domenica 26 ottobre 2008

Nel liceo occupato con mio figlio

Lo scrittore Sandro Veronesi tra i ragazzi dell´istituto di Prato che lui stesso aveva frequentato

DUNQUE. L´altra mattina ho deciso di andare a dare un´occhiata al liceo dove si è appena iscritto uno dei miei figli, lo Scientifico Niccolò Copernico di Prato, che è occupato da lunedì scorso

Mica per nulla: ha più di millequattrocento studenti, e sentire mio figlio quattordicenne dire «occupiamo» o «facciamo autogestione» mi ha un po´ stranito - così sono andato a vedere cosa stavano combinando. Tra l´altro, è lo stesso liceo che ho fatto io, e questo un po´ mi emozionava, ma è pur vero che la sede è cambiata, perciò non correvo il rischio proustiano di sprofondare nella memoria involontaria.
Fin dall´ingresso ho cominciato a constatare qualcosa di sorprendente, di cui vorrei dar conto: si tratta davvero di un´occupazione-modello. Tanto per cominciare, il servizio d´ordine c´è e funziona. Non è nulla di intimidatorio, ma si capisce che gli studenti hanno ben chiaro il pericolo di infiltrazioni che minaccia ogni occupazione, e stanno parecchio attenti. Gliel´ho chiesto: «Chi ve l´ha insegnato a fare un servizio d´ordine come questo?». E la risposta è stata: «L´esperienza». Già, perché i più grandi tre anni fa hanno partecipato a un´altra occupazione e qualcosa l´hanno imparata lì, ma soprattutto ogni anno in questa scuola viene attuato un progetto che si chiama «Agorà», d´accordo con preside e professori, che prevede tre giorni di autogestione totale, per far funzionare il quale gli studenti hanno imparato le tecniche per difendersi dal virus del disordine. D´altra parte, l´occupazione di questo liceo ha luogo anche grazie alla responsabilità che si sono presi preside e docenti, non è conflittuale, ed è basata su un patto di fiducia reciproca: per esempio, le lezioni sono comunque garantite, per tutti quelli che vogliono farle.

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