sabato 13 dicembre 2008

Mariastella superstar

Il modulo è morto e sepolto

Commento all'intervista su La stampa della Gelmini

Così ha sentenziato Mariastella Gelmini in una intervista a La Stampa (“Quante bugie! Nessun dietrofront sul maestro unico”, 12.12.2008). “Voglio essere chiara subito: il maestro unico resta. Chiaro? Anzi: resta “solo” il maestro unico. Il modulo dei tre docenti su due classi è morto e sepolto per sempre”.
Ora, è evidente il tentativo da parte del fronte governativo di nascondere lo stato di difficoltà in cui si è venuto a trovare dopo le ingenti manifestazioni di dissenso e di protesta di genitori, insegnanti e studenti. Alcuni parziali passi indietro sono stati fatti. Congelata la situazione sulle superiori. Ammessa, almeno a parole, l’assegnazione di due insegnanti per ogni classe di tempo pieno. Confermato il tempo di 40 ore nella scuola dell’infanzia. E via dicendo. Ma a queste parziali e non ancora ben definite aperture il ministro Gelmini ha voluto far seguire alcune precisazioni, ribadendo alcuni punti fermi.

Innanzi tutto si riafferma la fine del modulo nella scuola primaria. “Il “modulo” come è stato concepito fino ad oggi non c’è più” ha ribadito il ministro.
Questo conferma da un lato il fatto che - sul piano politico-ideologico - l’obiettivo di fondo è “tornare a prima del ‘68” (Tremonti), “smantellando gli ultimi quarant’anni” (Gelmini). In questo senso si colpisce al cuore l’idea forte della riforma del 1990, il “gruppo docente”, il team, il principio del lavoro cooperativo in équipe. Dall’altro si conferma – sul piano economico - che il grosso del risparmio, nella scuola primaria, dovrà derivare dall’abolizione dei moduli (il 75% delle classi sul piano nazionale) e dalla loro sostituzione con l’insegnante unico, con conseguente riduzione di organico.
Una cosa comunque è certa: la fine dell’organizzazione modulare nella scuola elementare. Su questo la Gelmini ha ragione.

Segue sul Sito di ScuolaOggi>>>

venerdì 12 dicembre 2008

Via le compresenze e il modulo ... nessuna retromarcia


NESSUN DIETROFRONT SUL MAESTRO UNICO


intervista al Ministro Gelmini da La Stampa.it

La Gelmini ha incassato il colpo dell’Onda e ora deve fare marcia indietro. Così dicono di lei, signora ministro. Cosa replica?
«Siamo di fronte ad una ingegneria della mistificazione. Voglio essere chiara subito: il maestro unico resta. Chiaro? Anzi: resta “solo” il maestro unico. Il modulo dei due maestri su tre classi è morto e sepolto per sempre».

E chi è invece che mistifica?
«La sinistra. E’ veramente pazzesco: mi hanno fatto una guerra su questo, l’hanno persa e ora si inventano che io, pressata dai loro scioperi e dalle loro proteste, sono tornata sui miei passi con la coda tra le gambe. Ma scherziamo?».

Ministro, ma qualche cosa è cambiato o no? Adesso si parla di maestro unico come «opzione». Non è stato sempre così.
«Vede? Siete caduti anche voi nella rete della disinformazione. E’ stato sempre così, invece. Tale e quale da sei mesi, da quando queste cose le ho scritte nel piano programmatico. Andatelo a rileggere».

Allora facciamo come ai quiz televisivi: una domanda per volta. Le famiglie e le scuole possono o no fare delle opzioni sul maestro unico?
«No. Il maestro è sempre unico».

Allora su cosa possono farle?
«Sull’orario scolastico».

Si spieghi, prego.
«Un docente ha un orario di lavoro di 22 ore. Se si sceglie di adottare l’orario di 24 ore settimanali, quella classe avrà un maestro unico, più due ore fatte da quelli di materie specialistiche, come religione o inglese, per esempio. Idem se si opta per le 27 ore».

«Se poi però si sale alle 30 ore o addirittura al tempo pieno di 40 ore, è detto esplicitamente che i maestri sono due.
«Già, ma sono due nel senso che uno fa un certo numero di ore e quando ha finito arriva l’altro. Non c’è compresenza, non c’è modulo. Prima lavora uno poi lavora l’altro».

Senta, ministro, ma perché potendo scegliere una scuola a tempio pieno, o con un orario più generoso, una famiglia dovrebbe decidere di tenersi il «modello base» da 24 ore?
«Queste sono scelte educative che ogni famiglia fa autonomamente. La scuola deve solo offrire la possibilità di aderire a più modelli».

Ma se in una classe si alternano due docenti, il maestro unico salta?
«Uno sarà il maestro prevalente. Ma il “modulo” come è stato concepito fino ad oggi non c’è più».

Non c’era stato un parere della commissione Istruzione della Camera perché alle famiglie venisse data la possibilità di scegliere tra maestro unico e modulo?
«No. Mai. La commissione aveva suggerito di fornire alle famiglie la possibilità di poter optare tra diverse formule di orario, e questo suggerimento noi l’abbiamo recepito. Ma che c’entra tutto questo con il passo indietro sul maestro unico?».

E’ una mistificazione anche il fatto che ha stoppato la riforma delle superiori di un altro anno?
«Non ho fermato nessuna riforma. Tant’è che procederò nelle prossime settimane a varare i provvedimenti relativi anche a questo segmento dell’istruzione».

E che cosa ha fatto, allora, dato che ne ha rimandato l’attuazione al 2010?
«Ho deciso di dedicare più tempo ad una campagna di informazione presso le scuole e le famiglie, sul carattere e sulle novità di questa riforma varata dai miei due diretti predecessori, Moratti e Fioroni. Una campagna in questo senso partirà all’inizio dell’anno nuovo. Poi ci sono ancora alcuni pareri da acquisire, alcune decisioni da tradurre in provvedimenti normativi. Una cosa è fare le cose nei tempi giusti, altro è dare uno stop. Giusto?».

giovedì 11 dicembre 2008

la riforma slitta al 2010 ...

... ma solo quella delle superiori
Maestro unico su richiesta ...

"confermato il tempo pieno di 40 ore nelle elementari, dal governo marcia indietro, aveva ragione chi protestava"

Rinviata di un anno la riforma delle scuole superiori. E' il primo risultato del braccio tra mondo della scuola e governo condotto negli ultimi due mesi. Ma dall'incontro con i sindacati a Palazzo Chigi emergono altre importanti novità. Salta, in pratica, il maestro unico alla scuola elementare e viene confermato il tempo pieno di 40 ore alla scuola elementare. Le importanti novità, che rappresentano un'autentica marcia indietro dell'esecutivo, sono scaturite da un mini vertice svoltosi ieri tra il premier, Silvio Berlusconi, il ministro dell'Istruzione Mariastella Gelmini, il collega dell'Economia, Giulio Tremonti e il presidente della commissione Cultura della Camera, Valentina Aprea.

La novità senz'altro più importante è lo slittamento di un anno (al 2010/2011) della riforma delle scuole superiori: licei, istituti tecnici. Per l'istruzione professionale è tutto ancora in alto mare. I regolamenti verranno presentati al Consiglio dei ministri del prossimo 18 dicembre ma la riforma partirà dal primo settembre 2010. "Per dare modo alle scuole e alle famiglie - si legge in una nota del ministero - di essere correttamente informate sui rilevanti cambiamenti e sulle innovazioni degli indirizzi". Sul secondo ciclo "si aprirà un confronto con tutti i soggetti della scuola sull'applicazione metodologico-didattica dei nuovi regolamenti".

SEGUE>>>

SLITTAMENTO ... VERITA' O TRAPPOLA?

Prima circolare del Ministero sull'attuazione della 169/2008
(scarica file)

Più che le agenzie di stampa o gli articoli dei giornali on line o le dichiarazioni a ruota libera cui Beata Mariastella Ignoranza e Fra-Inteso Berlusconi ci hanno quotidianamente abituato, contano gli Atti Ufficiali.
Ora, non vorrei smorzare gli entusiasmi e spero che corrispondano al vero le dichiarazioni sullo slittamento di un anno dell'attuazione della legge per quanto riguarda le scuole superiori, però per la Scuola Primaria e la Secondaria di Primo grado (medie) il Ministero ha prodotto la prima circolare (100/2008). La riporto di seguito, vi invito alla lettura e a trarne le debite conseguenze.

Leggi l'articolo
di Alberto Ciullini
sul sito di retescuole>>>

I dirigenti scolastici sullo spostamento delle iscrizioni

Le associazioni professionali dei dirigenti scolastici esprimono forti perplessità sul rinvio delle iscrizioni degli studenti al 28 febbraio.
Questo creerà gravi ostacoli al regolare svolgimento di tutte le operazioni (organici, mobilità, conferimento supplenze) indispensabili per il regolare avvio dell'anno scolastico. Inoltre non tiene in nessun conto tutto il lavoro di orientamento, ormai terminato, per alunni e famiglie, preannunciando una ampia modifica degli indirizzi delle scuole superiori.
La scuola non ha bisogno di corse affannose e improvvisate. Una seria riforma del secondo grado di istruzione non può essere avviata in modo così affrettato e precario, trascurando poi l'istruzione professionale. E' triste constatare che i cambiamenti vengano determinati da congiunture economiche e sempre meno da reali necessità formative.
In questo modo si sfugge ad ogni confronto con la scuola reale, vera ricchezza del nostro Paese.
I dirigenti scolastici, diretti responsabili verso l'utenza di tutta l'attività organizzativa e formativa collegata alle iscrizioni ed agli organici, vengono oscurati anche da quest'ultima circolare ed elevano una vibrata protesta, auspicando che finalmente si avvii un serio dialogo sul rinnovamento della scuola.
I presidenti di
Andis - Gregorio Iannaccone
DiSal - Roberto Pellegatta

Da tecnica della scuola

governo battuto alla Camera su 'fuga dei cervelli'

Il ministro dell'istruzione Mariastella Gelmini accompagnata dail sottosegretario Gianni Letta dovrebbero incontrare i sindacati della scuola giovedì a ora di pranzo a Palazzo Chigi. La convocazione dell’incontro – informale, si precisa – è arrivata solo mercoledì sera. All’incontr sarebbe stata invitata anche la Cgil, proprio il giorno prima dello sciopero generale.

All’ordine del giorno del faccia a faccia: i regolamenti attuativi della legge 137 del 2008 e del relativo piano programmatico per la scuola che i tecnici del ministero starebbero preparando proprio in queste ore. Su quattro direttrici: razionalizzazione della rete scolastica, scuola primaria, licei, istituti professionali. Da ciò che trapela sembra che la proposta del governo ai sindacati sarebbe quella di passare dal “maestro unico” della prima stesura al “maestro prevalente” il quale, si spiega ora, dovrebbe essere sempre accompagnato da un docenti di inglese e uno di religione. E ciò darebbe seguito alle assunzioni in massa di insegnanti di religione già concordate con il Vaticano.

segue su l'Unità.it

Slitta la riforma?

Potrebbe essere rinviata all'anno prossimo la riforma della scuola contenuta nel decreto Gelmini. E' una delle ipotesi di cui stanno discutendo il Governo e i sindacati della scuola (sono stati invitati anche i confederali) nell'incontro in corso a Palazzo Chigi, alla presenza del sottosegretario Gianni Letta.

L'esecutivo - secondo quanto si è appreso da fonte sindacale - avrebbe presentato una bozza di documento che in parte recepisce le richieste arrivate dal mondo della scuola.

La scuola dell'infanzia, infatti, rimarrebbe sostanzialmente come è, alle elementari verrebbe garantito il tempo pieno con due insegnanti per classe (accogliendo in sostanza quanto contenuto nel cosiddetto 'Parere Aprea'), alle scuole medie l' orario sarebbe di 30 ore settimanali e non più 29 come ipotizzato e verrebbe garantito il tempo prolungato con la possibilità di arrivare a 40 ore. Inoltre, non verrebbe più innalzato il numero massimo di alunni per classe.

Il Governo, sempre secondo le stesse fonti, sarebbe, infine, disponibile ad aprire un tavolo sul precariato e in ballo ci sarebbe la possibilità di estendere ai dipendenti della scuola gli sgravi fiscali sulla retribuzione accessoria.

Da Repubblica.it

mercoledì 10 dicembre 2008

Prestiti d'onore per studenti meritevoli

Roma, 9 dic. (Apcom) - Il ministro della Pubblica istruzione e dell'università Maria Stella Gelmini promette i "prestiti d'onore" per gli studenti meritevoli. "Ho inserito i prestiti d'onore nelle linee guida. E ho già avuto alcuni incontri con importanti istituti di credito che si sono detti disponibili a finanziare questa tipologia di aiuto agli studenti", afferma Gelmini in un'intervista a 'Libero'.

"Se vogliamo immettere dosi di concorrenza nel mondo dell'università e se si vuole elevare la qualità media dell'istruzione terziaria, si arriverà all'abolizione del valore legale", afferma Gelmini.

Riforma troppo dura per i disabili

Assistenza a rischio per gli alunni disabili per la riduzione delle compresenze. L'allarme è stato lanciato dalla VII commissione del senato, che ha emanato il parere di sua competenza sul piano programmatico del ministero dell'istruzione, previsto dall'articolo 64 del decreto legge 112 il 3 dicembre scorso.La commissione ha raccomandato al dicastero di viale Tratevere di tener conto, nei nuovi parametri per la formazione delle classi, dell'esigenza di deroghe con riguardo alla presenza di alunni gravemente disabili. Tanto più che non si prevedono né compresenze né educatori esterni. E per garantirne l'assistenza la commissione ha anche suggerito di ridefinire la responsabilità in vigilando del personale non docente. Dal prossimo, anno, peraltro, è prevista una ulteriore riduzione del numero degli insegnanti di sostegno per cui vi sarà un docente di sostegno ogni due alunni disabili. E ciò comporterà forti difficoltà nel disporre il cosiddetto rapporto 1:1. Vale a dire, l'assegnazione di un insegnante full time per un solo disabile grave. Perché questo tipo di articolazione comorta, per compensazione l'assegnazione di un rapporto 1:4 (un docente per 4 alunni disabili) con tutte le limitazioni nella fruizione del diritto allo studio che ne derivano.Insomma, il problema c'è e va risolto.

segue>>>

Legambiente scrive alla scuola pubblica

Cara scuola pubblica, scusaci se ti scriviamo come uno di un migliaio di circoli d’Italia. Nella nostra realtà locale abbiamo proposto un consiglio comunale monotematico, ma, purtroppo, la nostra richiesta non è stata ascoltata.

Oggi, nel campo dell’istruzione e dell’educazione si vive una campagna di denigrazione e di screditamento a livello nazionale, mentre a livello locale un silenzio assordante con cui, si intende “investire” sugli insegnanti, sulla storia e sulla cultura del nostro Paese. Il paradosso delle uscite ripetute di alcuni politicanti: dagli insegnanti fannulloni, alla “scoperta antropologica” degli insegnanti meridionali, dai cronici assenteisti agli incompetenti corresponsabili di una scuola additata come fabbrica di ignoranti con piccoli/ grandi “reati”, e per ultimo alle scarse perfomances da parte degli alunni e studenti, ha finito per oscurare il necessario dibattito intorno a questioni più complessive quali l’intero modello scolastico ed educativo o al riaggiornamento dei saperi e delle competenze.

segue>>>

martedì 9 dicembre 2008

RETESCUOLE ADERISCE ALLO SCIOPERO DEL 12 DICEMBRE


Il 12 dicembre ci sarà uno sciopero generale indetto da una serie di organizzazioni sindacali su vari punti che riguardano tutte le categorie dei lavoratori, e tra questi punti c'è anche il no alle leggi Gelmini-Tremonti destinate a colpire mortalmente la scuola pubblica. Come sempre aderiamo a qualsiasi manifestazione, indipendentemente da chi l'abbia convocata, che abbia tra le sue rivendicazioni la difesa della scuola pubblica.


Siamo particolarmente interessati a questo appuntamento dato che, più di altre, sono le famiglie dei lavoratori ad avere interesse ad una scuola pubblica di qualità, perché è la sola che può garantire pari opportunità ai bambini e agli adolescenti di ogni gruppo sociale. Per questo vediamo con molta simpatia il 12, come occasione di incontro con meccanici, chimici, autisti, postini, impiegati, edili...

Purtroppo dobbiamo registrare che in quella stessa giornata a Milano ci saranno due diversi cortei. La maggioranza dei lavoratori e una minoranza di studenti partiranno da Porta Venezia, una minoranza di lavoratori e una maggioranza di studenti partiranno da Largo Cairoli.
In questi due mesi il popolo della scuola è riuscito a superare nei fatti e nelle piazze le divisioni dovute alle diverse appartenenze sindacali e/o politiche. E' l'unità dal basso la chiave del successo delle manifestazioni del 17, del 30 ottobre e del 29 novembre. Per questo nella gran parte delle scuole la divisione viene percepita come qualcosa di imposto "da fuori" e crea imbarazzo e disagio.

Come ReteScuole, rete di attivisti che da anni difende la scuola pubblica lavorando al servizio dell'autorganizzazione del popolo della scuola, siamo sempre stati favorevoli a muoverci "come scuole", e pensiamo che solo mantenendo ed estendendo questa unità sociale (non una unità di sigle, ma l'unità dei soggetti sociali che la scuola la fanno vivere: studenti, docenti, ata, genitori) possiamo sperare di resistere al feroce attacco che ci è stato mosso. Per questo ci rifiutiamo di scegliere tra campi la cui divisione non corrisponde al volere e al sentire del popolo della scuola. Sfidiamo chiunque a dimostrare che un corteo unico non sarebbe quel che la gran parte di studenti e lavoratori della scuola avrebbe auspicato.

Di fatto, il filtro rappresentato dalle diverse identità politiche e/ o sindacali impedisce a due soggetti sociali potenti, quello dei lavoratori e quello della scuola, di "incontrarsi" e mescolarsi. Se questo fosse accaduto, pensiamo, sarebbe stato un bel botto. Ed anche un bello spavento per la nostra comune controparte. Il fatto ad esempio che giovani metalmeccanici marcino da un lato e giovani universitari da un altro senza incontrarsi pur avendo gli stessi obiettivi, ci sembra, francamente, incomprensibile.

Non intendiamo drammatizzare questa divisione. E' già importante che sigle sindacali di così diverso orientamento abbiano scelto una giornata comune di sciopero. Quindi lavoreremo perché nella scuola questo sciopero, che è anche, lo ripetiamo, contro le leggi Gelmini- Tremonti, sia un successo. Ci sottraiamo però alla richiesta di dover scegliere a quale corteo partecipare. Non ci sarà in nessun corteo uno "spezzone ReteScuole". Ma noi tutti saremo in tutte le piazze che il 12 si animeranno dei colori del mondo del lavoro e della scuola.

Non vogliamo però perdere l'occasione di far incontrare i due soggetti sociali che ci piacerebbe fossero alleati. Per questo facciamo appello a tutti i comitati e a tutti i coordinamenti per costituire delle "batterie", come avevamo fatto anni fa in occasione di uno sciopero generale che aveva tra i suoi bersagli la Moratti e raccoglievamo firme contro la sua riforma. Una "batteria antigelmini" pensiamo possa essere costituita da 3-4 persone, dove una suona un tamburo o batte dei piatti, e un paio volantinano ed offrono i nostri gadgets, e un'altra regge la nostra bandiera gialla con una lunga asta e tutti sono bardati con cartelloni esplicativi. Se formeremo molte di queste visibili batterie per percorrere in lungo e in largo i due cortei mescolandoci ai diversi soggetti sociali daremo la possibilità alla massa di lavoratori di conoscerci, di chiacchierare, di valutare la possibilità di integrare i nostri comitati, di prendere coscienza del pericolo che grava sulla scuola pubblica e sui loro figli. Uniremo, col giallo unitario del popolo della scuola, i due cortei divisi.

Lo sappiamo che apparirà una proposta un po' stramba e difficilmente comprensibile per chi è abituato a porre sulle spalle dei soggetti sociali il peso strabordante della propria volontà d'affermazione identitaria. Noi, però, siamo certi che dai nostri fratelli lavoratori e dalle nostre sorelle lavoratrici saremo accolti con simpatia, perché tanti di loro li incontriamo già tutti i giorni fuori dai cancelli delle scuole col "vestito" di genitore, e ognuno di loro ha attraversato la scuola, chi con gioia chi con dolore, ma sempre riconoscendola come luogo "libero", sino ad ora, dalle logiche dei padroni del mondo.

quelle e quelli di ReteScuole

CHI VOLESSE PARTECIPARE ALLA MANIFESTAZIONE
COME "POPOLO DELLA SCUOLA"
IN UNA DELLE NOSTRE BATTERIE GIALLE
SCRIVA A VIVA LA SCUOLA

Dalla parte di voi ragazzi

di Tania Pascucci

Lunedì primo dicembre, ore 8.00. Arrivo, come di consueto, all’ingresso della succursale del Liceo Scientifico “F. Enriques” di Livorno, Via Calafati; il vento, lì sul mare, imperversa, e quando scendo dalla macchina per raggiungere i cancelli della scuola ho i brividi. Gli studenti si stanno organizzando per la loro manifestazione, non sono molti, per la verità, dentro di me penso che è probabile che il loro corteo si riveli un “flop” e mi scappa detto: “ma dove andate con questo tempo?”, non attendendo una loro risposta. Ma dentro di me il dialogo con loro continua e gli dico: “ma dove volete stare meglio oggi, con questa bufera, se non in una scuola calda e accogliente (si fa per dire)? Lasciate per un po’ la piazza e venite a istruirvi, perbacco! Rischiate di ammalarvi e basta.”
Entro nell’edificio e scopro che il secondo piano è completamente allagato; la mia classe è vuota, eppure ai cancelli ho intravisto solo tre mie studentesse intenzionate a manifestare. Mah! L’egocentrismo tipico dei docenti che, come me, credono di svolgere un’utilissima funzione per la società, mi assale e comincio a valutare quest’assenza collettiva come una sorta di attacco personale, un affronto al mio lavoro (“che palle, mamma” direbbe mia figlia di dodici anni). In realtà valuto anche la possibilità di una riuscita della loro mobilitazione, poi in fondo sono anni che non li vedevo così convinti e impegnati, direi dai tempi del social forum a Firenze.

Segue sul sito di Retescuole>>>


lunedì 8 dicembre 2008

Un mondo di fannulloni e di ... "pecoroni"

Un'altra uscita destinata a scatenare un putiferio di reazioni. Durante una lectio tenuta oggi all'Università Luiss, il ministro della Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta, ha detto «Non mi piace lo slogan "questa crisi non la paghiamo" e non mi piacciono le generalizzazioni: non esistono i giovani come categoria. I giovani sono a volte anche molto pecoroni».

Leggi

le classi ponte


Immagini dell'intervento di Tullio De Mauro alla Sapienza:
"Le classi ponte portano alla ghettizzazione" (del 4-12-2008)

Clicca qui

Tremonti dà i numeri; la scuola, giudizi

Correva l’anno 1993 quando le molte sperimentazioni (già in corso dalla fine degli Anni Settanta, a partire dalla Legge 517/77, per sostituire la “pagella con voti” con uno strumento capace non solo e non tanto di “quantificare” i risultati finali quanto di descrivere processi e risultati nella loro evoluzione) trovarono una ufficializzazione e codificazione nella cosiddetta “scheda di valutazione” impiegata dal 1993-94 in tutte le scuole elementari e medie.

La scheda adottata da quell’anno era costituita di quattro parti o Quadri: Q1 per la definizione della situazione di partenza; Q2 per la descrizione di percorsi individualizzati; Q3 per la valutazione degli apprendimenti nelle varie discipline o ambiti disciplinari; Q4 per il giudizio cosiddetto “globale”.

Al suo apparire la scheda suscitò inizialmente dubbi e perplessità: era indubbiamente abbastanza complessa, certamente più “lunga” da compilare rispetto alla tradizionale pagella, talvolta risultava di difficile comprensione per studenti e genitori (e infatti non doveva essere considerata un documento da “mandare a casa e far firmare”, ma uno strumento da illustrare con chiarezza e trasparenza tanto agli allievi quanto ai genitori). Con tutti i suoi limiti, l’adozione della scheda di valutazione, negli anni, ha comunque avuto una serie di ricadute positive sulle diverse componenti della scuola.

Continua sul blog "La poesia e lo spirito"

La Prima della Scuola ... 7 dicembre 2008




(youreporter.it)







RASSEGNA STAMPA

Servizio su TG3 lombardia

Articolo e Foto da Corriere.it

Foto da Repubblica.it

Foto di Retescuole

News Repubblica.it