Che la cosiddetta “riforma Gelmini” in realtà non sia una riforma è stato riconosciuto da più parti, di diverso orientamento. Non solo dalla Cgil e dall’opposizione politica ma persino da Emma Marcegaglia che – come ha scritto su Repubblica Eugenio Scalfari – di certo bolscevica non è, fino a Famiglia Cristiana o al Movimento Ecclesiale di Impegno Culturale (Azione cattolica). Tutti quanti a sottolineare il fatto che si tratta di un puro e semplice taglio di spesa.
Ma, al di là del contenuto, quello che colpisce – e che indispone – è il metodo seguito per arrivare all’approvazione del decreto 137 ed alla sua conversione in legge. Anche qui, come è stato da più parti rilevato, non c’è stato nessun confronto con il mondo della scuola, con le associazioni professionali, con i pedagogisti. E nessun serio dibattito parlamentare. Questa è forse la cosa più grave, in una democrazia degna di questo nome.
Segue>>>
dal sito di ScuolaOggi
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