Questi signori forse non sono manco mai entrati in una nostra scuola.
Propongo un mese di permanenza in classe al ministro e ai suoi colleghi, ma son convinta che dopo il primo giorno scapperebbero già a gambe levate in preda ad una crisi di nervi perché come si fa a ridurre in categorie - nelle “loro” categorie poi…- la complessità che viviamo oggi?
Primo: proverebbero che un insegnante serio - e siamo in tanti, checché se ne dica - lavora da un minimo di otto ore a un massimo di 24 ore al giorno, no-stop. E’ un lavoro pervasivo e invasivo, ci portiamo i bambini a casa e nel sonno, le varie problematiche da affrontare, i programmi da condurre, le strategie da trovare. Un docente non basta. Occorre essere preparati, non solo nelle discipline – e dobbiamo esserlo, perché è la società stessa che ce lo richiede, le famiglie, i bisogni diventati primari dei bambini - ma anche in psicologia, in metodologie della conduzione del gruppo, in competenze d’integrazione, nel sostegno degli alunni diversamente abili.
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domenica 26 ottobre 2008
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