del conflitto e l’educazione socio – affettiva non è possibile pensare al voto in condotta come unico rimedio al problema del bullismo.
• Infine l’introduzione della disciplina “Cittadinanza ed educazione” non rappresenta certo una novità : la scuola primaria ha sempre sviluppato questi temi prima nella materia “Studi sociali” poi nella “Convivenza civile”.
Alla luce di tutte queste considerazioni, gli insegnanti si auspicano di riportare l’attenzione sui veri e sostanziali problemi della scuola e che il decreto venga ripensato.
Le balle del governo sul tempo pieno
leggi l'articolo di Gianni Gandola e Federico Niccoli
dal sito di Scuola Oggi il giornale delle scuole diretto da Augusto Pozzoli
LA SPONTANEITA’ FA PAURA
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Leggi tutto l'articolo di Valentina Laviola
“Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate l’ignoranza” (Derek Bok)
Lettera di Silvia Minardi a Galli della Loggia
Al signor Ernesto Galli Della Loggiavorrei provare a spiegare perché la cura che il ministro Gelmini propone alla scuola italiana è in contraddizione con la pretesa di voler migliorare la qualità della nostra scuola.
E spiegare a Lei, ma soprattutto all’opinione pubblica le ragioni per cui la protesta di queste settimane nel Paese è una protesta che trova il suo fondamento e la sua giustificazione nell’idea di scuola che noi abbiamo e che, ovviamente, contrasta con la Sua e con quella dell’attuale Ministro dell’Istruzione.
Ma andiamo con ordine.
Ammettiamo che sia vero che in tutti i confronti internazionali i nostri studenti ottengono risultati inferiori a quelli dei loro coetanei, perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria che, ad oggi, continua ad essere riconosciuto da tutti gli organismi internazionali come uno dei migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini.
I dati su questo, come sugli altri segmenti della nostra scuola, sono lì a dirci che per questo governo la scuola deve semplicemente costare di meno. Tutto il resto non conta. Soprattutto non contano le nuove e diverse esigenze dei bambini di oggi in una società sempre più complessa e in continua evoluzione. Anzi meno sanno, meglio è. A tutti vorrei ricordare le parole di Derek Bok, presidente emerito dell’Università di Harvard, quando dice “Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate l’ignoranza”
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leggi tutta la lettera
una maestra arrabbiata
Propongo un mese di permanenza in classe al ministro e ai suoi colleghi, ma son convinta che dopo il primo giorno scapperebbero già a gambe levate in preda ad una crisi di nervi perché come si fa a ridurre in categorie - nelle “loro” categorie poi…- la complessità che viviamo oggi?
Primo: proverebbero che un insegnante serio - e siamo in tanti, checché se ne dica - lavora da un minimo di otto ore a un massimo di 24 ore al giorno, no-stop. E’ un lavoro pervasivo e invasivo, ci portiamo i bambini a casa e nel sonno, le varie problematiche da affrontare, i programmi da condurre, le strategie da trovare. Un docente non basta. Occorre essere preparati, non solo nelle discipline – e dobbiamo esserlo, perché è la società stessa che ce lo richiede, le famiglie, i bisogni diventati primari dei bambini - ma anche in psicologia, in metodologie della conduzione del gruppo, in competenze d’integrazione, nel sostegno degli alunni diversamente abili.
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Effetto contestazioni
Chi valuta positivamente l'operato dell'esecutivo supera di poco il 40%, a fronte del 60% di settembre
La «luna di miele» del Governo con gli elettori è finita? Nessuno può dirlo, ma, certo, il consenso per l'esecutivo guidato da Berlusconi si è notevolmente contratto nelle ultime settimane. In parte, ciò può dipendere dal logoramento solitamente derivante dal tempo trascorso dall'insediamento. In parte, potrebbero aver avuto un effetto, specialmente mediatico, le manifestazioni che hanno connotato di recente il mondo della scuola e dell'università.
Fatto sta che la percentuale di chi dichiara di valutare positivamente l'operato del Governo supera oggi di poco il 40%, a fronte del 60% degli inizi di settembre. E, ciò che è ancora più importante, per la prima volta, la percentuale di chi esprime un giudizio negativo risulta prevalente.
Leggi tutto l'articolo sul "Corriere della sera"
DISCUSSIONE IN SENATO SUL DL 137
Resoconto sommario della discussione in Senato sul DL 137/08 nelle giornate del 21-22-23 ottobre
Nel liceo occupato con mio figlio
DUNQUE. L´altra mattina ho deciso di andare a dare un´occhiata al liceo dove si è appena iscritto uno dei miei figli, lo Scientifico Niccolò Copernico di Prato, che è occupato da lunedì scorso
Mica per nulla: ha più di millequattrocento studenti, e sentire mio figlio quattordicenne dire «occupiamo» o «facciamo autogestione» mi ha un po´ stranito - così sono andato a vedere cosa stavano combinando. Tra l´altro, è lo stesso liceo che ho fatto io, e questo un po´ mi emozionava, ma è pur vero che la sede è cambiata, perciò non correvo il rischio proustiano di sprofondare nella memoria involontaria.
Fin dall´ingresso ho cominciato a constatare qualcosa di sorprendente, di cui vorrei dar conto: si tratta davvero di un´occupazione-modello. Tanto per cominciare, il servizio d´ordine c´è e funziona. Non è nulla di intimidatorio, ma si capisce che gli studenti hanno ben chiaro il pericolo di infiltrazioni che minaccia ogni occupazione, e stanno parecchio attenti. Gliel´ho chiesto: «Chi ve l´ha insegnato a fare un servizio d´ordine come questo?». E la risposta è stata: «L´esperienza». Già, perché i più grandi tre anni fa hanno partecipato a un´altra occupazione e qualcosa l´hanno imparata lì, ma soprattutto ogni anno in questa scuola viene attuato un progetto che si chiama «Agorà», d´accordo con preside e professori, che prevede tre giorni di autogestione totale, per far funzionare il quale gli studenti hanno imparato le tecniche per difendersi dal virus del disordine. D´altra parte, l´occupazione di questo liceo ha luogo anche grazie alla responsabilità che si sono presi preside e docenti, non è conflittuale, ed è basata su un patto di fiducia reciproca: per esempio, le lezioni sono comunque garantite, per tutti quelli che vogliono farle.
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Appello contro la guerra all'intelligenza (o: La lezione degli studenti)
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Leggete tutto l'articolo dal blog di Beppe Sebaste