lunedì 1 dicembre 2008

Modelli organizzativi e offerta formativa delle scuole

di G. Gandola e F. Niccoli

Il tempo delle iscrizioni alle future classi prime si sta avvicinando e dirigenti scolastici e collegi docenti si pongono il problema di quali modelli orari e organizzativi presentare ai genitori per il prossimo anno scolastico. La questione è complicata dal fatto che siamo nel bel mezzo di una “riforma” avviata, la cosiddetta riforma Gelmini, i cui contorni però sono tutt’altro che definiti, in particolare per quanto riguarda la scuola primaria ove si prospetta un vero e proprio stravolgimento del suo assetto di base. Cerchiamo di fare allora il punto della situazione, sottolineando quel che c’è – sul piano normativo – e quel che non c’è ancora ma che ci potrebbe/dovrebbe essere. Quindi, quali sono gli spazi di movimento consentiti nell’attuale contesto legislativo.

Il quadro normativo.

Innanzi tutto abbiamo due leggi formalmente approvate dal parlamento. La prima è la legge n.133 del 6 agosto 2008 (conversione del decreto legge n.112) che riguarda il contenimento della spesa pubblica. L’art.64 - che stabilisce l’obiettivo primario del risparmio di 8 miliardi di euro nel settore dell’istruzione - prevede che il Ministro dell’Istruzione e il Ministro dell’Economia congiuntamente predispongano un Piano programmatico di interventi di razionalizzazione (comma 3). Questo Piano è stato presentato in data 26 settembre. Per l’attuazione dello stesso dovranno essere adottati uno o più regolamenti (comma 4, art.64).
Abbiamo poi la legge n.169 del 30 ottobre 2008 (conversione del Dl n.137) che – sempre nell’ambito degli obiettivi di razionalizzazione di cui all’art.64 - all’art.4 prevede ulteriormente la reintroduzione dell’insegnante unico nella scuola primaria. Quindi la fine dell’attuale organizzazione modulare. Nello stesso articolo si dice che nei regolamenti si terrà conto “delle esigenze delle famiglie di una più ampia articolazione del tempo scuola”.

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