sabato 18 ottobre 2008

L'infedele e le classi ponte

Su la7 - lunedì alle 21.15
andrà in onda una puntata dell'Infedele
(trasmissione condotta da Gad Lerner)
sulle "classi ponte"

Parola di Maristella III

La riforma: "Sembriamo di sinistra"..."Questo governo sembra essere un governo di sinistra per come ha a cuore i bisogni della gente"

Maestro unico: "esiste in tutti i paesi europei, mentre il cosiddetto modulo è una anomalia tutta italiana".

Il voto in condotta: "Non ha volontà sanzionatoria, ma di crescita complessiva della persona".

Il tempo pieno: "Ho 35 anni, non ho figli, ma sono una donna e capisco i problemi delle donne che lavorano, in molti casi per ambizione in altri per necessità. E quindi sarebbe assurdo fare un provvedimento di questo genere. Durante le ore di lezione ci sarà un solo insegnante e gli altri due, saranno 'spalmati' in altri orari".

Mozione della Lega: "non si tratta di ghettizzare nessuno ma di affrontare il problema dell'aiuto verso chi viene da un paese straniero: sto cercando risorse per fare dei corsi di lingua italiana per i bambini immigrati in difficoltà".

Veltroni attacca il governo ... e la Gelmini

"So per certo che molte scuole chiuderanno e questa riforma favorirà la dispersione scolastica. Hanno fatto tagli agli unici due settori dove non si dovevano fare: scuola e sicurezza". Duro attacco al governo da parte del segretario del Pd. Walter Veltroni, partecipando ad un comizio presso il circolo del Pd nel quartiere romano di San Basilio, ha parlato di un "brutto clima" nel Paese. "E non solo dal punto di vista dei valori - ha sottolineato il leader del Partito democratico -. Cosa vuol dire che un immigrato non può stare in classe con gli italiani, queste classi differenziate sono un atto di chiusura che farà crescere gli immigrati nell'odio. Non ci si ricorda che noi siamo un Paese di immigrati. Si vuole instillare il seme dell'odio".

(18/10/08 repubblica.it)

E se lo dice la Gelmini ...



(Fonte: inserto satirico)

lettera aperta al Ministro Gelmini

Ridiamoci su ... o anche no!

Grembiulini e pallottoliere (B. Grillo)

Qui il link ad un articolo sul blog di Beppe Grillo. Interessante leggere i commenti.

la storia si ripete ... e purtroppo anche noi!

Ci siano pure scuole di partito o scuole di chiesa. Ma lo Stato le deve sorvegliare, le deve regolare; le deve tenere nei loro limiti e deve riuscire a far meglio di loro.

La scuola di Stato, insomma, deve essere una garanzia, perché non si scivoli in quello che sarebbe la fine della scuola e forse la fine della democrazia e della libertà, cioè nella scuola di partito.

Come si fa a istituire in un paese la scuola di partito?

Si può fare in due modi. Uno è quello del totalitarismo aperto, confessato. Lo abbiamo esperimentato, ahimè. Credo che tutti qui ve ne ricordiate, quantunque molta gente non se ne ricordi più. Lo abbiamo sperimentato sotto il fascismo. Tutte le scuole diventano scuole di Stato: la scuola privata non è più permessa, ma lo Stato diventa un partito e quindi tutte le scuole sono scuole di Stato, ma per questo sono anche scuole di partito.

Ma c'è un'altra forma per arrivare a trasformare la scuola di Stato in scuola di partito o di setta.

Il totalitarismo subdolo, indiretto, torpido, come certe polmoniti torpide che vengono senza febbre, ma che sono pericolosissime...

Facciamo l'ipotesi, così astrattamente, che ci sia un partito al potere, un partito dominante, il quale però formalmente vuole rispettare la Costituzione, non la vuole violare in sostanza. Non vuol fare la marcia su Roma e trasformare l'aula in alloggiamento per i manipoli; ma vuol istituire, senza parere, una larvata dittatura.

Allora, che cosa fare per impadronirsi delle scuole e per trasformare le scuole di Stato in scuole di partito?

Si accorge che le scuole di Stato hanno il difetto di essere imparziali. C'è una certa resistenza; in quelle scuole c'è sempre, perfino sotto il fascismo c'è stata. Allora, il partito dominante segue un'altra strada (è tutta un'ipotesi teorica, intendiamoci). Comincia a trascurare le scuole pubbliche, a screditarle, ad impoverirle.

Lascia che si anemizzino e comincia a favorire le scuole private.

Non tutte le scuole private. Le scuole del suo partito, di quel partito. Ed allora tutte le cure cominciano ad andare a queste scuole private. Cure di denaro e di privilegi. Si comincia persino a consigliare i ragazzi ad andare a queste scuole, perché in fondo sono migliori si dice di quelle di Stato. E magari si danno dei premi, come ora vi dirò, o si propone di dare dei premi a quei cittadini che saranno disposti a mandare i loro figlioli invece che alle scuole pubbliche alle scuole private. A "quelle" scuole private. Gli esami sono più facili, si studia meno e si riesce meglio. Così la scuola privata diventa una scuola privilegiata. Il partito dominante, non potendo trasformare apertamente le scuole di Stato in scuole di partito, manda in malora le scuole di Stato per dare la prevalenza alle sue scuole private. Attenzione, amici, in questo convegno questo è il punto che bisogna discutere.

Attenzione, questa è la ricetta. Bisogna tener d'occhio i cuochi di questa bassa cucina.
L'operazione si fa in tre modi: ve l'ho già detto: rovinare le scuole di Stato. Lasciare che vadano in malora. Impoverire i loro bilanci. Ignorare i loro bisogni. Attenuare la sorveglianza e il controllo sulle scuole private. Non controllarne la serietà. Lasciare che vi insegnino insegnanti che non hanno i titoli minimi per insegnare. Lasciare che gli esami siano burlette.
Dare alle scuole private denaro pubblico. Questo è il punto. Dare alle scuole private denaro pubblico"



Piero Calamandrei - discorso pronunciato al III Congresso in difesa della Scuola nazionale a Roma l'11 febbraio 1950

PARCO ALESSANDRINI, SABATO 18

Attraverso una genitrice di XXII Marzo è stato possibile avere l'interesse della trasmissione Pianeta Terra di Canale 5.
Domani al Parco Alessandrini verranno a fare riprese ed interviste.
Facciamo il massimo sforzo per essere visibili, portate lenzuola per fare striscioni e quant'altro.

Parola di Maristella II

Questo ce lo deve spiegare, però ...

''Grazie all'introduzione del maestro unico o prevalente noi avremo la possibilità di potenziare il tempo pieno e le famiglie non hanno nulla da temere dal provvedimento del governo'', sottolinea il ministro.


Ecco ... parole sue! Però ci deve dire come pensa di potenziare il tempo pieno? Magari abbiamo capito male noi, ce lo spieghi allora!!!

''Noi sappiamo che la scuola svolge una funzione sociale di mantenere i ragazzi a scuola il pomeriggio quindi non c'è nessuna volontà di ridurre questo servizio."

In questo caso è la parola servizio che mi fa sorgere il dubbio che le modalità non siano le stesse che ci auspichiamo noi!

Un po' di storia

A settembre su rete scuole girava questo documento esplicativo.

venerdì 17 ottobre 2008

E perchè il "sapere non è mai troppo" ...

io vi posto, così per perdere un po' di tempo, anche il link della voce "storia della scuola Italiana" presa da Wikipedia. Chissà che non impariamo qualcosa!!!

Sciopero della scuola, il sindacato di base canta vittoria

Hanno riscosso un grande consenso lo sciopero e la manifestazione del sindacato di base (Cobas e Cub) della scuola.

Il corteo nazionale di Roma è partito intorno alle 10.30 da piazza della Repubblica ed è arrivato, in alcuni momenti sotto una pioggia battente, a piazza san Giovanni. Alcune frange di manifestanti, costituite in prevalenza da studenti, si sono staccate dal serpentone, per protestare direttamente sotto il ministero dell'Istruzione in viale Trastevere.

I cori e gli striscioni si sono per lo più indirizzati contro il ministro della "D-Istruzione Gelmini" e il premier Silvio Berlusconi, raffigurato in un "fantoccio" portato in strada dagli studenti del liceo Mamiani di Roma.

Soddisfazione è stata espressa nel corso della manifestazione dagli organizzatori dello sciopero.

Il portavoce dei Cobas, Piero Bernocchi ha commentato: "C'è stata una partecipazione massiccia non solo di iscritti ai sindacati di base, ma cittadini, studenti, e anche molti iscritti ai confederali. Domani ci sarà un'assemblea del Popolo della scuola pubblica, sarà bene che esca una proposta di mobilitazione generale, per arrivare a novembre ad una nuova tappa, a una giornata nazionale per bloccare questa sciagurata politica scolastica".

Lo sciopero per il portavoce dei Cobas è stato "riuscitissimo", con un'adesione "di circa il 70%": "Più della metà delle scuole sono chiuse contro la politica Tremonti-Gelmini, contro una filosofia della scuola che appartiene all'800, contro provvedimenti razzisti di separazione tra italiani e stranieri, contro un'idea di distruzione di un'istituzione fondante del paese".

Pierpaolo Leonardi, coordinatore nazionale dei Cub, prova a dare in numeri dello sciopero: "La manifestazione di oggi è il sondaggio che Berlusconi non avrebbe mai voluto vedere: circa 300 mila persone in piazza e oltre 2 milioni in sciopero nel Paese". Dal palco, a fine corteo, gli organizzatori hanno detto di avere manifestato addirittura in 500 mila.

tuttoscuola.com - venerdì 17 ottobre 2008

La cattiva informazione della signora Gelmini

Sono ormai diversi mesi che il Ministro Gelmini, insieme ad altri suoi colleghi del governo Berlusconi, parla della scuola utilizzando argomentazioni e dati sbagliati. E così per giustificare i pesanti tagli alla spesa per la scuola avanza motivazioni prive di qualsiasi fondamento reale. Non siamo sicuri se scientemente o per incompetenza e superficialità, ma questo non cambia il risultato: la manovra del Governo è una scelta grave e immotivata.

Non siamo gli unici – per fortuna – a rilevare gli "errori" del Ministro.

Anche nel sito del CIDIinfatti, è stato pubblicato nei giorni scorsi un scritto da Emanuele Barbieri (già Capo Dipartimento per la programmazione, le politiche finanziarie e il bilancio del MIUR nel precedente governo Prodi) dove vengono smentite, sulla base di dati pubblicati dallo stesso Ministero nei suoi resoconti annuali, tutta una serie di dichiarazioni che il ministro Gelmini continua a snocciolare per tentare, maldestramente, di coprire i tagli di Tremonti.

Ma vediamoli questi argomenti allo scopo di fare chiarezza e, soprattutto, per ripristinare un po’ di verità.

La spesa per l'istruzione (settore scuola)

Il ministro Gelmini ha ripetutamente affermato che la spesa per l'istruzione, in particolare quella per il personale, è fuori controllo e che negli ultimi 10 anni è aumentata di 10 miliardi a fronte di una diminuzione degli alunni.
Che la spesa per l'istruzione in 10 anni sia aumentata è persino ovvio, visto che dal 1997 al 2007 ci sono stati ben 5 rinnovi contrattuali. Ma non è vero è che sia aumentata rispetto al PIL. Al contrario, la spesa dal 1997 al 2007 è diminuita rispetto al PIL dello 0,2-0,3% circa in termini sia di spesa del MIUR che di spesa pubblica complessiva per l'istruzione (MIUR + oneri a carico degli EE.LL.). Oggi siamo al 3.29% contro una media OCSE del 3,8%. Inoltre in Italia va all'istruzione il 9,3% della spesa complessiva, mentre negli altri paesi la quota si aggira intorno al 13,2%. Non è vero, inoltre, che gli alunni siano diminuiti negli ultimi 10 anni: sono invece aumentati di oltre 152.000 unità (+ 2%) mentre il numero dei docenti è diminuito del 2,38%.
Quindi non è affatto vero che la spesa per l'istruzione sia fuori controllo.

Il 97% della spesa per l’istruzione è destinata agli stipendi del personale

Sulla base di questa affermazione il ministro richiama sull’urgenza di ridurre il personale, riqualificare la spesa e innalzare le retribuzioni. Ma anche una tale affermazione è del tutto infondata.
Dai dati rintracciabili nelle annuali pubblicazioni del MIUR ("La scuola in cifre") emerge che la spesa per gli stipendi del personale è il 74% della spesa complessiva, al di sotto, non al di sopra, della media europea e OCSE (la media OCSE di spesa per il personale è pari al 79,8% del totale). La voce stipendi è circa il 93% del bilancio del MIUR (cioè 39, 2 miliardi su 42 miliardi e 396 milioni di euro totali), su cui pesa l'onere degli stipendi e delle spese di funzionamento. I trasferimenti alle scuole da parte del MIUR sono pari infatti a 3,1 miliardi del suo bilancio, ¼ dei quali per il funzionamento e ¾ per le attività del POF, il resto è spesa per stipendi del personale.
Il ministro, nelle sue affermazioni, non vuole tenere conto che ci sono oneri a carico delle Regioni per circa 2 miliardi e 263 milioni di euro e degli EE.LL. per altri 8 miliardi per incombenze, quali edilizia scolastica, trasporto, mensa e diritto allo studio.
Delle due l’una: o il ministro dice bugie oppure non sa fare i conti. È più probabile la prima ipotesi perché è più funzionale a giustificare i tagli.

La spesa per alunno in Italia è più alta della media OCSE

Anche su questo il ministro dice bugie oppure è male informata.
È vero che in Italia la spesa per alunno è mediamente più alta rispetto ai paesi OCSE, ma questo vale per la scuola primaria, 6.835 dollari per alunno contro 6.252, ma non per la secondaria di secondo grado dove la spesa di 7.648 dollari è leggermente inferiore alla media OCSE di 7.804.

Ma anche sulla scuola primaria non è completamente vero. Vediamo perché. In Italia il costo della spesa per l'integrazione scolastica degli alunni diversamente abili o per l'educazione degli adulti è interamente a carico (circa 96.000 insegnanti pari a circa il 12% del totale) del bilancio MIUR. In altri paesi sono state fatte scelte diverse e i costi di interventi diversi dall’insegnamento curricolare sono a carico di altri soggetti e non figurano nelle statistiche. Inoltre il MIUR retribuisce ben 25.000 docenti di religione cattolica, un costo questo che altri paesi non hanno. C’è da aggiungere che le condizioni orografiche dell'Italia sono diverse da paesi quali la Francia o la Germania: noi dobbiamo tenere aperte scuole anche con pochi alunni in molte zone di montagna per garantire il diritto allo studio dei bambini che certo non possono fare i pendolari. Infine, in altri paesi il costo di alcuni servizi (prestati da personale parascolastico) non gravano sul bilancio dell'istruzione, mentre in Italia queste funzioni sono tutte affidate alla scuola (il personale Ata). Quindi figura tutto nel bilancio dell'istruzione. Giuste o sbagliate che siano queste scelte diverse vanno tenute in debito conto se si vuole fare una corretta comparazione, perché non è consentito a nessuno di sommare grandezze diverse e trarre conclusioni affrettate sulla base di dati incompleti o disomogenei.

La rete scolastica

Il ministro vuole ristrutturare la rete perché dai dati risulta che 700 scuole sono sottodimensionate e vanno adeguate ai parametri dell’autonomia scolastica.
Noi siamo stati protagonisti del processo autonomistico nella scuola, quindi il problema ci sta a cuore. Però, non bisogna far confusione tra le sedi amministrative (in tutto 700) e i punti di erogazione del servizio (dove ci sono gli alunni). Questi ultimi, secondo la FLC Cgil, andrebbero in larga misura mantenuti perché si tratta in gran parte di scuole dell’obbligo. In caso di chiusura di questi piccoli plessi, altri soggetti come EE.LL e famiglie dovranno farsi carico delle spese (700 milioni circa) di trasporto verso comuni più distanti. Qui non stiamo parlando di sprechi di denaro pubblico, ma di scelte di politica scolastica, come ci spiega bene l’Ocse nel suo rapporto quando afferma che non esiste una semplice relazione tra la spesa complessiva per l’istruzione e il livello di prestazione degli studenti. Un quarto dei punti di erogazione del servizio in Italia si trova in comuni montani con differenze da territorio a territorio (si passa infatti dal 74% della Basilicata al 5% della Puglia con una media nazionale del 24%). In queste scuole la presenza degli alunni è nettamente inferiore per tutti i livelli scolastici, in particolare per gli ordini oltre la scuola primaria. Ad esempio, nella scuola secondaria di I grado, il numero di alunni per scuola in un Comune montano è mediamente uguale a 109, a fronte di 231 alunni nella media delle scuole statali sul territorio nazionale.

I dati OCSE

La statistica è un’arma a doppio taglio. Ci sono paesi OCSE, ad esempio Corea e Lussemburgo, dove i costi per studente in termini di percentuale del Pil pro capite sono ben superiori alla media (rispettivamente 15,5% e il 15,2% contro il 10,9% di media). Questi due paesi, pur avendo una media di spesa simile, hanno fatto scelte diverse. La Corea paga molto bene gli insegnanti ma al prezzo piuttosto elevato di più studenti per classe; in Lussemburgo l’alto costo per studente è quasi interamente dovuto alla dimensioni ridotte delle classi. Questa è la dimostrazione che i dati di cui si sta discutendo servono ai Governi per valutare accuratamente le loro scelte ed acquisire una maggiore comprensione di come le scelte politiche influiscano sul rapporto tra qualità e costi per aumentare l’efficienza dei servizi scolastici.

Il maestro unico e l'orario a 24 ore

Qui siamo alla farsa. Nell’ambito della scuola statale la fascia oraria più rispondente alle esigenze dei figli e all'organizzazione familiare verso cui si orienta il 70,3% delle famiglie è quella tra 28-39 ore settimanali. Solo il 4,1% aveva scelto le 27 ore proposte dalla Moratti (dall'indagine dello stesso MIUR), mentre il 25,6% opta per il classico tempo-pieno di 40 ore.
Come si fa a scrivere una norma per la quale le classi devono essere costituite preferibilmente a 24 ore settimanali? Il numero di classi a tempo pieno è aumentato del 3,2% dal 2001/2002 ad oggi, nonostante la cura dimagrante sugli organici della varie finanziarie in questi anni. È vero che l’Italia investe nella scuola primaria più risorse della media Ocse (6.835 dollari per alunno contro 6.252 dollari). Questo farebbe pensare che togliendo mezzo maestro in più per classe (mezzo maestro,non tre per ogni classe come ama ripetere il male informato Ministro Gelmini) si sia trovata una fonte di risparmio. Ma il ritorno al maestro unico aggraverebbe i problemi delle famiglie, scaricando altrove i costi. Ma non dimentichiamo che queste spese sono ben ricompensate dai risultati di qualità della nostra scuola elementare come riconoscono tutte le indagini europee ed internazionali. Infatti il tempo pieno è un modello pedagogico-didattico ricco, non il doposcuola per la gente povera.
Infine, imporre per decreto (bella riforma!) il maestro unico è un fatto grave che viola persino la Costituzione, la quale garantisce l'autonomia didattica ed organizzativa delle scuole, autonomia che non può essere pregiudicata, come pure ha chiaramente ribadito dalla Corte Costituzionale nella sentenza n. 13 del 2004.

L'obbligo scolastico

Prima Moratti poi Gelmini si dilettano a giocare al ribasso. In Italia c’è un ritardo storico e un gap culturale rispetto ad altri Paesi europei, con punte critiche soprattutto in alcune regioni del sud, che arrancano nello sviluppo economico e nei processi di modernizzazione. È solo in tempi relativamente recenti che da noi si parla di obbligo scolastico fino e oltre i 16 anni. Altri Paesi della Comunità Europea sono molto più avanti da più tempo. In Inghilterra, ad esempio, l'obbligo di istruzione gratuita da 5 a 10 anni è del 1880, fino a 14 anni è del 1918 e fino a 16 anni è del 1970. La Gelmini, come la sua predecessora, ha riabbassato a 14 anni l'obbligo scolastico riportato da Fioroni a 16 anni solo 2 anni fa. Non è un caso se poi in Italia ci sono dei fenomeni fortissimi di analfabetismo di ritorno e di abbandono. Se si vuole elevare il livello culturale e scolastico del paese bisogna investire e non tagliare. Il contrario di quello che fa il ministro anche nel campo dell’istruzione per gli adulti.

In conclusione

L’uso e la conoscenza dei dati è importante ma non può essere usato strumentalmente per giustificare tagli insensati. Sarebbe più corretto trarne spunto per migliorare davvero la scuola anche con un maggiore investimento.

Quello che il ministro tanto pomposamente chiama "riforma" è solo una manovra di tagli e sottrazione per mandare in malora la scuola pubblica. Non hanno alcuna efficacia nella soluzione dei problemi, essi servono unicamente ad una riduzione secca di oltre 130 mila lavoratori (dietro ci sono più di 130.000 famiglie) secondo le stime contenute nella relazione tecnica del Miur, ma che, secondo le nostre stime, potrebbero diventare molti di più (150.000) per il numero crescente di abbandoni a seguito di un sistema scolastico reso dequalificato proprio dalla politica dei tagli, cui si aggiungerà la diminuzione di studenti nella scuola superiore per effetto della cancellazione dell’obbligo scolastico a 16 anni.

Se lo scopo è quello di intervenire sul sistema, il ministro deve porsi l’obiettivo di utilizzare al massimo le risorse oggi esistenti, per poter più efficacemente e velocemente realizzare i cambiamenti.

Il piano Gelmini-Tremonti è un impedimento e un ostacolo al ringiovanimento della classe docente e degli altri lavoratori che deve sempre accompagnare un processo di cambiamento. Con i tagli agli organici si mandano a casa i più giovani, gli attuali precari, che da molti anni (anche 20!) contribuiscono con la loro professionalità a formare alunni e studenti.

Il governo vorrebbe reinvestire solo una piccola parte dei risparmi prodotti con i tagli. E siccome la spesa complessiva, come abbiamo dimostrato, è più bassa rispetto alla media OCSE. questa è un’ulteriore conferma che si vuol fare solo un’operazione di diminuzione della spesa e di smantellamento della scuola pubblica.

Per tutte queste ragioni è necessaria una massiccia adesione allo sciopero della scuola per 1 intera giornata, proclamato per il 30 ottobre, e alla manifestazione nazionale che si svolgerà a Roma.

(Roma, 14 ottobre 2008)

OCCUPAZIONE PARCHI - programma

SABATO 18 OTTOBRE a Milano

PROGRAMMA DELLA FESTA AL TROTTER

Ritrovo alle 15.30, merenda alle 16.30, animazione della compagnia del
Parcoscenico, laboratori vari, ma soprattutto invitiamo i bambini che
interverranno con i loro genitori a portare piccoli oggetti da scambiare o
vendere a piccolissimo prezzo, al MERCATINO che si svolgerà lungo il viale
dei Platani, sopra una passatoia rossa su cui appoggiare la mercanzia. Sarà
improvisato un piccolo palchetto davanti a un padiglione della scuola, con un
impianto voce, dove chi vorrà potrà intervenire e dire la sua sul decreto
Gelmini, in stile Hyde Park.oppure leggere il brano di un libro, la lettera
di una maestra, un intervento che gli è piaciuto o l'articolo che ha
conservato o magari leggere tutto l'intervento di Calamandrei.

Chi ci trovi
partecipano le scuole di zona 2, alcune di zona 3 e dall’hinterland (Senato e
Paterno



PROGRAMMA DELLA FESTA AL PARCO ALESSANDRINI

Che cosa portare?
Ogni scuola partecipa con lo striscione della propria scuola e Porta
pennarelli e pastelli a cera, una bomboletta di smalto (di un colore
contrastante lo sfondo bianco), megafono (chi lo porta?) , fogli di plastica
da mettere sotto gli striscioni che si prendono nei colorifici
Ognuno porta uno strumento musicale "casalingo": coperchio di pentola con
cucchiaio, bottiglietta di plastica contenente semi di riso, fagioli
ecc.....
Merenda al sacco


Che cosa faremo:
- danze popolari (gruppo la corte del re sole di elisabetta) ... ci sono
altri gruppi musicali che vogliono suonare?
- preparazione di striscioni da lanciare con i palloncini (chi porta i
palloncini?);
- preparazioni di striscioni in stoffa da appendere fuori dalle scuole (chi
porta i lenzuoli?); preparazione di cartoline postali da inviare alla Camera
e al Senato (chi se ne occupa?);


Chi ci trovi:
parteciperanno alcune scuole di zona 3, zona 4 e 5

Parola di Maristella

«nel pubblico impiego non si possono licenziare le persone. Chi parla degli 87 mila tagli - ha aggiunto - dice una cosa non vera e soprattutto non precisa che oggi gli occupati nella scuola sono 1.300.000: se il governo non intervenisse, contenendo la spesa, da 1.300.000 si passerebbe a 1.400.000. Chi protesta, ci dica dove trovare i soldi per occupare altre 100 mila persone nella scuola. Purtroppo non è possibile».

Corriere della sera

Esperienze personali

Leggete questo post preso da un altro blog come esperienza di vita vissuta ... che fa riflettere!

INVITO

In questi giorni sono moltissime le e-mail inviate al Presidente della
Repubblica per chiedergli di non firmare la legge di conversione del decreto
Gelmini.

Ora il Presidente della Repubblica non può, per disposto costituzionale,
rifiutarsi di firmare una legge approvata dal Parlamento.

Egli, però, prima di firmarla, può inviare un messaggio motivato alle Camere
con il quale chiede una nuova deliberazione.

Per chiedergli di seguire questa strada, costituzionalmente corretta, ho
predisposto il testo di una lettera che chi volesse può inviargli

Importanti sono due cose:

Che la richiesta sia fattibile (e quella allegata lo è)

Che le richieste che gli pervengono siano tantissime

Il meccanismo per scrivere al Presidente della Repubblica è semplicissimo:

Andare su Internet

Indirizzare a; www.quirinale.it <http://www.quirinale.it/>

Appare il portale su cui c'è l'indicazione : La posta

Cliccare su La Posta ed appare una finestra sulla quale vanno scritti i propri
dati personali ed il testo della lettera (Lo spazio a disposizione contiene
esattamente il testo allegato - che va scritto tutto di seguito senza andare a
capo - e la firma di chi scrive: non di più)

L'invito a chi concorda è duplice:

inviare la lettera

trasmetterla a tutte le persone di cui si ha l'indirizzo invitandole a fare
altrettanto.

L'unica possibilta per essere ascoltati è di essere tanti, tantissimi

Cordiali saluti a tutti


TESTO:

Signor Presidente, la Camera dei Deputati ha approvato la legge di conversione del decreto 137/08 con un voto di fiducia. E' facilmente prevedibile che
altrettanto avverrà al Senato. Non Le chiedo di non firmare quella legge, ma di
compiere un atto che la Carta Costituzionale Le consente. Lei avrà trenta
giorni di tempo, dopo il voto del Senato, per promulgarla (comma1, art. 73
della Costituzione).Le chiedo di inviare al Parlamento, in quel lasso di tempo,
un messaggio motivato (comma 1, art.74 della Costituzione) per chiedere una
nuova deliberazione. E quale più forte motivazione di quella di una legge di
riforma della scuola approvata senza la necessaria discussione ed i doverosi
confronti (!) con un voto di fiducia usato proprio per impedire discussione e
confronti. Confido in un Suo intervento

Chiude il tempo prolungato nella scuola media

Essenziale è bello, è un concetto semplice, pulito, non connotato ideologicamente. Richiama a tutto ciò che forse abbiamo perduto, in questo clima di nostalgica memoria che ci riporta al passato, prima che la società fosse così complessa, sovrastrutturata, problematica, globale, multietnica, multi mediaticamente contaminata.
Bene scriveva Michele Serra su “la Repubblica “ del 2.9.08: “In questo senso la proposta Gelmini è quasi geniale. L’idea-forza, quella che arriva a una pubblica opinione sempre più tentata da modi bruschi, però semplificatori, è che gli arzigogoli pedagogici, per giunta zavorrati da pretese sindacali, sia un lusso che la società non può più permettersi”.
E allora il paradigma è semplice: essenzializzando la scuola, come più volte viene scritto nel Piano Programmatico del MIUR relativo all’attuazione dell’art.64 della legge n.133/08, si razionalizza e si semplifica l’esistente, rendendo pienamente efficienti i servizi scolastici al fine di raggiungere risultati qualitativi migliori e di più alto profilo.
Ma come abbiamo fatto a non accorgercene prima!
E’ talmente semplice la ricetta, perché di questo si tratta, di una ricetta culinaria di un piatto unico, semplice, salutare,dietetico ed economico.
La scuola sarà più breve, con meno insegnanti e più alunni per classe, insegnerà solo le cose essenziali: leggere, scrivere e far di conto. Finalmente non avrà più la responsabilità di promuovere e garantire gli apprendimenti dei saperi ma solo il compito della certificazione delle competenze…essenziali.
Del resto è ormai risaputo che la scuola incide solo per il 30% nell’acquisizione delle conoscenze degli alunni e quindi, riducendo il tempo scolastico, gli alunni avranno più tempo per acquisire i saperi in ambiti extrascolastici, da soli.
Tutti autodidatti!
Così, citando il piano del il MIUR, si procederà “riducendo l’eccessiva espansione degli insegnamenti e gli assetti orari dilatati, che si traducono in un impegno dispersivo e poco produttivo, in parte responsabile degli insuccessi, del fenomeno della dispersione e dell’abbandono.”
Se fosse possibile realizzare un modello virtuale per verificare la funzionalità di questo progetto, potrebbe essere una suggestione interessante. Diversamente, dovendolo attuare da subito, dall’a.s. 2009-10, assisteremo inevitabilmente allo sfascio della scuola pubblica, e non solo della scuola
Si salverà la paritaria? Forse è questo l’obiettivo? Privatizzare la scuola pubblica attraverso le Fondazioni.
In questo quadro generale di “essenzialità” la scuola secondaria di primo grado verrà finalmente messa in riga!
• 29 ore per tutti ( al posto delle attuali 32, recita il MIUR, ma quando mai erano 32?),
• smantellamento del tempo prolungato anche per le classi esistenti qualora non si possa garantire lo svolgimento delle attività in tre giorni a settimana ovvero non sia previsto il funzionamento di un corso intero a t.p.
• ridefinizione delle classi di abilitazione con conseguente possibile aggregazione di insegnamenti ( si assisterà all’aggregazione matematica-scienze con tecnologia, come previsto dall’art.14 del D.L.vo 59/94 ?)
• le scuole organizzeranno le attività didattiche gestendo con criteri di flessibilità l’organico d’istituto assegnato
• il rapporto alunni-classe si eleverà di uno 0,20 con riferimento all’a.s. 2009/2010 e di uno 0,10 in ciascuno dei due anni scolastici successivi
• riconduzione a 18 ore di tutte le cattedre.
Si può essere d’accordo, in linea di principio, con la necessità di operare alcuni tagli “fisiologici” derivanti da residui di tempo prolungato non attivato, ma in un’ottica di razionalizzazione delle risorse umane , nell’ottica dell’ ”organico funzionale”, dell’organico necessario per la realizzazione del Piano dell’Offerta Formativa.
Non pare sia questo il presupposto dell’”essenzialità” della Gelmini, essenzialità intesa come impoverimento dell’offerta formativa e culturale.
Cosa ne faremo delle migliaia di scuole chiuse al pomeriggio? Tramontata ormai inesorabilmente l’idea di “scuola aperta” voluta dall’ex Ministro Fioroni, possiamo proporre alcune idee per utilizzare al meglio le strutture, traendone anche alcuni risparmi e/o guadagni.
Si potrebbero istituire i doppi turni e vendere gli immobili così liberatisi ( guadagno per gli Enti Locali in cambio del furto dell’ICI), oppure affittare i locali al pomeriggio o…metterli a disposizione del Ministero delle Pari Opportunità che pare abbia, in questo periodo, il problema di non sapere dove sistemare le libere professioniste tolte dalle strade.

(Scuola Oggi - 01-10-2008 - di Paolo Cosulic)

a favore del tempo prolungato

Secondo uno studio della Banca d'Italia i figli di genitori con la sola licenza media ripetono l'anno con una probabilità 10 volte superiore a quella dei figli di genitori laureati

Il tempo pieno aiuta a recupeare i gap culturali della famiglia

La permanenza prolungata a scuola, la presenza di insegnanti non precari
e la buona qualità delle infrastrutture favoriscono in particolare gli studenti svantaggiati


I figli di genitori con la sola licenza media ripetono l'anno con una probabilità dieci volte superiore a quella dei figli di genitori laureati. E' il risultato di uno studio condotto su un campione di adolescenti e pubblicato dalla Banca d'Italia. Tuttavia, osserva l'autore dell'indagine, Sauro Mocetti, la frequenza del tempo prolungato, buone infrastrutture scolastiche e insegnanti con contratti a tempo indeterminato favoriscono i ragazzi che vengono da famiglie culturalmente svantaggiate.

E' in particolare il tempo prolungato ad avere effetti positivi sull'apprendimento scolastico: "Il tempo pieno assume il ruolo di un sostituto del capitale culturale familiare - si legge nello studio - I suoi effetti sono notevolmente superiori nelle famiglie nelle quali entrambi i genitori hanno tutt'al più concluso la scuola dell'obbligo, rispetto a quelle nelle quali i genitori sono laureati. Questo conferma il punto di vista secondo il quale il tempo pieno rappresenta un'opportunità per migliorare l'istruzione e colmare gli svantaggi culturali, specialmente per gli studenti che vengono da famiglie meno istruite". La Banca d'Italia a giugno aveva pubblicato un altro studio sulla scuola, che analizzava gli svantaggi degli adolescenti provenienti da famiglie in condizioni economiche modeste.

Il peso della cultura familiare. I figli di genitori istruiti, al di là del reddito, hanno maggiori chance a scuola. Lo studio della Banca d'Italia, che si basa sui dati dell'Istat e del ministero dell'Istruzione, non ha dubbi in proposito: "I genitori possono trasmettere ai loro figli caratteristiche genetiche e altre caratteristiche che possono favorire od ostacolare la loro carriera scolastica. Inoltre, l'ambiente che circonda il bambino nel periodo successivo alla nascita può condizionarne lo sviluppo cognitivo e la formazione del capitale umano".

Le altre variabili. Secondo Mocetti il gap culturale della famiglia d'origine può però essere limitato da tre variabili fondamentali: "Tra coloro che conseguono la licenza di terza media, la variabile più importante nello spiegare il successivo abbandono scolastico è il ritardo accumulato nella scuola media, soprattutto per i figli dei genitori meno scolarizzati. I rischi di insuccesso si riducono in presenza di una più favorevole composizione del corpo docente, vale a dire una minore incidenza di insegnanti con contratti a tempo determinato, di migliori infrastrutture scolastiche e di una maggiore diffusione del tempo prolungato nella scuola media".

L'importanza della continuità didattica. Il tempo pieno, secondo il ricercatore di Bankitalia, oltre a risolvere i problemi di genitori che lavorano rappresenta una indubbia opportunità per lo sviluppo culturale di chi a casa non può godere di adeguati stimoli e sostegni educativi. Ma "inadeguate infrastrutture scolastiche possono incidere in modo negativo sul livello e sulla qualità dell'insegnamento stesso".

Una incidenza negativa sull'apprendimento scolastico, soprattutto degli studenti culturalmente svantaggiati per ragioni familiari, può aversi infine per via della presenza di insegnanti con contratto a tempo determinato. Questo perché, spiega lo studio, si tratta di insegnanti costretti a una continua peregrinazione di scuola in scuola, che spesso quindi non riescono ad avere un'adeguata conoscenza degli studenti. Si determina quindi una carenza di continuità didattica e spesso una mancanza di motivazione da parte degli stessi insegnanti.

I dati. Il tempo prolungato è presente in circa il 30 per cento delle scuole medie, precisa lo studio. Mentre gli insegnanti con contratti a termine nello stesso ordine di scuole rappresenta il 17 per cento del totale. Al Nord, le scuole medie con una cattiva qualità dell'igiene e del sistema di riscaldamento sono rispettivamente il 17 e il 10 per cento; al Sud questa percentuale raddoppia.

(di Rosaria Amato - 17 ottobre 2008 - Repubblica)

Non solo scuola elementare ...

Non dimentichiamoci che questo decreto tocca la scuola pubblica a tutti i livelli!
Qui si parlerà di SCUOLA DELL'INFANZIA

GIOVEDì 23 OTTOBRE
dalle ore 20.00 alle 22.30
presso il Negozio Civico CHIAMA MILANO
L.go Corsia dei Servi, 11 (MM Duomo o San Babila)

Terzo incontro dei genitori dei bambini delle Scuole dell'Infanzia comunali.

"I genitori dei bambini delle scuole dell'infanzia si incontrano per parlare dei Servizi all'Infanzia di Milano.
Qualità e Prospettive.
L'incontro è aperto a educatrici, personale ausiliario, Consiglieri Comunali, Consiglieri di Zona e chiunque fosse interessato."

giovedì 16 ottobre 2008

APPELLO DI UNA MAMMA a Gelmini e Berlusconi

Il mio è un appello pubblico. Da sostenitrice dell’attuale governo e madre, Le chiedo di fornirci dei lumi sul DDL che lei ha recentemente proposto ed è stato, quindi, approvato.
Perché, vede, per quanto le sue parole siano rassicuranti, esistono delle contraddizioni tra ciò che viene detto e la previsione circa le modalità di applicazione, che lasciano quanto meno interdetti.
Veniamo ai punti.
a) il maestro unico/tempo pieno.
Per quanto sia d’accordo in linea di principio, non si capisce come potrà un insegnante unico ricoprire le otto ore quotidiane avendone a disposizione solo quattro. Capisco che per lei potrà apparire secondario il tempo pieno, ma esso assicura a dei genitori lavoratori la tranquillità che i propri figli vengano seguiti adeguatamente. Perché, sa, l’idea del maestro unico può apparire nostalgico se essa viene applicata ricordando i bei tempi andati. Tempi in cui, nella maggior parte dei casi, ricorderà, era la madre a ricoprire il ruolo di educatrice di supporto alla scuola, nelle ore pomeridiane. Oggi entrambi i genitori lavorano e spesso non esiste famiglia a supporto nella gestione dei figli. Chi può, quindi, seguirli adeguatamente, se non il personale insegnante formato perché ciò venga fatto nel migliore dei modi!?
Ora, nelle continue Sue dichiarazioni che rimbalzano di quotidiano in quotidiano, sentiamo confermare l’esistenza del tempo pieno, ma, forse per un nostro limite, di fatto non si capisce come potrà avvenire, dal momento che contemporaneamente è anche previsto un taglio del personale docente. Non lo capiamo noi genitori, non lo capiscono gli insegnanti (in preda al panico per il proprio posto di lavoro), non lo capiscono i dirigenti scolastici che, fino ad ora, si sono limitati a “leggere” il DDL…..
b) scuola di qualità.
Ho 41 anni e, credo, se la memoria non mi inganna, che siano almeno 20 anni che ogni nuovo Ministro della Pubblica Istruzione, parli di volere una scuola di qualità. Eppure negli anni si è andati peggiorando, non so se nei metodi didattici (io sono una madre, quindi non posso giudicare), ma nei risultati che tutti possono percepire attraverso la preparazione dei nostri giovani. A parte la lingua italiana che credo si sia persa nei meandri degli sms e delle e-mail, ma il VALORE della conoscenza e dell’approfondimento è oramai definitivamente sostituito da una paginetta di Wikipedia scaricata da internet. (wikipedia, nel caso non lo sapesse, è una sorta di enciclopedia virtuale dove può trovare ogni tipo di informazione. L’attuale Bignami dei nostri tempi…..potremmo dire).
Ecco, mi sfugge come si possa attuare una scuola di qualità, riducendo posti di lavoro, lasciando la prerogativa della selezione alle graduatorie, affidandoci a cooperative esterne che, per quanto valide, rappresentano comunque una provvisoria e marginale presenza educativa. Perché è a loro, pare, che verranno affidate quelle ore che il corpo insegnante non potrà ricoprire. E si può solo immaginare a chi verranno addebitati i costi di tali cooperative.
Dov’è la qualità, quindi?! Non sarebbe preferibile cominciare a fare una VERA selezione qualitativa ed aggiornare gli insegnanti, invece di ridurli, a prescindere da qualunque valutazione della loro professionalità!?
c) ridurre i costi della scuola.
Bene, sono d’accordo. La PA va ripulita degli sprechi. E dove si comincia?! Dalla scuola!….Sono interdetta. E’ l’unico strumento con il quale potremmo arricchire il nostro futuro, attraverso la preparazione dei nostri figli. E’ l’unico DOVERE / DIRITTO ancora in vita che va sostenuto e non perso (ad esempio, come il voto….oramai è un valore che abbiamo abbandonato via via lungo le continue disillusioni subite da noi cittadini). Ammesso che vi siano degli sprechi, eliminiamoli: controlliamo le spese, verifichiamo i singoli distretti, alitiamo sulle spalle di chi non svolge con correttezza il proprio lavoro, approfittando di privilegi e silenzi.
Ma, mi chiedo, com’è possibile che vi sia un esubero di insegnanti se spesso alcuni di questi sono costretti a fare straordinari per sopperire ad assenze dei colleghi; com’è possibile che esistano dei bambini a cui è dovuto il sostegno, ma che non hanno un docente di sostegno perché “manca”; com’è possibile che i nostri ragazzi perdano costantemente ore preziose di lezione, in mancanza della designazione dell’insegnante; com’è possibile che esistano insegnanti passionali ed innamorati del proprio lavoro da dedicarvisi a tempo pieno, ed insegnanti completamente indifferenti e superficiali, innamorati dell’orologio che segna la fine delle lezioni!? Non è forse in questi che va ricercato “lo spreco”, piuttosto che creare danni ai nostri figli!?
E non è, Le assicuro, che si riducano i costi chiudendo le scuole con meno di 300 alunni. Perché in questo modo lo Stato, invece di tutelare, andrà a colpire proprio quelle famiglie più disagiate che vivono in luoghi sperduti di montagna, in isole piccolissime, in luoghi difficilmente raggiungibili che per far studiare i loro figli saranno costretti a percorrere chilometri e alla lunga, Le chiedo, chi ne avrà la peggio!? Non certo lo Stato, ma sempre e comunque noi cittadini a cui il diritto all’istruzione è un diritto sancito della costituzione.
La invito, in conclusione, a fornirci maggiori dettagli circa il futuro dei nostri figli. A spiegarci i COME, oltre ai PERCHE’ e soprattutto a spiegarlo chi avrà il dovere di far rispettare la legge. In nome di quella tanto decantata collaborazione “scuola/famiglie” cominci Lei col dare il buon esempio: collabori al fine di renderci la vita meno complicata di quanto non lo sia già.
Ed ora, Presidente Berlusconi, mi rivolgo a Lei, per finire. La prego, eviti che si vadano ad aumentare le fila delle manifestazioni di protesta, strumentalizzate da una certa area politica. Noi genitori non abbiamo sindacati o associazioni che possano rappresentarci adeguatamente. Non è contemplato lo sciopero, non ce lo possiamo permettere. Il nostro è un lavoro a tempo pieno di pubblica utilità, senza orario settimanale o straordinario che ci supportino. La prego, in nome di quella fiducia che molti di noi elettori Le hanno affidato, non riduca la scuola ad un “normale” ufficio della pubblica amministrazione. Semmai, che dirLe, vada a scavare nelle opere pubbliche mai finite, nello spreco degli stipendi “gonfiati”, negli onorari dei consulenti che “non si consultano”, ma salvi la NOSTRA scuola. Faccia in modo che sia in grado di produrre ancora menti eccellenti, eliminando ciò che la rende negativa e dando gli strumenti giusti a chi ha nel cuore la capacità di dare ai nostri figli il meglio della cultura italiana: curiosità, genialità e sapere.
Grazie per l’attenzione.

Daniela Di Santo

CLASSI SEPARATE mozione proposta dalla Lega

Il giorno dopo il via libera della Camera, l'opposizione insorge contro la mozione leghista sulle 'classi di inserimento' per gli stranieri.E se Pd e Idv picchiano duro (''Dio ce ne scampi'', ha commentato Veltroni), anche sindacati, Enti locali e volontariato bocciano il provvedimento, difeso dalla Lega. Qualche dubbio sorge anche nella maggioranza, col sindaco di Roma Alemanno che invita a fare 'una pausa di riflessione' e Alessandra Mussolini che taccia l'ipotesi come 'razzista'.

(ansa - 15 ottobre)


C'è chi dice no. Leggete l'articolo

GIOVEDI 30 OTTOBRE 2008

sciopero generale nazionale per l’intera giornata

Comunicato unitario

Le Organizzazioni Sindacali FLC Cgil, CISL Scuola, UIL Scuola, SNALS Confsal e GILDA hanno registrato – in sede di tentativo di conciliazione – una risposta negativa rispetto alle loro rivendicazioni.

Hanno, quindi, deciso di promuovere una forte mobilitazione di tutto il personale della scuola che comprende lo sciopero generale nazionale per l’intera giornata di giovedì 30 ottobre.

Per tale giornata i sopraindicati sindacati scuola organizzano una manifestazione nazionale a Roma.

Roma, 9 ottobre 2008

le proteste città per città



Guardate la galleria fotografica delle iniziative durante la notte bianca di protesta contro il Dl Gemini.

Testi integrali leggi e decreti in questione

Qui potete trovare da scaricare (cliccando prima sul link e poi sul documento) i testi integrali del:

Piano programmatico sulla scuola previsto dall'art. 64 della Legge 133/2008

Decreto legge 137 del 1° settembre 2008

Legge 133 del 6 agosto 2008 - che contiene l'art. 64

Viva la scuola ... è nato un blog!

Stasera ho partecipato ad un'assemblea indetta dalla scuola di mio figlio. Genitori ed insegnanti si sono riuniti per fare il punto della situazione sulle informazioni che girano intorno la nuova riforma della scuola pubblica. Ne è uscito un quadro sconfortante. La disinformazione regna ovunque sovrana. La prima domanda che noi genitori ci siamo fatti alla fine dei tre bellissimi interventi è stata: "cosa possiamo fare noi, nel nostro piccolo, come cittadini e come genitori?" La risposta è venuta da sola "informare, informare il più possibile".
Io nel mio piccolo mi sento di provare a divulgare un po' di quelle notizie e di quei pensieri che potrebbero aiutare qualcuno a uscire dalla confusione che si è creata in queste ultime settimane, con l'accavallarsi di notizie e commenti da parte dei mass media. Un modo come un altro per cercare di uscire da questa semplicistica comunicazione basata sugli slogan.

Premetto che fare informazione non è il mio lavoro quindi posso solo dire che cercherò di fare un buon lavoro, sperando anche nell'aiuto di chi, come me, sente che la scuola pubblica e il futuro dei nostri figli siano in pericolo.

Siete quindi tutti invitati a partecipare con idee, informazioni, suggerimenti o quant'altro!

SABATO 18 OTTOBRE 2008

Come genitori in difesa della scuola pubblica
DALLE ORE 15.30 OCCUPEREMO I PARCHI MILANESI
per manifestare in modo vivace l'opposizione ai tagli, al maestro unico, all'aumento del numero degli alunni per classe, alla diminuzione del tempo scuola.

Tre appuntamenti per tutta la città:
Parco Alessandrini, appuntamento dalla parte di piazzale Cuoco alle 15
Parco Trotter, appuntamento davanti al padiglione Grioli alle 15.30
Parco Montestella, appuntamento davanti al Palasharp alle 15.30
Per giocare, fare merenda, preparare striscioni, suonare e protestare.





Intervento del Ministro Gelmini al Museo della scienza e della tecnologia di Milano dalle 15, ospite della Fiera internazionale dell’alimentazione, nel primo evento dell’Expo 2015

VENERDI 17 OTTOBRE 2008

Come lavoratori in difesa della scuola pubblica.
CONCENTRAMENTO
ORE 9.00 p.zza MISSORI A MILANO
Sfileranno in corteo i docenti delle scuole milanesi fino alla sede dell'Ufficio Scolastico Regionale in via Ripamonti.

MOZIONE CONCLUSIVA DELL'ASSEMBLEA DELLE SCUOLE DEL MILANESE

MOZIONE CONCLUSIVA DELL'ASSEMBLEA DELLE SCUOLE DEL MILANESE

L'assemblea delle scuole del milanese che ha visto riuniti 450 insegnanti, genitori, studenti e a.t.a. in rappresentanza di 105 scuole dichiara la propria radicale opposizione ai tagli all'istruzione per 8 miliardi di euro che costituiscono il più grave attentato alla scuola pubblica da decenni a questa parte.

L'assemblea chiede l'abrogazione dell'art.64 della legge 133 del 6 agosto, che impone la scomparsa di 133.000 posti di docente e a.t.a. su ogni grado e ordine di scuola, e di ogni altra iniziativa legislativa ed amministrativa conseguente, come il decreto 137 sul maestro unico.

L'assemblea chiama il popolo della scuola a costruire un movimento radicato in ogni scuola, fondato sull'alleanza dei vari soggetti sociali interessati alla difesa della scuola pubblica e che sappia durare nel tempo. I tagli infatti sono stati decisi il 6 agosto ma da quel momento sino a che diventeranno effettivamente operativi lungo i prossimi tre anni saranno necessari molti passaggi legislativi ed amministrativi che dovranno scontrarsi ogni volta con la resistenza di tutti coloro che considerano la scuola un luogo di civiltà e non un peso economico di cui disfarsi.

L'assemblea impegna tutti i partecipanti nelle prossime settimane ad organizzare in ogni scuola, là dove non è già stato fatto, una assemblea dedicata ai genitori per coinvolgerli sempre più ampiamente nel movimento.

L'assemblea sostiene tutte le iniziative promosse dalle organizzazioni sindacali contro i tagli alla scuola pubblica, quelle presenti e quelle future, auspicando la più ampia unità d'azione e la definizione delle stesse scadenze di mobilitazione.

In questo quadro l'assemblea sostiene la manifestazione autoconvocata dalle scuole del 17 e che partirà alle ore 9.00 da Piazza Missori per giungere in via Ripamonti per "assediare" l'Ufficio Scolastico Regionale, dove auspichiamo l'arrivo degli altri cortei della giornata. Anche in questa occasione sarà importante dare uno spazio centrale alla voce delle maestre/i perché possano raccontare il loro lavoro come "vita" vicino alle bambine/i.

Il giorno 18 i genitori promuoveranno l'occupazione di alcuni parchi di Milano e provincia, per manifestare in modo vivace e colorato e nelle forme gestite localmente, l'opposizione ai tagli e la difesa della scuola pubblica.

Il giorno 15 alcune scuole del milanese organizzeranno una notte bianca per la scuola pubblica in sintonia con l'analoga e contemporanea iniziativa bolognese.

L'assemblea ritiene indispensabile un collegamento con il movimento che si sta costruendo a livello nazionale. E dunque invierà una delegazione all'assemblea in preparazione a Roma e delega i referenti dei comitati presenti nella mailing list "nogelmini" a decidere sull'adesione o meno alle proposte che in quella sede emergeranno.

L'assemblea dichiara che oggi si rilancia una lotta di resistenza a difesa della scuola pubblica che non si farà piegare dalle scellerate politiche governative e dalla decretazione d'urgenza e che si impegnerà a resistere tutto il tempo necessario con intelligenza, radicalità, impazienza e allegria.

L'assemblea delle scuole del milanese
8 ottobre 2008

Itis Curie, coordinamento scuole zona 9, Ist. Sraffa, La di Brera, coordinamento scuole di Settimo Milanese, coordinamento lavoratori precari della scuola 3 ottobre, Isc Bottego-S.Mamete, comitati buona scuola di Senago, Ic Martiri S.S.Giovanni, Ic Rovani -Sesto SG, Ist. Galli -Sesto SG, coordinamento scuole di Paderno Dugnano, Isc Munari-via dei Salici -Muggiano, Sms via Maniago, Se Zuara, comitato di Concorezzo Difesa della scuola pubblica, Isc Tolstoj, Itt Gentileschi, comitato genitori/insegnanti di Pieve Emanuele, Ic di Pero, Se Mezzofanti, scuola infanzia Osimo, Se Bergognone/Foppette, primaria Rinnovata Pizzigoni, II circolo Garbagnate, Ic Pasquale Sottocorno, Ist. Zaccaria, Ist. Oriani, Ist. Primaria v.Viterbo, Ics Massa, Ics Massaua, Se Cesari, Ics Vallagarina Quarto Oggiaro, Itc Verri, Itc Moreschi, Isc Diaz, Itis Conti, Isc Mugello-Cipro, Se Cabrini, Isc via Pareto, Isc Cavalieri, Se Ariberto, Ist. Tommaseo-Muggiano, Liceo G.Bruno, scuola d'infanzia via Campania-Melegnano, Se Giusti e Assisi, Itis Molinari, Ist. Cardante, Sms Rinascita, coordinamento scuole rhodensi, Isc. Casa del Sole Parco Trotter, Isc Pini, Se Palmieri, Itc Gadda -Paderno, Se Muzio, Sms Franceschi, Ips Frisi, Se Sant'Elembardo, Se Bergognone-Foppette, Isc Vittorio Locchi, Ic Don Orione, Ic Cavalieri (primaria Ariberto), Se Arcadia, Itis Righi-Corsico, Sms Quintino Olona, Sms Volta-Battisti- Cologno, Se Cilea, materna Ciro del Luca-Bresso, Ce Guicciardini- Bodio, Se Romagna, Se Clericetti, Sms Cairoli, Se Novaro Ferrucci, Ic Basiglio, Im Agnesi, Ist. onn. Lambruschini, Se Confalonieri, Itsos Steiner, Ic Morosini-Manara.