venerdì 28 novembre 2008

La scure della Gelmini risparmia gli insegnanti di religione.

di Roberta Carlini

Zona protetta, qui non si taglia. E neanche si riordina. I 25.694 insegnanti di religione nella scuola pubblica italiana sono al riparo dallo tsunami di tagli e proteste che l'ha investita. Anzi, sono destinati ad assumere un peso crescente, essendo le loro ore intoccabili nella generale riduzione dell'orario delle lezioni in classe. Lo dice anche la Gelmini: macché maestro unico, c'è anche l'insegnante di religione. Che alle elementari e alle materne fa due ore a settimana per classe. Solo che adesso sono due su 30 (o 40, se c'è il tempo pieno), dall'anno prossimo saranno 2 su 24: l'8,3 per cento dell'orario curricolare.

Quadro orario a parte, a fare i conti in tasca alla spesa della scuola pubblica per gli insegnanti di religione si trova qualche sorpresa. A partire dal numero complessivo: in aumento costante, per le massicce immissioni in ruolo fatte negli ultimi anni. Tra il 2004 e il 2007 sono stati assunti oltre 15mila tra maestri e professori di religione. Adesso superano i 25mila, e cifra più cifra meno costano 800 milioni all'anno. Ottocento milioni pagati da tutti, incomprimibili e insindacabili. E non solo perché oggetto di un accordo sottoscritto con uno Stato estero: non è che nei patti col Vaticano siano stati scritti anche i dettagli organizzativi e burocratici, e spesso sono questi a fare la differenza. Un esempio: mentre da tutte le parti ci si affanna per razionalizzare, accorpare, risparmiare, l'insegnante di religione è attribuito rigidamente per classe. Questo vuol dire che c'è sempre, anche se solo uno studente di quella classe opta per l'insegnamento della religione.

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1 commento:

Anonimo ha detto...

E' un'ingiustizia per tutti i precari che da anni attendono di essere sistemati. In Francia l'insegnamento della religione non è obbligatorio!