lunedì 13 luglio 2009

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Annuncio. Il 15 luglio a Roma

APPELLO A TUTTE LE RETI, COMITATI, ASSOCIAZIONI, SINGOLI PRECARI PER CONTINUARE LE MOBILITAZIONI E LE LOTTE FINO AL RITIRO DEI TAGLI, AL RITIRO DEL PDL APREA, ALL’ASSUNZIONE DI TUTTI I PRECARI A TEMPO INDETERMINATO SU TUTTI I POSTI VACANTI E DISPONIBILI IN ORGANICO DI DIRITTO E DI FATTO.


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sabato 28 marzo 2009

Definitivi i Regolamenti Gelmini. Devastanti gli effetti

Con la firma del Presidente della Repubblica si conclude l’iter procedurale dei primi due Regolamenti attuativi dell’art. 64 della legge 133 che diventano pertanto definitivi. Com’è noto i Regolamenti approvati riguardano la riorganizzazione della rete scolastica, l’utilizzo delle risorse umane, la revisione dell’assetto ordinamentale della scuola dell’infanzia e del primo ciclo dell’istruzione. Con la prossima pubblicazione in Gazzetta Ufficiale i due Regolamenti potranno entrare immediatamente in vigore e, tra l'altro, consentire il varo del decreto interministeriale sugli organici atteso, con la relativa circolare, nei prossimi giorni. Vediamo, a questo punto, di riepilogare in sintesi quali sono gli effetti sulla scuola pubblica.

La riduzione del tempo scuola e dell’offerta formativa
Innanzi tutto con i nuovi regolamenti per la prima volta nella scuola dell’obbligo il tempo scuola arretra e si riduce anche l’offerta formativa rivolta agli adulti . Già dal prossimo anno scolastico la riduzione degli organici e delle compresenze impedirà a molte classi della scuola primaria di mantenere l’offerta formativa di trenta ore settimanali e/o di confermare i rientri pomeridiani perché non ci saranno le disponibilità di personale docente e ausiliario per coprire la mensa scolastica.
Anche nella scuola secondaria di primo grado il tempo scuola arretra, tutti i modelli di tempo normale con orari superiori alle 30 ore settimanali non saranno più possibili e il tempo prolungato sarà pesantemente ridotto a causa dei nuovi vincoli da rispettare per autorizzarlo (garantire il funzionamento di un corso intero ed esistenza di strutture e servizi per almeno due o tre rientri pomeridiani).
Nell’istruzione degli adulti per il prossimo anno scolastico si prevede un taglio di 1500 insegnanti ed una conseguente riduzione dei moduli e dei corsi la cui attivazione dovrà far riferimento non più agli iscritti ma alla serie storica degli studenti scrutinati e che hanno conseguito una certificazione relativa ai saperi previsti per l’obbligo di istruzione.
Nella scuola primaria il disegno del governo di riduzione del tempo scuola è assai più radicale e punta a far diventare “tempo normale” l’articolazione oraria di 24 ore settimanali (la più coerente con il modello del maestro unico), ma dopo gli scioperi e le manifestazioni dello scorso autunno ha dovuto limitarsi a proporla e a sponsorizzarla. Con scarso successo visto che solo il 3% dei genitori ha scelto questo modello nelle iscrizioni.
La riduzione del tempo scuola nella scuola di base non risponde alle esigenze di offrire a tutti maggiori opportunità di successo scolastico né alle esigenze familiari e sociali.
In questi anni la diffusione del tempo pieno e prolungato e in generali di modelli scolastici con tempi lunghi e distesi ha ridotto la dispersione nella scuola di base e ha potenziato le capacità di decondizionamento sociale della scuola.

L’imposizione del modello del maestro unico nella scuola primaria
Il regolamento del primo ciclo impone alla scuola primaria il modello maestro unico o prevalente a partire dalle prime classi del prossimo anno scolastico, mentre il tempo pieno (25% delle attuali classi) continuerà ad avere due docenti per classe e si potrà attivare nei limiti dell’organico assegnato (rimane confermato il numero dei posti attivati complessivamente per l’a.s. 2008/09).
Le compresenze sono cancellate in tutte le classi della scuola primaria che, in questo modo, perde la principale risorsa per realizzare attività essenziali: recupero, percorsi individualizzati, attività di arricchimento, laboratori, uscite didattiche.
Inoltre, la decisione di imporre il modello del maestro unico attraverso una norma generale rappresenta una palese invasione di campo dell’autonomia scolastica sulla base della quale (vedi Dpr 275/99) le decisioni circa le modalità di organizzazione didattica sono di competenza delle scuole.
Vengono in questo modo eliminati tutti gli aspetti qualitativi che hanno fino ad oggi permesso alla scuola primaria italiana di conseguire risultati positivi riconosciuti in tutte le indagini internazionali: gruppo docente corresponsabile, specializzazione degli insegnanti per ambiti disciplinari, programmazione unitaria, tempi distesi, compresenze per individualizzare i percorsi e arricchire i curricoli.

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lunedì 9 marzo 2009

Dati straordinari e drammatici

I dati sulle iscrizioni, via via che vengono confermati, vedono una crescita straordinaria della domanda di tempo scuola con una bocciatura colossale della piccola scuola al risparmio delle 24 e 27 ore. Non solo. Le notizie che cominciano ad arrivare dalle città come da tanti piccoli comuni ci raccontano anche del grande successo della campagna nazionale per la conferma del modello di scuola attuale, che si è espresso in questi giorni con la valanga di modelli integrativi di iscrizione (e riconferma) alla scuola del tempo pieno, della pluralità docente, delle compresenze, dell’inclusione.
Ma questi risultati, straordinari sia dal punto di vista quantitativo che qualitativo, sarebbero al tempo stesso drammatici se ora fosse dato corso ai tagli previsti dalla legge finanziaria e dalle norme delle legge Gelmini.
Se questa grande domanda di tempo scuola di qualità che giunge da ogni angolo del paese non viene sostenuta da una grande mobilitazione per avere in tutte le scuole gli organici adeguati, questi risultati rischiano di vanificarsi nel nulla. Anzi, paradossalmente, potrebbero, nella accresciuta domanda di tempo scuola, causare la liquidazione anche di ciò che rimane del modello del tempo pieno, cioè la “coppia docente”, andando alla creazione, con l’ipocrita motivazione di rispondere alle richieste delle famiglie, di tanti spezzatini orari con 5, 6 docenti per classe…
E’ fondamentale oggi che le protagoniste e i protagonisti del grande movimento d'autunno, in primo luogo genitori e insegnanti della scuola elementare, si attivino in tutti i modi per chiedere che la scuola del prossimo anno sia quella che loro hanno vissuto e che hanno voluto riconfermare e non la scuola del tempo vuoto della Gelmini.
Tra poche settimane sarà assegnato alle scuole l’organico di diritto per il prossimo anno scolastico. Abbiamo tutti una grande responsabilità in questo momento. Dal mondo della scuola deve venire una grande sollevazione democratica, prima che sia troppo tardi, affinchè vengano ritirate tutte le norme legate alla sciagurata pedagogia della miseria, quella del cosiddetto maestro unico e dei tagli di risorse, tempo e qualità alla scuola pubblica.

di Mirco Pieralisi
dal sito di Retescuole

martedì 3 marzo 2009

Un tempo pieno di vita

dal blog "la poesia e lo spirito"

A iscrizioni chiuse, una bocciatura del modello del maestro unico: sei famiglie su dieci hanno scelto l’orario scolastico delle 30 ore, mentre il 34% chiede le 40 ore. Analizzando le iscrizioni per l’anno scolastico 2009/2010 di un campione di circa 900 scuole rappresentative e distribuite su tutto il territorio nazionale risulta che il 3% ha scelto le 24 ore, il 7% le 27 ore, il 56% le 30 ore, il 34% le 40. E adesso?

Ci vuole tempo
di Donata Glori

Proviamo tutti per un attimo ad aprire la porta di un’aula.

Ci vengono subito incontro bambini e bambine, avidi di sapere, desiderosi di riportare le proprie esperienze, ricchezze e disagi. Portano con sé un mondo complesso, a volte difficile da interpretare, hanno un bisogno enorme di entrare in dialogo tra pari e con adulti capaci che abbiano il tempo di ascoltarli, adulti competenti nella loro costante opera di mediazione, capaci di aiutarli ad ordinare le esperienze. La scuola di tutti i giorni è un continuo laboratorio di apprendimento di consolidati e nuovi linguaggi.

Soffermiamoci ancora a guardare i bambini e le bambine di una qualsiasi classe. Ci appaiono sono molto diversi dalla massa silente che immagina la Gelmini: vediamo subito che c’è chi è veloce nell’apprendimento, intuitivo, chi ha bisogno di provare e riprovare per passaggi progressivi, chi impara osservando gli altri, chi impara in gruppo, chi da solo, chi ha bisogno di essere continuamente rassicurato. Per tutto questo ci vuole tempo.

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lunedì 2 marzo 2009

Elementari: il 95% sceglie le 30 ore ma i fondi non sono sufficienti

LE famiglie italiane sparigliano le carte alla Gelmini. O il governo, per accontentare le richieste di mamme e papà della scuola elementare, dovrà rinunciare alle economie di spesa previste dalla Finanziaria oppure le famiglie non potranno essere accontentate.

I dati diffusi ieri dal ministero dell'Istruzione sulle scelte che riguardano la scuola primaria (l'ex elementare) nascondono una verità: nove famiglie su 10 non potranno avere le 30 ore settimanali richieste all'atto dell'iscrizione. A meno che il governo non modifichi i criteri sulla formazione degli organici del personale della scuola già concordati con il ministero dell'Economia. Insomma, un bel pasticcio.

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"Bocciato" dagli italiani il maestro unico

Nelle iscrizioni alle elementari l'80 per cento sceglie le 30 o 40 ore
Fioroni: "Come farà il governo, con i tagli, a garantire la stessa qualità?"

Pioggia di 5 in condotta agli scrutini intermedi. E le lingue hanno la meglio sulla matematica nelle insufficienze dei ragazzi. Dai dati del ministero dell'Istruzione, al termine degli scrutini del primo quadrimestre nella scuola secondaria di secondo grado, risulta che il 72% degli studenti ha riportato almeno una insufficienza (nel 2008 era il 70,3%). Le maggiori carenze negli Istituti professionali (con l'80% dei ragazzi che ha riportato insufficienze) e nelle regioni del Centro Sud. Nel Meridione anche il record dei 5 in condotta. Dati che allarmano in particolare per gli studenti dell'ultimo anno che, anche con una sola insufficienza (condotta compresa), non saranno ammessi all'esame di Stato.

scrizioni alle elementari. Il ministero ha diffuso un campione statisticamente significativo delle richieste di iscrizione alle elementari. Un sostanziale "bocciatura" del modello del maestro unico: sei famiglie su dieci hanno scelto l'orario scolastico delle 30 ore, mentre il 34% chiede la 40 ore. Analizzando le iscrizioni per l'anno scolastico 2009-2010 di un campione di circa 900 scuole rappresentative, e distribuite tra tutto il territorio nazionale, risulta dunque che il 3% ha scelto le 24 ore, il 7% le 27 ore, il 56% le 30 ore, il 34% le 40.

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mercoledì 25 febbraio 2009

NAPOLITANO BACCHETTA LA GELMINI

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa un altro passo e, dopo il “no” alla legge express sul caso Englaro, si cimenta in un secondo sgambetto all’esecutivo della libertà. Nel discorso tenuto ieri a Perugia, in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dell’Università, il capo dello Stato ha rimesso il dito nella piaga dei tagli all’istruzione pubblica, invitando il governo a rivedere i piani di spesa oramai approvati della riforma Gelmini-Tremonti. Sottolineando il contesto nazionale, che è “di straordinaria difficoltà per via della crisi e dei pesi che l'Italia si porta, tra cui l'ingente debito pubblico”, Napolitano ha espresso l’esigenza di salvaguardare il nostro capitale umano evitando “la dispersione di talenti e risultati del nostro sistema scolastico e universitario, che troppo spesso non sono tradotti in occasioni di lavoro e di sviluppo”.

Un monito che riapre un dibattito ormai dato per defunto dopo il riflusso natalizio dell’onda studentesca e che riporta ai margini delle cronache un problema, quello della scuola pubblica, che è ben lungi dall’essere risolto con le linee guida dello scarno fascicoletto ministeriale. Un esempio recente è l’annuncio della scomparsa definitiva dell’insegnamento all’utilizzo di internet, nelle ore di informatica alle elementari e alle medie: dal prossimo anno scolastico, il taglio delle compresenze alle primarie e la riduzione delle ore di tecnologia alle medie, renderanno praticamente impossibile l’apprendimento dei rudimenti di informatica e internet, cancellando così uno dei pilastri della precedente riforma Moratti, questo a riprova del fatto che i berluscones hanno le idee molto chiare in fatto di istruzione.

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martedì 17 febbraio 2009

La scuola privata della Gelmini se ne frega

Di Giorgio Morale
dal Blog "La poesia e lo spirito"


Prosegue la battaglia delle iscrizioni e delle valutazioni: con l’obbedienza coatta, il 10 in pagella (qui, qui, qui, qui, qui), il rifiuto delle pagelle da parte dei genitori. Intanto il CNPI dà parere fortemente negativo sulla “riforma” Gelmini. Mentre dopo la trasmissione di Jacona esplode il “sistema”-truffa di tante scuola private (qui, qui, qui). Ripropongo l’ appello ai vescovi di Giuseppe Caliceti. E il 18 a Milano

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lunedì 16 febbraio 2009

Com'è andata?



Sabato 14 febbraio si è conclusa la campagna
"Segreterie della Buona Scuola"
con una manifestazione in piazza Duomo a Milano.


Com'è andata?




C'erano i camper gialli che hanno condotto la campagna "Segreterie della Buona Scuola" in giro per Milano e provincia; c'erano le scatole gialle piene di moduli di iscrizione e di riconferma alla scuola elementare e scuola media con il Tempo Pieno, il tempo Prolungato, le compresenze e la Buona Scuola che tutti vogliamo; c'erano i genitori, c'erano gli insegnanti.
C'erano i gadgets venduti per finanziare la manifestazione, c'era chi raccoglieva sottoscrizioni per pagare impianto voce, generatore, camper e l'autoarticolato che è stato usato
come palco.
E poi ci sono stati i giocolieri, le danze popolari, la fanfara degli Ottoni a Scoppio, i truccatori.

E, cosa importante: c'erano i bambini.
I bambini si sono divertiti a fare con le loro mamme ed i loro papà tutto quello che facevano le loro mamme ed i loro papà.

Erano in una piazza che il vicesindaco non vuole dare più a nessuno, in una città che si mostra sempre più chiusa, arcigna, impaurita; una città che sembra diventata capace solo di odiare, escludere, consumare.

Sabato 14 febbraio i bambini hanno cambiato il volto della piazza simbolo di quella città, con il loro gioco e la loro voce.

L'Assemblea delle Scuole del milanese, organizzatrice della manifestazione, aveva
invitato in piazza tutti quelli che ci volevano essere, realtà sindacali e di partito che volevano, insieme con i genitori, gli insegnanti ed i bambini, riprendere la parola. In tanti sono venuti,
hanno raccolto l'appello dell'Assemblea.

Perché in Italia, e non solo a scuola, e non solo a Milano, pochi decidono e tutti devono ubbidire.
La democrazia e la nostra Costituzione sono sotto attacco: a scuola, ma non solo. Sul posto di lavoro, nelle strade, nei palazzi del potere.

A partire dalla scuola pubblica, occorre riprendere la parola: per dire come vogliamo vivere, quali sono i nostri desideri, che cosa vogliamo per i bambini ed i ragazzi che sono il futuro nostro e del nostro Paese.I provvedimenti di legge Tremonti-Gelmini, che distruggono
scuola pubblica ed università, sono stati emanati con grande arroganza e disprezzo delle opinioni di tutti: uno decide, gli altri devono adeguarsi.

"Devono farci il callo" ha dichiarato il Presidente del Consiglio.

"Noi non ci stiamo" è lo slogan dell'Assemblea delle scuole del milanese.

Se per decidere sul futuro della scuola nessuno ha chiesto il parere di chi si intende di scienze della formazione - pedagogisti, mondo accademico- e nemmeno di chi nella scuola vive e lavora - studenti, insegnanti, genitori - allora è proprio questo popolo della scuola che ha la responsabilità ed il dovere di alzare la voce, riprendere la parola, farsi sentire.

Per questo è andato in piazza. Il popolo della scuola a Milano ha fatto perciò un altro pezzo di strada: i genitori, veri protagonisti della campagna, in tutte le scuole di Milano e provincia hanno firmato e raccolto iscrizioni alla prima elementare e prima media che richiedono una scuola di qualità, le compresenze, il tempo mensa gestito dagli insegnanti, un tempo scuola
abbastanza lungo da garantire tempi di apprendimento distesi.In centinaia e centinaia, poi, sono stati i genitori degli alunni già frequentanti a firmare riconferme del modello scolastico prescelto
all'atto dell'iscrizione.

L'Assemblea delle scuole del milanese porterà all'Ufficio Scolastico Regionale tutte le richieste, per far pesare la voce, fino ad ora inascoltata, delle persone.
Questo sarà il prossimo pezzetto di strada che il popolo della scuola farà.

E sarà una strada di democrazia.Perché difendere la scuola dello Stato è un
atto di amore verso la Costituzione e verso il futuro di tutti.

Questo ha detto piazza Duomo, il 14 febbraio, a Milano.

Carlo Avossa
(maestro elementare veramente UNICO!)

venerdì 13 febbraio 2009

Disinformati? Bugiardi?

Parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione sullo schema di Regolamento concernente la revisione dell’assetto della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. In sostanza il Regolamento (non ancora assunto in via definitiva) di attuazione della legge 169/08 (Gelmini).

SCARICA IL DOCUMENTO
(username e password ambedue vivalascuola)

È ASSOLUTAMENTE INEQUIVOCABILE NELLA CENSURA DEL MINISTERO.
Il CNPI è organismo istituzionale tecnico (non politico) che è chiamato a formulare pareri facoltativi o obbligatori più o meno vincolanti (vedi http://www.pubblica.istruzione.it/dg_ordinamenti/premessa.shtml) “Nei casi di questioni generali in materia di programmazione dello sviluppo della scuola e di contenuti culturali e didattici nonché di riforma di struttura di uno degli ordini scolastici”.

Quindi è obbligatoriamente consultato nel caso delle "riforme", così come la Conferenza Unificata Stato-Regioni.

Il parere espresso oggi NON DA VIA DI SCAMPO A TUTTO L'IMPIANTO DELL'ATTUAZIONE DELLA RIFORMA. Basta leggersi preambolo e conclusioni.

Che sia un covo di disinformati anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione?