L’aumento, in parte anticipato negli scorsi mesi, è quello delle rette per la refezione scolastica. Qui davvero il piatto si fa più salato. Gli aumenti scattano per 47.901 famiglie su 62.345. In pratica il 76 per cento. Ma gli aumenti colpiscono in modo diverso a seconda delle fasce di reddito parametrate sull’indice europeo di ricchezza ( Isee). Per quelle con redditi compresi tra 2mila e 6.500 euro (in tutto 36.768 bambini) le tariffe scenderanno da un minimo di 22 a un massimo di 119 euro. La tabella a fianco riporta tutte le variazioni. Con alcune bizzarrie: lo “sconto” per chi ha un reddito Isee inferiore ai 2mila euro (equivalente a 4-6mila euro di reddito effettivo) è di 112 euro, per quelle con reddito tra 4mila e 6.500 (ovvero reddito reale da 13.260 a 16.060) sale invece a 119. Insomma, chi è più povero paga di più, chi è “ricco” paga meno.
«Operazione di equità», ha comunque insistito l’assessore Mariolina Moioli presentando le nuove tariffe perché la manovra introduce anche fasce reddituali nuove per chi supera l’Isee di 6.500. I redditi tra 12.500 e 27mila pagheranno 290 euro in più per le mense nelle scuole d’infanzia e 208 per primarie e secondarie di primo grado. Oltre i 27mila l’aumento è rispettivamente di 440 e 338 euro. «E’ vero ci sono gli aumenti ma da quest’anno il Comune mette in cantiere un intero mese in più a luglio che prima non c’era», rimarca Moioli.
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«Operazione di equità», ha comunque insistito l’assessore Mariolina Moioli presentando le nuove tariffe perché la manovra introduce anche fasce reddituali nuove per chi supera l’Isee di 6.500. I redditi tra 12.500 e 27mila pagheranno 290 euro in più per le mense nelle scuole d’infanzia e 208 per primarie e secondarie di primo grado. Oltre i 27mila l’aumento è rispettivamente di 440 e 338 euro. «E’ vero ci sono gli aumenti ma da quest’anno il Comune mette in cantiere un intero mese in più a luglio che prima non c’era», rimarca Moioli.
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