mercoledì 25 febbraio 2009

NAPOLITANO BACCHETTA LA GELMINI

Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano fa un altro passo e, dopo il “no” alla legge express sul caso Englaro, si cimenta in un secondo sgambetto all’esecutivo della libertà. Nel discorso tenuto ieri a Perugia, in occasione delle celebrazioni per i 700 anni dell’Università, il capo dello Stato ha rimesso il dito nella piaga dei tagli all’istruzione pubblica, invitando il governo a rivedere i piani di spesa oramai approvati della riforma Gelmini-Tremonti. Sottolineando il contesto nazionale, che è “di straordinaria difficoltà per via della crisi e dei pesi che l'Italia si porta, tra cui l'ingente debito pubblico”, Napolitano ha espresso l’esigenza di salvaguardare il nostro capitale umano evitando “la dispersione di talenti e risultati del nostro sistema scolastico e universitario, che troppo spesso non sono tradotti in occasioni di lavoro e di sviluppo”.

Un monito che riapre un dibattito ormai dato per defunto dopo il riflusso natalizio dell’onda studentesca e che riporta ai margini delle cronache un problema, quello della scuola pubblica, che è ben lungi dall’essere risolto con le linee guida dello scarno fascicoletto ministeriale. Un esempio recente è l’annuncio della scomparsa definitiva dell’insegnamento all’utilizzo di internet, nelle ore di informatica alle elementari e alle medie: dal prossimo anno scolastico, il taglio delle compresenze alle primarie e la riduzione delle ore di tecnologia alle medie, renderanno praticamente impossibile l’apprendimento dei rudimenti di informatica e internet, cancellando così uno dei pilastri della precedente riforma Moratti, questo a riprova del fatto che i berluscones hanno le idee molto chiare in fatto di istruzione.

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