sabato 1 novembre 2008

La legge Gelmini conferma i tagli al sostegno per i disabili gravi

Comunicato stampa
Presidenza Osservatorio sulla legalità e sui diritti

Legge Gelmini conferma tagli a sostegno per disabili gravi
Petizione al Capo dello Stato per affermare i principi costituzionali

Con l'approvazione del Senato, il ddl Gelmini è legge. Purtroppo essa non rimedia alla piena attuazione, già decisa da questo governo, della disciplina relativa alla determinazione dei posti di sostegno per gli alunni disabili di cui alla legge finanziaria 2008, cioè alla finanziaria varata dal precedente governo, che prevedeva il rapporto 1:2 fra docente di sostegno e alunni disabili a prescindere dalla gravità.
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La petizione - già sottoscritta da giuristi, medici, psicologi e da centinaia di cittadini - può essere firmata su http://www.aaalegalitadiritti.it/appello.htm

Referendum

L'ormai "legge" Gelmini è abrogabile con un referendum?

Al grido di guerra dato da alcuni esponenti di alcuni partiti e ai consigli di cautela di altri esponenti si è aggiunto questo ... sottolineo la parte in questione.
(Il decreto legge 137 si rifà all'articolo 64 della legge 133)

Chi ha competenza in materia ci sappia rispondere ...
PARLIAMONE NEL FORUM

Articolo 75
È indetto referendum popolare per deliberare l’abrogazione,
totale e parziale, di una legge o di un atto
avente valore di legge, quando lo richiedono cinquecentomila
elettori o cinque Consigli regionali.
Non è ammesso il referendum per le leggi tributarie e
di bilancio, di amnistia e di indulto, di autorizzazione
a ratificare trattati internazionali.
Hanno diritto di partecipare al referendum tutti i cittadini
chiamati ad eleggere la Camera dei deputati.
La proposta soggetta a referendum è approvata se ha
partecipato alla votazione la maggioranza degli aventi
diritto, e se è raggiunta la maggioranza dei voti validamente
espressi.
La legge determina le modalità di attuazione del referendum.

Qui ad Atene noi facciamo così.

Il nostro Governo favorisce i molti invece dei pochi, e per questo viene chiamato democrazia. Qui ad Atene noi facciamo così. Le leggi qui assicurano una giustizia eguale per tutti nelle loro dispute private, ma noi non ignoriamo mai i meriti dell’eccellenza; quando un cittadino si distingue allora esso sarà, a preferenza di altri, chiamato a servire lo Stato, ma non come un atto di privilegio, come una ricompensa al merito e la povertà non costituisce un impedimento, qui ad Atene noi facciamo così.

La libertà di cui godiamo si estende anche alla vita quotidiana, noi non siamo sospettosi l’uno dell’altro, e non infastidiamo mai il nostro prossimo, se al nostro prossimo piace vivere a modo suo, noi siamo liberi, liberi di vivere proprio come ci piace e tuttavia siamo sempre pronti a fronteggiare qualsiasi pericolo.
Un cittadino ateniese non trascura i pubblici affari quando attende alle proprie faccende private ma soprattutto non si occupa dei pubblici affari per risolvere le sue questioni private.
Qui ad Atene noi facciamo così.

Ci è stato insegnato di rispettare i magistrati e ci è stato insegnato anche di rispettare le leggi e di non dimenticare mai coloro che ricevono offesa e ci è stato anche insegnato di rispettare quelle leggi non scritte che risiedono nell’universale senso di ciò che è giusto e di ciò che è buon senso.
Qui ad Atene noi faccaimo così.

Un uomo che non si interessa allo Stato non lo consideriamo innocuo ma inutile e benchè in pochi siano in grado di dar vita a una politica, tutti qui ad Atene siamo in grado di giudicarla. Noi non consideriamo la discussione come un ostacolo sulla via della democrazia, noi crediamo che la felicità sia il frutto della libertà ma la libertà sia solo il frutto del valore.
Insomma io proclamo Atene scuola dell’ellade perchè ogni ateniese cresce prosperando in sè una felice versatilità, la fiducia in se stesso e la prontezza a fronteggiare qualsiasi situazione.
Ed è per questo che la nostra città è aperta al mondo e noi non cacciamo mai uno straniero.
Qui ad Atene noi facciamo così.”


Pericle - Discorso agli Ateniesi, Pericle - Discorso agli Ateniesi, 461 a.C.- 30 ottobre 2008 d.C.

Lettera a una studentessa (Nichi Vendola)

Non hai un solo nome, sei un soggetto plurimo, sei una moltitudine, sei maschile e femminile. Eppure voglio scriverti pensandoti come un singolo, anzi come una singola. Si, come una studentessa: e non certo per pelosa galanteria, ma perché la “cosa” che incarni è così poco militarizzata e gerarchizzata che mi offre una declinazione al “femminile” dei pensieri che mi ispiri. E dunque, cara studentessa anti-Gelmini: ti spio, ti annuso, provo a decifrare il tuo lessico, cerco di indovinare i tuoi gusti e le tue passioni. Hai la faccia anche della mia piccola Ida, che è andata al suo battesimo con la piazza con la serietà con cui ci si presenta ad un esame scolastico.
Il suo primo corteo. Mi sono imposto, per una questione di igiene politica, di non fare paragoni (il 68, il 77, l’85, la pantera): quei paragoni che dicono molto della nostra vecchiezza e poco della giovinezza di chi compone le forme nuove della ribellione al potere. Ho cercato di non sovrapporre la mia epopea, la mia biografia, la mia ideologia, al corpo sociale che tu rappresenti, al processo culturale che tu costruisci, alla radicale contraddizione che tu fai esplodere con la fantasia e il sarcasmo dei tuoi codici comunicativi e della tua contro-informazione.
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Leggi il resto della lettera (fonte Liberazione)

venerdì 31 ottobre 2008

L'articolo della costituzione dice(va)

L'articolo 33 della Costituzione dice(va): L'arte e la scienza sono libere e libero ne è l'insegnamento.La Repubblica detta le norme generali sulla istruzione ed istituisce scuole statali per tutti gli ordini e gradi. Enti e privati hanno il diritto di istituire scuole ed istituti di educazione, senza oneri per lo Stato. La legge, nel fissare i diritti e gli obblighi delle scuole non statali che chiedono la parità, deve assicurare ad esse piena libertà e ai loro alunni un trattamento scolastico equipollente a quello degli alunni di scuole statali. E' prescritto un esame di Stato per la ammissione ai vari ordini e gradi di scuole o per la conclusione di essi e per l'abilitazione all'esercizio professionale. Le istituzioni di alta cultura, università ed accademie, hanno il diritto di darsi ordinamenti autonomi nei limiti stabiliti dalle leggi dello Stato

L'articolo 34 della Costituzione dice(va): la scuola è aperta a tutti. L’istruzione inferiore, impartita per almeno otto anni, è obbligatoria e gratuita. I capaci e meritevoli, anche se privi di mezzi, hanno diritto di raggiungere i gradi più alti degli studi. La Repubblica rende effettivo questo diritto con borse di studio, assegni alle famiglie ed altre provvidenze, che devono essere attribuite per concorso.

Leggi tutto il post preso dal blog pappacaccananna

Dario Fo e la scuola

Dal blog di Beppe grillo



Guarda anche il VIDEO dal Blog di Jacopo Fo. Il premio Nobel dalla parte degli studenti all'Università Statale di Milano.

TESTO COORDINATO DEL DECRETO-LEGGE n. 137

Testo del decreto-legge 1° settembre 2008, n. 137 (in Gazzetta Ufficiale - serie generale - n. 204 del 1 settembre 2008), coordinato con la legge di conversione n. 169 del 30 ottobre 2008 (in questa stessa Gazzetta Ufficiale alla pag. 4), recante: «Disposizioni urgenti in materia di istruzione e universita». (GU n. 256 del 31-10-2008)

Scarica il testo completo così come pubblicato oggi sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica

(account name e password ambedue: vivalascuola)

Università - Napolitano: "Governo apra a confronto"

Dall'incontro a Milano con i rettori universitari e gli studenti il presidente della Repubblica ha ricavato una chiara impressione: sia gli studenti che i rettori non vogliono soltanto dire dei "no", vogliono un confronto nel merito nelle proposte di riforma dell'università. Perciò Napolitano chiede "a chi ha responsabilità di governo in questo campo cruciale di essere pronto ad aprire una discussione". "E' necessario - aggiunge prima di lasciare Milano con un bilancio positivo della giornata - sentire le ragioni dell'università espresse nel modo più disinteressato e costruttivo come mi pare possa farsi con l'organismo rappresentativo dei rettori".

Che i politici ci lascino fare .... (opinione personale)

Visto che io, nella persona di "vivalascuola", son molto orgogliosa di come questa protesta sia partita dal basso, sono anche dell'opinione che i politici (sia di destra che di sinistra) dovrebbero lasciare spazio alla nostra espressione senza cavalcare l'onda per scopi elettorali!
Poi, magari ci aiutino in parlamento, dove noi non possiamo entrare, con delle proposte valide!

Diciamolo forte che noi della protesta siamo teste pensanti e non fantocci strumentalizzati dai partiti!!!!

Cito qui una frase di Gad Lerner che ho letto ora sul suo blog:
" ... Fossi stato in Veltroni e Di Pietro, avrei evitato di andare in piazza, rispettando l’autonomia della protesta. Che bisogno hanno di metterci il cappello? Chissà che a difesa della scuola e della ricerca non sorgano alleanze inedite, fuori dai nostri schemi antiquati..."

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Università - Lettera del Rettore del Politecnico

ari Allieve e Allievi del Politecnico di Milano,

In questi giorni ho ricevuto molti messaggi da parte Vostra.

In essi vi sono domande volte a cercare di comprendere meglio la attuale situazione, sono espresse preoccupazioni per il futuro di Voi giovani e del nostro Ateneo.

Siamo tanti, più di 2.500 fra docenti, tecnici e amministrativi, quasi 40.000 gli allievi: non possiamo certo riunirci tutti.

Userò quindi il web per mettere a Vostra disposizione quello che so e che ho imparato in questi anni, presentandovi soprattutto i punti che non sempre appaiono chiari nel confuso dibattito che i media ci presentano. Cercherò di individuare i vostri dubbi e di rispondere alle vostre domande. Presenterò le mie opinioni e il percorso che stiamo intraprendendo, terminerò con alcune conclusioni.

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leggi il resto della lettera

prossimi appuntamenti a Milano


Mercoledì, 5 novembre 2008

alle ore 17.30
si terrà una nuova assemblea delle scuole di Milano
alla scuola Muzio di via Emanuele Muzio 5
per decidere come andare avanti nella protesta

M3 fermata Sondrio, 90/91, 92, 43

Martedì, 4 novembre 2008
alle 20.30
scuola elementare di via San Giusto
QUALE FUTURO PER LA SCUOLA PUBBLICA?
Incontro di approfondimento

Martedì, 4 novembre 2008
alle 20.30
scuola di via Gabbro
ASSEMBLEA
Interverranno: Alfia Nicotra, insegnante CGIL Scuola
Prof.ssa Concetta Piazzetta, insegnante e Presidente del Centro Culturale Italo Calvino
Antonella Loconsolo, mamma di ReteScuole

Lunedì, 3 novembre 2008
alle 21.00
Il gruppo scuole zona 3
si riunirà in Tajani
per decidere sulle proposte che porteremo in Assemblea come gruppo.

abbiamo bisogno di diffondere gli appuntamenti
per coinvolgere nuove teste ed energie

PARTECIPATE NUMEROSI

Sciopero della scuola - testimonianze


Roma


Milano (non eravamo 4 gatti!!!)

VIDEO
mamme e bambini (repubblica.it)

VIDEO
le maestre in piazza (repubblica.it)

VIDEO
striscioni e cori (repubblica.it)

giovedì 30 ottobre 2008

La rivolta del popolo della scuola.

A Milano una manifestazione per la scuola così grande (200.000? 300.000?) non solo non l'avevamo mai vista: non la immaginavamo. Quando la testa è arrivata in Duomo la coda stava ancora muovendosi, dalla parte opposta, a poche centinaia di metri: abbiamo circondato tutto il centro. Ci siamo mossi alle 9.00, e la coda è riuscita a entrare in piazza alle 13.30. E' piovuto e pure grandinato sul corteo. La gente, semplicemente, ha aperto l'ombrello ed è andata avanti. Una premonizione positiva ce l'avevamo avuta in occasione della fiaccolata del 28 quando ci siamo ritrovati in qualche migliaio. Alla questura avevamo detto: "massimo 200, a quell'ora lì chi volete che venga!". La questura di Milano ormai è abituata a non tener più in conto i numeri previsionali che le forniamo. Sono sempre al ribasso.
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leggi tutto l'articolo di M. Corsi dal sito di Retescuole

L'importante è non mollare!!!

Uno sciopero senza precedenti. Secondo lo stesso MIUR le adesioni raggiungono il 57 per cento del personale della scuola. Una media che segnala il fatto che in molte realtà di fatto le scuole sono rimaste chiuse.
A Milano, ad esempio, stando ai dati dell'Usp, ha scioperato oltre il 70 per cento degli insegnanti, il 54 per cento del personale Ata, addirittura il 43 per cento dei dirigenti scolastici, categoria tradizionalmente restia ad aderire a uno sciopero.

Adesso il ministro Gelmini non ha più alibi: la sua legge non piace al mondo della scuola. Con quali conseguenze? Difficile fare previsioni, anche perchè pare che più che la convinzione di avere idee valide da sostenere la maggioranza di governo sembra più arroccata su pregiudizi di parte.
Molto comunque dipenderà anche dalla tenuta della rivolta alla legge.

Insomma lo sciopero e le manifestazioni in atto (anche qui senza precedenti) potrebbero diventare uno scoglio che nemmeno questa maggioranza potrebbe superare. Del resto basti ricordare quel che è successo alla Moratti con la legge 53: al momento di fare i regolamenti applicativi l'operazione è andata in confusione. Quella legge è ancora lì inapplicata. Quel che si dice agire senza consenso. E la Gelmini di consenso ne ha raccolto ancor meno che la Moratti.

Dal sito di ScuolaOggi

Sciopero della scuola corteo a Milano

(istituto comprensivo statale Luigi Galvani Milano)












Nessuna cifra ufficiale ma i manifestanti, partiti stamane alle 9.30 da piazza Cairoli, hanno finito per riempire interamente piazza del Duomo a Milano per protestare contro la "non riforma" della scuola voluta dal ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini. La manifestazione, alla cui testa sfilavano Retescuole con i docenti delle scuole primarie, accompagnate da molti genitori e bambini, si è svolto in un clima del tutto privo di tensione, E' un corteo colorato e pacifico "Le nostre maestre sono già uniche", gridano i bambini delle elementari armati di fischietti e tamburi. Dicono no alle classi ponte e ai tagli all'istruzione sia i genitori che le insegnanti che hanno manifestato fianco a fianco. Al seguito gli studenti delle superiori raggiunti in coda anche dagli universitari milanesi che si sono trovati nella vicina piazza Cordusio, che hanno dedicato la manifestazione di oggi ad Abdoul 'Abba' Guiebre, il ragazzo di colore ucciso a Milano lo scorso 14 settembre. Sulla statua di Vittorio Emanuele II in piazza Duomo campeggia lo striscione: "la scuola è il futuro dell'Italia".

il movimento che viene dal basso!

Il giorno dopo
Articolo di M. Corsi di retescuole,
vi invito a leggerlo!

Il governo ha convertito in legge il decreto 137. Lo ha fatto a gran velocità, come sta accadendo per tutti i provvedimenti che riguardano la scuola e l'università. Si è giustamente condannata quest'arroganza, ma non ci si è soffermati sul perché: perché coartare tempi, porre la fiducia, impedire dibattiti? Per disprezzo nei confronti delle Camere? Ma se dispongono di una maggioranza larghissima! La risposta mi pare semplice: discussioni parlamentari prolungate avrebbero facilitato la circolazione di informazioni tra genitori e insegnanti, e dunque avrebbe aumentato la loro capacità di reazione. Hanno sbagliato i calcoli? Direi di sì.

Il movimento, questo movimento, non cessa d'allargarsi. Non credo che i nostri governanti, ed anche l'opposizione, si rendano davvero conto di quel che sta accadendo nel Paese. E' un movimento dal basso, molecolare, incontrollato che sta prendendo forma dall'inizio di settembre, anche se della sua esistenza i media si sono accorti solo ora. Le sue molecole sono i comitati misti genitori-insegnanti delle elementari e delle scuole d'infanzia. Solo nel milanese ne sorgono di nuovi quotidianamente. Il governo dice che sono manovrati dalla sinistra. Magari, qualcuno di noi potrebbe dire. E invece è proprio la scomparsa della sinistra e di una credibile e combattiva opposizione che ha fatto comprendere a tutti che per salvare la scuola si doveva far da sé, senza delegare.
...

segue

in marcia ...

Siamo al 30 ottobre
... non dimentichiamoci
dello sciopero!!!


Il percorso del corteo
Qui trovate qualche notizia
e anche qui!

Io ci sono
e porto anche i miei figli!

mercoledì 29 ottobre 2008

Ecco, un grazie ai blog e alle mailing list

In una delle varie mailing list in cui mi sono iscritta per tenermi aggiornata è apparsa questa lettera. Purtroppo non so a chi risalire per chiedere il permesso di pubblicarla nel blog.
Io mi prendo la responsabilità di riportarla qui, perchè lo trovo un fatto grave ed è giusto che la notizia circoli.
(vivalascuola)

"scrivo da San Vincenzo (in provincia di Livorno). Oggi in tutti i paesi del circondario e anche nella nostra scuola si sono presentati i carabinieri chiedendo (nel nostro caso) la lista di chi ha aderito allo sciopero di giovedì, in altre scuole per sapere se ci sono stati problemi con i ragazzi (stiamo parlano di istituti comprensivi: infanzia-medie!!!) o con gli insegnanti e il personale.
Per me questo è un atto inammissibile e una prevaricazioni di diritti inviolabili.
Questi fatti secondo me spostano nettamente l'attenzione dal problema 1- 3 o 10 maestri a: cosa veramente puntano? cosa stanno facendo al nostro paese?
Barbara
PS: sono solo una mamma, non un insegnante!"

Idv e Pd: ORA REFERENDUM!!!

Lo striscione è molto esplicito: "Passa la Gelmini: referendum".
Ad esporlo sono alcuni senatori del Pd e dell'Italia dei valori che, subito dopo il via libera definitivo al Dl Gelmini in Aula, scendono sotto il Senato dove da ieri manifestano gli studenti.
A tenere lo striscione sono il senatore democratico Ignazio Marino e i colleghi dell'Idv Stefano Pedica, Elio Lannuzzi, Giuliana Carlino e Fabio Giambrone.
Poi scende anche la capogruppo del Pd, Anna Finocchiaro che insieme al capogruppo dell'Idv, Felice Belisario, si intrattiene a parlare con gli studenti che protestano.

Roma, 29 ott. (Apcom)

Disordini ... provocati?

Reportage video da repubblica.it dove C. Maltese denuncia fatti secondo me gravi!

Appello degli studenti letto dalla Finocchiaro

La protesta intorno al Senato

ROMA (piazza Navona) - I più irriducibili erano qui già prima delle nove del mattino già con gli striscioni e a gridare slogan. Intono alle 9,30 un paio di cortei sono confluiti in piazza Navona mentre si faceva più consistente lo schieramento delle forze dell'ordine. Pochi ancora gli universitari. Numerosi giovani e giovanissimi. Alcuni docenti nell'idnedito ruolo di servizio d'ordine: "Abbiamo la scuola occupata qui dietro, i nostri ragazzi sono qui in piazza e vogliamo controllare che non ci siano infiltrati perché oggi può succedere qualsiasi cosa."

Intanto un altro corteo è entrato in corso Rinascimento e si è fermato a ridosso delle camionette della polizia che hanno stretto i cordoni proprio a pochi metri dall'ingresso nobile di Palazzo Madama.

L'hanno approvata
Poi arriva il grido: "La riforma è stata approvata". Ma non c'è reazione. Non risulta ancora chiaro. WQualche sguardo smarrito e il brusio che sale

"E ora referendum"
Escono alcuni senatori e alzano uno striscione: "La legge è passata, ora referendum". Si avviano verso gli studenti e quello del referendum sembra essere diventato una nuova parola d'ordine, urlata dalla piazza.

La Finocchiaro sulle barricate
Esce anche il capogruppo del Pd Anna Finocchiaro, passa le transenne, prende il megafono di uno degli studenti e improvvisa un comizio: "Il referendum è una buona idea. E' uno strumento per far comprendere a questi signori che si sono tappati le orecchie ( e la Gelmini anche la bocca) che su questioni così complicate serve discutere con l'intero Paese"

(Alessandra Vitali - da Repubblica.it)

Legge Gelmini: la vergogna del Palazzo

Il decreto Gelmini è diventato legge dello Stato. Una pagina nera della democrazia italiana è stata scritta. Fuori dal Palazzo assediato, studenti, genitori e professori erano i testimoni muti dell’arroganza di una politica incapace di ascoltare i cittadini.

Alle 10,36 di questa mattina l’agenzia Ansa rilanciava la notizia: il decreto Gelmini è diventato legge.

++ SCUOLA: SI’ SENATO A CONVERSIONE DECRETO, E’ LEGGE ++ VOTA A FAVORE LA MAGGIORANZA, CONTRO PD, IDV E UDC (ANSA) - ROMA, 29 OTT - Il Senato approva, in via definitiva, la conversione in legge del decreto Gelmini sulla scuola con 162 a favore, 134 controri e tre astenuti. Il provvedimento, approvato il 9 ottobre dalla Camera, non e’ stato modificato dai senatori e ora e’ legge. (ANSA). SES 29-OTT-08 10:36 NNN

Nonostante un numero impressionante di cittadini studenti e cittadini professori da giorni chiedessero non solo al governo, ma anche all’opposizione, di fare tutto il possibile per impedire la devastazione dell’istruzione pubblica italiana. La maggioranza ha scelto di trasformare la democrazia in potere.

La vicenda del decreto Gelmini non deve essere circoscritta alla sola ‘materia istruzione’. Perchè è l’ennesimo segnale, in tempi molto ravvicinati, di un modo di intendere la vita democratica che non ha precedenti nella storia repubblicana italiana.

Il Parlamento, anche in anni lontanissimi, ha sempre tenuto conto dei sentimenti più profondi del Paese. L’opposizione è sempre stata capace di far comprendere ai cittadini contrari alla linea dell’esecutivo di esser lì, nella stanza dei bottoni, per difenderne ideali ed interessi.

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Leggi tutto l'articolo di Roberto Barbera

Seduta al Senato

Brevissimo riassunto dei punti principali.

L’inizio di seduta è stato difficile, la calma è arrivata solo dopo una lunga interruzione decisa dal presidente Schifani che ha convocato una riunione straordinaria dei capigruppo.
I capigruppo dell’ opposizione (Finocchiaro del PD, D'Alia dell’UDC e Belisario dell’ IdV) hanno chiesto al presidente di sospendere l'esame del decreto o quanto meno di garantire maggiore spazio alla discussione.
Al contrario Gasparri (capogruppo PdL) e Bodega (Lega) hanno insistito perché venissero rispettati gli accordi raggiunti già nel primo pomeriggio dalla Confederenza dei capigruppo.
Accordi che prevedevano il rispetto di tempi precisi e - comunque - la chiusura del dibattito e del voto sugli emendamenti entro la serata del 28.

L’esame dell’articolo 4 sul “maestro unico” è stata particolarmente vivace, più volte l’opposizione ha chiesto al ministro Gelmini, presente in aula, di dare risposte chiare su diverse questioni (ci sarà ancora il tempo pieno ? il “maestro unico” sarà proprio unico o piuttosto prevalente ?); ma il Ministro non è intervenuta.

Molto dibattuto anche l’articolo 5 sui libri di testo: la norma contenuta nel decreto prevede infatti adozioni quinquennali considerate eccessive dall’opposizione che ha invece chiesto di introdurre disposizioni che consentano la detassazione delle spese per i libri scolastici.
Come si è detto tutti gli emendamenti sono stati respinti, si riprende il 29 ottobre alle ore 9 con le dichiarazioni di voto. Le votazioni finali sono previste per le ore 10.
A meno di ripensamenti notturni (peraltro molto improbabili allo stato attuale dei fatti), nella tarda mattinata del 29, il decreto 137 sarà legge dello Stato.

martedì 28 ottobre 2008

La Gelmini non vuole bene alla scuola

Ho capito che Maristella Gelmini sarebbe andata a sbattere quando l’ho vista in posa sulla copertina di “Panorama”, sdraiata sullo scalone del Ministero della Pubblica Istruzione con un vestitino alla Audrey Hepburn, le braccia incrociate dietro la testa. Complimenti al fotografo, un po’ meno all’onorevole che pure nella sua rapida carriera aveva dato prova di capacità politiche non indifferenti.
Forte dei sondaggi che la indicano al vertice della popolarità grazie al voto in condotta, i grembiulini e altri provvedimenti vintage d’omaggio alla scuola che fu, la ministra dev’essersi gasata un po’ e ha ignorato che stava operando in un luogo speciale, dove, se apri una vertenza, è d’obbligo premunirsi col massimo della delicatezza.
Colpa delle corporazioni, dei sindacati, dei baroni universitari, della solita rivolta italiana contro la meritocrazia? Senz’altro c’è anche questo, e la Gelmini avrà pensato di riscuotere sempre più consensi lanciando una crociata contro i fannulloni e gli sprechi della scuola. Il metodo Brunetta applicato a un’istituzione gigantesca, facendo buon viso al cattivo gioco imposto dalla Finanziaria di Tremonti che richiede subito tre miliardi di tagli alla Pubblica Istruzione (più o meno la somma stanziata per pagare i debiti e gli ammortizzatori sociali dell’Alitalia) e lascia intendere che seguiranno altre sforbiciate.

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leggi tutto l'articolo di Gad lerner (Vanity fair)

SCUOLA APERTA…...ASPETTANDO LO SCIOPERO

Mercoledì 29 ottobre 2008
presso la scuola media Franceschi
di via Cagliero a Milano


I docenti invitano i genitori e gli insegnanti ad una serata di
informazione e partecipazione sui cambiamenti che vedranno coinvolta la
scuola.
Sarà un occasione per spiegare i perché dello sciopero del giorno
successivo e magari organizzare la partecipazione alla manifestazione
che si terrà anche a Milano il 30 (oltre che a Roma) genitori e
insegnanti insieme, oltre che per aggiornarci sull'approvazione del
Decreto Gelmini.

PROGRAMMA:
20.00—accoglienza e presentazione
20.30—proiezione di alcuni episodi del film “L’amore che non scordo”
21.00 – dibattito
21.30—piccolo buffet
22.00—proiezione del video “Compresenze” materiali di lavoro del tempo
prolungato
22.15—dibattito
22.45—chiusura in musica (intervengono alcuni ex studenti della Franceschi)

NON CHIAMIAMO RIFORMA UN SEMPLICE TAGLIO DI SPESA

«il grembiulino e il voto di condotta sono condivisibili, ma sono cose marginali, direi futili. Colpire la scuola e l'università significa colpire il cuore pulsante di una nazione».

Secondo gli esperti, nell’andamento dell’economia il capitale umano vale fino all’80 per cento della ricchezza. È ovvia, quindi, l’importanza che l’istruzione ha nello sviluppo. Eppure, in Italia c’è chi fa finta d’ignorarlo. E non ci si preoccupa se due terzi della popolazione, tra i 16 e 65 anni, presenta "insufficiente competenza alfabetica funzionale" (cioè, ha difficoltà 17 volte più della media europea a usare il linguaggio scritto per un ragionamento, anche modesto).

Studenti e professori hanno seri motivi per protestare. E non per il voto in condotta o il grembiulino (che possono anche andar bene), ma per i tagli indiscriminati che «colpiscono il cuore pulsante di una nazione», come dice il filosofo Dario Antiseri. Nel mirino c’è una legge approvata di corsa, in piena estate. La dicitura è roboante: "Riforma della scuola"; più prosaicamente "contenimento della spesa", a colpi di decreti, senza dibattito e un progetto pedagogico condiviso da alunni e docenti.

Non si garantisce così il diritto allo studio: prima si decide e poi, travolti dalle proteste, s’abbozza una farsa di dialogo. Il bene della scuola (ma anche del Paese) richiede la sospensione o il ritiro del decreto Gelmini. Per senso di responsabilità; l’ostinazione, infatti, è segno di debolezza. Né si potrà pensare di ricorrere a vie autoritarie o a forze di polizia. Un Paese che guarda al futuro investe nella scuola e nella formazione, razionalizzando la spesa, eliminando sprechi, privilegi e "baronìe", nonché le "allegre e disinvolte gestioni".

Ma i tagli annunciati sono pesanti: all’università arriveranno 467 milioni di euro in meno. Nei prossimi cinque anni il Fondo di finanziamento si ridurrà del 10 per cento. Solo il 20 per cento dei professori che andranno in pensione verrà sostituito. Come dire: porte chiuse all’università per le nuove generazioni.

Tremonti ha dettato la linea, la volenterosa Gelmini è andata allo sbaraglio, spacciando per riforma la scure sulla scuola. Nessun Governo era giunto a tanto, anche se i vari ministri dovevano sempre chiedere in ginocchio le briciole al Tesoro. Oggi l’università italiana ha una "produttività" pessima, ha il record mondiale dei fuori corso, la metà delle matricole non arriva alla laurea. Per i dottorati di ricerca stiamo peggio della Grecia: 16 ogni mille abitanti (in Francia sono 76 e in Germania addirittura 81).

Che contributo si può dare alla formazione del capitale umano tra resistenze e tagli di bilancio? Pochi sanno che lo stipendio dei professori universitari non è regolato da contratto nazionale ma, come per magistrati e parlamentari, aumenta automaticamente ogni due anni, senza controllo. Gli stipendi si portano via l’88 per cento del Fondo dello Stato alle università. Percentuale destinata a salire con i tagli, con grave danno a didattica e ricerca. La riforma dell’istruzione la chiedono tutti. Nessuno, però, la ritiene una "priorità". Si procede solo con slogan nelle piazze e improvvisazioni politiche.

Un Paese in crisi trova i soldi per Alitalia e banche: perché non per la scuola? Si richiedono sacrifici alle famiglie, ma costi e privilegi di onorevoli e senatori restano intatti. Quando una Finanziaria s’approva in nove minuti e mezzo; quando, furtivamente, si infilano emendamenti rilevanti tra le pieghe di decreti legge, il Parlamento si squalifica. Ci siamo appena distratti, che già un’altra norma "razziale" impone ai medici di denunciare alla polizia gli immigrati clandestini che bussano al pronto soccorso.

Dario Antiseri (filosofo)

Berlusconi ha fatto male i conti: Il mondo vuole il modello "emiliano" di scuola

BOLOGNA - A New York sono sorte negli ultimi dieci anni scuole materne ed elementari che copiano quelle emiliane perfino negli arredi. Via i banchi, le classi prendono l'aria delle fattorie reggiane che ispirarono Loris Malaguzzi, con i bambini impegnati a impastare dolci sui tavolacci di legno, le foglie appese alle finestre per imparare a conoscere i nomi delle piante.
Si chiama "Reggio approach", un metodo studiato in tutto il mondo, dall'Emilia al West, con associazioni dal Canada all'Australia alla Svezia.

Se la scuola elementare italiana è, dati Ocse, la prima d'Europa, l'emiliana è la prima del mondo, celebrata in centinaia di grandi reportage, non soltanto la famosa copertina di Newsweek del '91 o quello del New York Times un anno fa, e poi documentari, saggi, tesi di laurea, premi internazionali. Non stupisce che proprio dalle aule del "modello emiliano", quelle doc fra Reggio e Bologna, sia nata la rivolta della scuola italiana. La storia dell'Emilia rossa c'entra poco.
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leggi tutto l'articolo da repubblica.it

Materiale divulgativo: Protesta Positiva!



Da Viva La Scuola:
Volantino B/N (doppio su A4)
Volantino Colori (A4)
Logo "protesta positiva"

Dal sito ReteScuole:
Sul maestro unico
sul tempo pieno

(account name e password ambedue: vivalascuola)

Gelmini convoca i genitori. Le associazioni: "Dialogo in salita"

28/10/2008
Dopo aver incontrato gli studenti la scorsa settimana, oggi il ministro dell'Istruzione, Mariastella Gelmini, riceverà al dicastero di viale Trastevere le associazioni dei genitori. All'ordine del giorno il decreto con le contestate misure sulla scuola in votazione al Senato. Tra le associazioni convocate, il Moige, l'Agesc, l'Age, il coordinamento dei genitori democratici. E proprio quest'ultimo avverte: "Il dialogo parte in salita: siamo stati convocati con una telefonata e, peraltro, il giorno prima del voto finale sul decreto al Senato, che dibattito ci può essere?". Gli incontri partiranno dalle 13.

Un ottobre da ricordare

La mobilitazione sociale nelle piazze d’Italia, in questi giorni, per protestare contro i provvedimenti governativi, costituisce una sfida e una speranza, un’occasione storica per i cittadini perché riflettano sul loro status di elettori e di irrinunciabili protagonisti, pur nei complessi meccanismi congiunturali, del cambiamento sociale, anche (o, forse, soprattutto) col silenzio e l’inazione. Essi rappresentano quella “base” a cui la politica e i sindacati non hanno mai dato dignità di interlocuzione, operando scelte quasi mai aderenti alla loro sensibilità e alle loro attese; e questo governo ne costituisce il massimo esempio, a dispregio dell’insistita e corale richiesta di rivedere scelte devastanti per il destino di molte persone. La forza immensa che si sta esprimendo anche trasversalmente, rispetto alle forze politiche di maggioranza e di opposizione, non può spegnersi senza aver prodotto qualcosa; ma per lasciare traccia essa deve organizzarsi - subito – elaborando delle soluzioni migliorative a futura memoria sui grandi problemi dibattuti, dalla scuola alla giustizia, dall’ambiente all’informazione. Dovrebbe fare esattamente ciò che i partiti finora non hanno fatto: tenere conto della competenza e della saggezza di chi vive quotidianamente i problemi reali pagando spesso sulla propria pelle il prezzo di scelte politiche inavvedute; l’esito di questo ascolto - con ampio coinvolgimento sul territorio di cittadini sensibili e di esperti nei vari settori professionali - anche nella forma semplice di check list, con le cose che andrebbero conservate così come sono e quelle, invece, da cambiare, andrebbe infine consegnato alle forze politiche ed istituzionali locali e nazionali. Senza farsi illusioni, naturalmente, essendo quasi certo che le proposte resteranno inascoltate, soprattutto, da parte di questo governo schiacciasassi che ha già deciso tutto per tutti, anche se parla di dialogo e di confronto (cosa che finora non ha mai fatto); ma di questa epopea straordinaria, insisto a dire, non possono non documentarsi in qualche modo le istanze profonde, da rivolgere a chi vorrà ascoltarle, ora o poi.
Non è casuale quanto sta accadendo; abbiamo compreso in molti che urge un salto evolutivo nel concetto e nelle forme di una democrazia compiuta, attraverso il coinvolgimento ampio e organizzato dei cittadini, perché si trovino soluzioni condivise e durature allo stato di malessere e di esclusione che si avverte da decenni; chiodi sulla roccia che siano il superamento di ideologie e contrapposizioni, avendosi finalmente considerato, con equità, gli interessi di tutti e soprattutto dei più deboli.

Giovanni Nuscis dal blog la poesia e lo spirito

lunedì 27 ottobre 2008

La lingua batte dove il dente duole ... il tempo pieno!

Scusate se torniamo sempre a battere su questo argomento ma ... a noi sta a cuore la qualità e abbiamo i nostri dubbi che si possa raggiungere con la strada del "maestro unico"! (vivalascuola)

Tempo pieno con un solo maestro


Come salvare le 40 ore settimanali senza rinunciare all'insegnante unico? I buchi del decreto e il silenzio dei sindacati

Una delle cose che non si capiscono è come sia possibile il gioco di prestigio di salvare il tempo pieno – cioè 40 ore di scuola per gli alunni, al mattino e al pomeriggio – senza rinunciare all’insegnante unico. Il decreto afferma semplicemente che anche nel tempo pieno ci saranno, invece dei due insegnanti attuali, un solo insegnante.
Come è possibile questo? Cerco di spiegarlo, almeno intuitivamente. E mi scuso con i lettori per il linguaggio un po’ tecnico che, però, spero sia capito almeno dai docenti.

Leggi tutto l'articolo di Giuseppe Caliceti

Legambiente contro la riforma Gelmini

L'invito è a partecipare alla manifestazione per lo sciopero generale del 30 ottobre a Roma

Con meno scuola per tutti ci sarà anche meno coesione sociale, che gli enti locali si troveranno a gestire sui territori. ....
.... La coesione sociale è il maggiore punto di forza dell´istituzione scolastica, e la riforma Gelmini ha, fra le varie ricadute negative, proprio quella di inficiare il ruolo di "collante sociale" svolto dalla scuola PUBBLICA italiana.

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Corteo bipartisan al Senato

ROMA - Kefiah e teste rasate. Stelle rosse e magliette nere. I ragazzi del Blocco Studentesco, vicini alla destra radicale, sfilano con i giovani delle organizzazioni studentesche di sinistra. Insieme bloccano le strade del centro di Roma, da Piazza della Repubblica fino a piazza Navona: in tutto migliaia di giovani delle scuole superiori. Secondo gli organizzatori addirittura 20mila ragazzi. Tensioni? Sì, e anche qualche spintone dopo che da qualche militante parte qualche "Duce, duce". Il corteo che si divide ma alla fine al Senato arrivano tutti insieme.
E si dicono tutti d'accordo: "E' una manifestazione apartitica e apolitica - dicono - senza firme né bandiere. Siamo uniti contro la riforma Gelmini".

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domenica 26 ottobre 2008

Parole di maestro!

(lettera indirizzata a Piero Ricca)

sono un insegnante di un Istituto Superiore di Verbania. Non sono iscritto ad alcun partito, ho oltre 25 anni di servizio e non ho interessi personali o di parte da difendere, ho solo il desiderio di esprimere il mio pensiero sulla “riforma Gelmini” (tra virgolette!).

Una premessa mi sembra doverosa: la Scuola non è un’azienda il cui obiettivo è produrre utili. La Scuola deve garantire il principio costituzionale della libera educazione e cultura per Tutti. Ma proprio tutti. Anche del figlio dei pastori della Barbagia, del contadino del Tavoliere delle Puglie e dell’allevatore delle nostre Valli Ossolane.
Detto questo, è risaputo che tante cose non vadano bene. Tutti concordano, gli insegnanti in testa, che ci sia molto da fare per rendere più efficiente il sistema scuola nel complesso. Ed è proprio di questo che voglio parlare.

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leggi il resto della lettera sul blog di Piero Ricca

non solo Roma ... anche Milano


giovedi, 30 ottobre 2008
la manifestazione studentesca partirà da
Largo Cairoli alle ore 9.00

si dirigerà poi all'Università Statale per rappresentare anche nel percorso il filo che unisce le rivendicazioni della scuola con quelle dell'università.

Speriamo che in quella piazza possano mescolarsi e confondersi tutte le identità che apparentemente ci dividono perché appaia un solo colore: quello di una scuola e di una università pubblica che non si arrendono.
(Assemblea delle Scuole del Milanese)


L'invito di Vivalascuola è rivolto soprattutto ai genitori,
che vengano in molti insieme ai loro figli!!!!

Analisi del piano programmatico

Scheda di analisi del piano presentato dal Ministro Gelmini in attuazione della manovra economica del Governo (DL n. 112 del 25 giugno 2009, convertito in legge n. 133 dell'8 agosto 2008) per gli effetti che l'attuazione dello stesso determinerà sulla rete scolastica, sulla sopravvivenza di molte scuole nei piccoli comuni e sui tagli agli organici di tutto il personale della scuola con le pesanti ricadute sul personale precario e sulle prospettive di stabilizzazione del lavoro nella scuola.

Flc-Cgil

Scarica qui il documento
(account name e password ambedue: vivalascuola)

Il maestro unico-prevalente

Visibilmente in difficoltà e per non smentire il presidente Berlusconi , il Ministro Gelmini ha pronunciato oggi in Senato parole sorprendenti per un lato e inequivocabili dall’altro.

Sorprendenti per l’introduzione dell’ossimoro unico-prevalente o per la dichiarazione sugli 87.000 insegnanti in meno che non sarebbero licenziati perché purtroppo sono già precari.

Inequivocabili perché ha affermato con chiarezza che è abolita l’organizzazione a moduli (tre insegnanti su due classi) e sono escluse tutte le forme di compresenza. Da questo si deduce che l’eventuale estensione oraria affidata dal decreto a futuri regolamenti è da intendersi come aggiuntiva e facoltativa, in altre parole un vecchio doposcuola.

Marilena Adamo – Senatrice PD

Riflessioni sulla riforma ...

Un gruppo di insegnanti dell’Istituto Comprensivo di Guastalla (RE) ha sentito l’esigenza di confrontarsi e di stendere un documento con le loro riflessioni sulla riforma Gelmini.
Il testo che segue è stato sottoscritto dal 90% degli insegnanti della scuola primaria e da alcuni colleghi della scuola secondaria di primo grado.


Al Ministro dell’Istruzione
Al Collegio Docenti
Al Presidente del Consiglio d’Istituto
Alle organizzazioni sindacali

Gli insegnanti dell’ Istituto Comprensivo “ Ferrante Gonzaga” di Guastalla sentono di dover esprimere profonda preoccupazione per i cambiamenti che la nuova riforma porterà.
In una società complessa e in continua evoluzione è anacronistico pensare che una scuola come quella ipotizzata possa rispondere alle esigenze educative, culturali, sociali e di integrazione che quotidianamente si affrontano.
Questo documento non ha scopi di mobilitazione sindacale, ma esprime la consapevolezza di non poter far fronte, in maniera professionale ed efficace, alle molteplici richieste a cui la scuola è chiamata.
Nel corso degli anni la scuola primaria è andata rinnovandosi costantemente, si è adeguata ai tempi e ai ripetuti cambiamenti legislativi cercando di innalzare i propri livelli e rimettendo spesso in discussione il proprio modo di operare: abbiamo adeguato le nostre competenze professionali, abbiamo approfondito le specificità delle discipline secondo una pedagogia della condivisione e abbiamo istaurato nuove e positive relazioni con gli alunni e le famiglie.
Non è possibile individuare alcuna giustificazione pedagogica ai cambiamenti che coinvolgeranno la scuola primaria.

In nome di una razionalizzazione delle risorse si prospetta:
• una forte riduzione del tempo scuola ( da 30 a 24 ) che implicherà un impoverimento dell’ offerta formativa: meno ore per le discipline e meno strumenti per capire il mondo.
• Ripristinare l’insegnante unico vorrà dire cancellare la compresenza tra docenti rendendo impossibili le attività a piccoli gruppi di recupero, potenziamento, alfabetizzazione e di laboratorio; un unico docente non potrà più far fronte all’esigenza di integrare gli alunni diversamente abili, né alunni dislessici, iperattivi, con difficoltà di apprendimento e problemi psicologici. Diventerà impossibile realizzare uscite didattiche, collaborazioni con associazioni del territorio e gite. Diminuirà inevitabilmente il confronto tra docenti: gli insegnanti si ritroveranno da soli a far fronte alla complessità della didattica e degli stili cognitivi. Avere, quindi, un unico punto di vista sull’alunno, porterà ad una valutazione arbitraria e soggettiva che con tanti anni di formazione si è cercato di superare. La scuola di oggi non può delegare la costruzione del sapere ad un maestro tuttologo che sa di ogni disciplina e di ogni didattica un po’.
• I voti espressi in cifre costituiranno una valutazione sterile e puramente sommativa che non aiuterà l’alunno a prendere consapevolezza di sé, delle proprie capacità e difficoltà. Dopo anni di progetti, attività e formazione riguardante la gestione pacifica del conflitto e l’educazione socio – affettiva non è possibile pensare al voto in condotta come unico rimedio al problema del bullismo.
• Infine l’introduzione della disciplina “Cittadinanza ed educazione” non rappresenta certo una novità : la scuola primaria ha sempre sviluppato questi temi prima nella materia “Studi sociali” poi nella “Convivenza civile”.

Alla luce di tutte queste considerazioni, gli insegnanti si auspicano di riportare l’attenzione sui veri e sostanziali problemi della scuola e che il decreto venga ripensato.

Le balle del governo sul tempo pieno

il Tempo pieno che abbiamo conosciuto e vissuto in tutti questi anni è un’altra cosa. E questo modello pedagogico-didattico è inconciliabile con il ritorno del maestro unico. Non basta il gioco delle tre tavolette per occultare questa verità.

leggi l'articolo di Gianni Gandola e Federico Niccoli

dal sito di Scuola Oggi il giornale delle scuole diretto da Augusto Pozzoli

LA SPONTANEITA’ FA PAURA

Dev’essere un timore concreto, palpabile, quello che spinge il premier Berlusconi e altri rappresentanti della maggioranza ai commenti quotidiani sulle proteste del mondo della scuola. Trovarsi di fronte, inaspettatamente (perché, diciamolo, gli italiani non mettono in discussione tanto spesso il potere costituito) ad un movimento di questa portata deve aver sollevato non poche preoccupazioni. Ed ecco, allora, che si cerca ogni mezzo per incasellarlo, circoscriverlo, giustificarlo in qualche modo. La soluzione d’attribuirne la responsabilità all’opposizione sobillatrice e mal informata è fin troppo banale. Ridurre tutto ciò che accade ad una manovra di disturbo ideata da Veltroni di certo aiuta a ridimensionare la situazione, a trattarla come ordinaria amministrazione, ma certo non rende giustizia della realtà.
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Leggi tutto l'articolo di Valentina Laviola

“Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate l’ignoranza” (Derek Bok)

Lettera di Silvia Minardi a Galli della Loggia

Al signor Ernesto Galli Della Loggia

vorrei provare a spiegare perché la cura che il ministro Gelmini propone alla scuola italiana è in contraddizione con la pretesa di voler migliorare la qualità della nostra scuola.
E spiegare a Lei, ma soprattutto all’opinione pubblica le ragioni per cui la protesta di queste settimane nel Paese è una protesta che trova il suo fondamento e la sua giustificazione nell’idea di scuola che noi abbiamo e che, ovviamente, contrasta con la Sua e con quella dell’attuale Ministro dell’Istruzione.

Ma andiamo con ordine.

Ammettiamo che sia vero che in tutti i confronti internazionali i nostri studenti ottengono risultati inferiori a quelli dei loro coetanei, perché il ministro Gelmini decide di infierire proprio sulla scuola primaria che, ad oggi, continua ad essere riconosciuto da tutti gli organismi internazionali come uno dei migliori sistemi di istruzione al mondo in termini di risultati di apprendimento e di competenze raggiunte dai bambini.

I dati su questo, come sugli altri segmenti della nostra scuola, sono lì a dirci che per questo governo la scuola deve semplicemente costare di meno. Tutto il resto non conta. Soprattutto non contano le nuove e diverse esigenze dei bambini di oggi in una società sempre più complessa e in continua evoluzione. Anzi meno sanno, meglio è. A tutti vorrei ricordare le parole di Derek Bok, presidente emerito dell’Università di Harvard, quando dice “Se pensate che l’istruzione sia costosa, provate l’ignoranza”
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una maestra arrabbiata

Questi signori forse non sono manco mai entrati in una nostra scuola.

Propongo un mese di permanenza in classe al ministro e ai suoi colleghi, ma son convinta che dopo il primo giorno scapperebbero già a gambe levate in preda ad una crisi di nervi perché come si fa a ridurre in categorie - nelle “loro” categorie poi…- la complessità che viviamo oggi?

Primo: proverebbero che un insegnante serio - e siamo in tanti, checché se ne dica - lavora da un minimo di otto ore a un massimo di 24 ore al giorno, no-stop. E’ un lavoro pervasivo e invasivo, ci portiamo i bambini a casa e nel sonno, le varie problematiche da affrontare, i programmi da condurre, le strategie da trovare. Un docente non basta. Occorre essere preparati, non solo nelle discipline – e dobbiamo esserlo, perché è la società stessa che ce lo richiede, le famiglie, i bisogni diventati primari dei bambini - ma anche in psicologia, in metodologie della conduzione del gruppo, in competenze d’integrazione, nel sostegno degli alunni diversamente abili.

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Effetto contestazioni

Governo, primo calo nei consensi

Chi valuta positivamente l'operato dell'esecutivo supera di poco il 40%, a fronte del 60% di settembre

La «luna di miele» del Governo con gli elettori è finita? Nessuno può dirlo, ma, certo, il consenso per l'esecutivo guidato da Berlusconi si è notevolmente contratto nelle ultime settimane. In parte, ciò può dipendere dal logoramento solitamente derivante dal tempo trascorso dall'insediamento. In parte, potrebbero aver avuto un effetto, specialmente mediatico, le manifestazioni che hanno connotato di recente il mondo della scuola e dell'università.

Fatto sta che la percentuale di chi dichiara di valutare positivamente l'operato del Governo supera oggi di poco il 40%, a fronte del 60% degli inizi di settembre. E, ciò che è ancora più importante, per la prima volta, la percentuale di chi esprime un giudizio negativo risulta prevalente.

Leggi tutto l'articolo sul "Corriere della sera"

DISCUSSIONE IN SENATO SUL DL 137


Resoconto
sommario della discussione in Senato sul DL 137/08 nelle giornate del 21-22-23 ottobre

Nel liceo occupato con mio figlio

Lo scrittore Sandro Veronesi tra i ragazzi dell´istituto di Prato che lui stesso aveva frequentato

DUNQUE. L´altra mattina ho deciso di andare a dare un´occhiata al liceo dove si è appena iscritto uno dei miei figli, lo Scientifico Niccolò Copernico di Prato, che è occupato da lunedì scorso

Mica per nulla: ha più di millequattrocento studenti, e sentire mio figlio quattordicenne dire «occupiamo» o «facciamo autogestione» mi ha un po´ stranito - così sono andato a vedere cosa stavano combinando. Tra l´altro, è lo stesso liceo che ho fatto io, e questo un po´ mi emozionava, ma è pur vero che la sede è cambiata, perciò non correvo il rischio proustiano di sprofondare nella memoria involontaria.
Fin dall´ingresso ho cominciato a constatare qualcosa di sorprendente, di cui vorrei dar conto: si tratta davvero di un´occupazione-modello. Tanto per cominciare, il servizio d´ordine c´è e funziona. Non è nulla di intimidatorio, ma si capisce che gli studenti hanno ben chiaro il pericolo di infiltrazioni che minaccia ogni occupazione, e stanno parecchio attenti. Gliel´ho chiesto: «Chi ve l´ha insegnato a fare un servizio d´ordine come questo?». E la risposta è stata: «L´esperienza». Già, perché i più grandi tre anni fa hanno partecipato a un´altra occupazione e qualcosa l´hanno imparata lì, ma soprattutto ogni anno in questa scuola viene attuato un progetto che si chiama «Agorà», d´accordo con preside e professori, che prevede tre giorni di autogestione totale, per far funzionare il quale gli studenti hanno imparato le tecniche per difendersi dal virus del disordine. D´altra parte, l´occupazione di questo liceo ha luogo anche grazie alla responsabilità che si sono presi preside e docenti, non è conflittuale, ed è basata su un patto di fiducia reciproca: per esempio, le lezioni sono comunque garantite, per tutti quelli che vogliono farle.

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Appello contro la guerra all'intelligenza (o: La lezione degli studenti)

Chi si trovasse in questi giorni nelle scuole e nelle università, occupate e variamente animate dalle proteste di studenti e docenti, incontrerebbe persone che incarnano, in spirito e lettera, la vocazione dello studio e del sapere. Studenti e docenti difendono la dignità e l’autonomia della conoscenza dalla semplificazione, leggi distruzione, di una politica finanziaria cieca al futuro. Lezioni all’aperto, apertura delle cittadelle accademiche alla città di tutti: chi protesta non ha nulla da nascondere, anzi. Sono privi di ideologia, ma molto consapevoli: “E’ la politica che si è allontanata da noi. Noi facciamo la vera politica”, mi hanno detto. Ma alla notizia che il primo ministro ha minacciato di sgomberare con la polizia, cioè introducendo violenza, le scuole e le università teatro di questa civile protesta e sperimentazione, una studentessa della Sapienza di Roma è allibita: “Vogliono trattarci coma la spazzatura di Napoli”. Pare di sì: cioè non solo non dialogare, non riconoscere i contenuti di una protesta che è difesa dell’istruzione e del diritto allo studio, ma rimuovere il problema, eventualmente nasconderlo, come la famosa spazzatura di Napoli. E non importa che fermenti chissà cosa e chissà quando. Il disprezzo verso la conoscenza e l’istruzione, verso scuole e università, è del tutto congruente a quello verso il clima, l’ambiente, il protocollo di Kyoto, l’ecologia e la salute pubblica. Il nostro primo ministro è un vero punk: a lui del futuro – dei giovani come del pianeta – non importa nulla. Ma scopo primario di questo mio intervento è richiamare una solidarietà attiva e ampia di quanti – soprattutto nel mondo della cultura - hanno a cuore la posta in gioco di questa protesta che riguarda tutti.

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Leggete tutto l'articolo dal blog di Beppe Sebaste