venerdì 13 febbraio 2009

Disinformati? Bugiardi?

Parere del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione sullo schema di Regolamento concernente la revisione dell’assetto della scuola dell’infanzia e del primo ciclo di istruzione. In sostanza il Regolamento (non ancora assunto in via definitiva) di attuazione della legge 169/08 (Gelmini).

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È ASSOLUTAMENTE INEQUIVOCABILE NELLA CENSURA DEL MINISTERO.
Il CNPI è organismo istituzionale tecnico (non politico) che è chiamato a formulare pareri facoltativi o obbligatori più o meno vincolanti (vedi http://www.pubblica.istruzione.it/dg_ordinamenti/premessa.shtml) “Nei casi di questioni generali in materia di programmazione dello sviluppo della scuola e di contenuti culturali e didattici nonché di riforma di struttura di uno degli ordini scolastici”.

Quindi è obbligatoriamente consultato nel caso delle "riforme", così come la Conferenza Unificata Stato-Regioni.

Il parere espresso oggi NON DA VIA DI SCAMPO A TUTTO L'IMPIANTO DELL'ATTUAZIONE DELLA RIFORMA. Basta leggersi preambolo e conclusioni.

Che sia un covo di disinformati anche il Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione?

giovedì 12 febbraio 2009

'10' politico in pagella per tutti

Cosi’ i docenti delle scuole elementari di Bologna hanno disobbedito ad una delle principali novita’ della riforma scolastica. Al termine degli scrutini di meta’ anno i consigli di classe hanno infatti premiato l’impegno di ogni alunno con un 10 in pagella in tutte le materie

Bologna, 11 febbraio 2009 - A quarant’anni dal ‘68 torna il voto ‘politico’. Con una pagella tutta di dieci e lode per protestare contro il ritorno dei voti numerici voluto dal ministro dell’Istruzione, Mariastella Gelmini. Cosi’ i docenti delle scuole elementari Longhena di Bologna hanno disobbedito ad una delle principali novita’ della riforma scolastica. Al termine degli scrutini di meta’ anno i consigli di classe hanno infatti premiato l’impegno di ogni alunno con un 10 in pagella in tutte le materie. Il voto e’ stato giustificato da un giudizio scritto: “l’alunno possiede conoscenze e competenze esaurienti in relazione alle proprie capacita’. Obiettivi raggiunti in modo personale”.

Il dieci d’ufficio della scuola bolognese, pero’, non e’ solo un modo per protestare contro i cambiamenti imposti dal ministro, ma un chiaro segnale indirizzato alla preside, Ivana Summa. La dirigente scolastica, con un ordine di servizio emanato a dieci giorni dagli scrutini ha infatti obbligato i docenti ad esprimersi con i voti, andando cosi’ contro una delibera del collegio dei docenti, votata all’unanimita’, in cui si stabiliva invece che gli studenti sarebbero stati valutati ancora con i vecchi giudizi.

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LE CONTEMPORANEITA’ NON VENGONO “ABOLITE”, PAROLA DI DUTTO!

A proposito del tempo pieno e del fatto che nella circolare si specifichi che non ci sono le compresenze

A proposito del tempo pieno e del fatto che nella circolare si specifichi che non ci sono le compresenze, Dutto, avallando la preparazione dei dirigenti scolastici che sottolineano l’improrogabilità di far deliberare i Collegi dei Docenti sulla finalità didattiche e pedagogiche delle ore di contemporaneità, garantendole agli alunni dai tagli d’organico, dice:
” Si dice senza compresenze, questo non per abolire i momenti, diciamo, di presenza dei due insegnanti, ma per richiedere che queste compresenze siano finalizzate esplicitamente, cioè mentre prima erano un dato, come dire, garantito, o comunque che poi la scuola gestiva, oggi, anche perché è difficile altrimenti organizzare il servizio scolastico tenendo conto della presenza di due insegnanti, quelle quattro ore in più o le ore che derivano magari dalla presenza dell’insegnante di inglese come specialista o dell’insegnante di religione, queste devono essere esplicitamente finalizzate; quindi, diciamo, una buona gestione da parte delle scuole consente di mantenere l’idea del tempo pieno come progetto educativo e non semplicemente come orario 40 ore, questa è la nostra posizione.”

Alla domanda relativa ai moduli integrativi presentati dai genitori in aggiunta a quelli deliberati dai Consigli d'Istituto“Questi moduli in cui si chiede la compresenza e che possono essere protocollati, hanno un valore?” Dutto risponde:
Questi sono altri moduli con cui la scuola raccoglie le scelte e le preferenze dei genitori, quindi se ci sono altre informazioni o altre richieste, la scuola deciderà, valuterà.

Relativamente alla scelta del modello orario nel modulo di iscrizione approvato nelle singole scuole, Dutto, smentendo completamente le rassicurazioni della Gelmini, dice che alla fine le richieste dei genitori devono fare i conti con il tempo scuola presente nei POF e con gli organici che alla fine verranno comunicati agli istituti :
Questa non è la scelta dei genitori del modello, è una preferenza che il genitore esprime, questo consentirà alle scuole, una volta che ricevono gli organici assegnati all’istituto, di decidere qual è l’offerta formativa reale."

Riguardo al modulo di iscrizione allegato alla circolare, Dutto dice:
Abbiamo dato un modello a titolo meramente indicativo, ci mancherebbe che andassimo oltre l’autonomia delle scuole.

Dall'intervista rilasciata a “RepubblicaTV”

mercoledì 11 febbraio 2009

In quanti in classe con la gelmini?

Analisi dello schema di regolamento recante “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”, approvato dal Consiglio dei Ministri del 18 dicembre scorso.

Lo Schema di Regolamento recante “Norme per la riorganizzazione della rete scolastica e il razionale ed efficace utilizzo delle risorse umane della scuola, ai sensi dell’articolo 64, comma 4, del decreto legge 25 giugno 2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133”, approvato dal Consiglio dei Ministri del 18 dicembre scorso, prevede la formazione delle classi - dall’anno scolastico 2009-‘10 - con un numero maggiore di studenti per aula.


Lo Schema di Regolamento deve ottenere il parere della Conferenza Unificata Stato-Regioni e del Consiglio di Stato, per poi essere pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale come Decreto del Presidente della Repubblica, prima di diventare norma a tutti gli effetti, ma è bene prendersi per tempo per valutare la possibilità di autodifendersi.


Dando per scontata la necessità di proseguire la lotta per il ritiro dell’art. 64 della legge 133, il quale sovrintende ai pesanti tagli previsti dai Regolamenti attuativi, proviamo però a vedere se esiste la possibilità di rendere inapplicabili queste norme.
L’aumento generalizzato del numero degli alunni per classe, se da una parte va a peggiorare la qualità dell’offerta didattica ed educativa, rendendo impossibile l’intervento individualizzato, il recupero in itinere e la lotta alla dispersione scolastica, dall’altra rappresenta un attentato al benessere a scuola e alla sicurezza.


I nuovi parametri per la formazione delle classi, infatti, confliggono con le norme previste dal D.M. 18 dicembre 1975 (Norme tecniche aggiornate relative all’edilizia scolastica, ivi compresi gli indici minimi di funzionalità didattica, edilizia ed urbanistica da osservarsi nella esecuzione di opere di edilizia scolastica) e dal D.M. 26 agosto 1992 (Norme di prevenzione incendi per l’edilizia scolastica).


Scuola per scuola, plesso per plesso, in sede di formazione delle classi, dobbiamo controllare, puntando sulla contraddizione che il Dirigente Scolastico è responsabile dei tagli (comma 5 dell’art. 64 della legge 133) e del rispetto dei parametri relativi alla formazione delle classi conseguenti ai tagli (comma 6 dell’art.4 dello Schema di Regolamento in questione), ma è anche responsabile della sicurezza come datore di lavoro, ai sensi della 626 (ora Decreto Legislativo 81 del 2008).

in dettaglio negli articoli a seguire>>>>

martedì 10 febbraio 2009

Ecco come la Moratti fa da sponda alla Gelmini.


A Milano si sta preparando l'ingresso del "maestro unico" nelle scuole dell'infanzia


Il 3 febbraio è stata pubblicata a Milano la circolare per le iscrizioni alle scuole dell'infanzia comunali per l'a.s. 2009/2010.

Confrontando la circolare di quest'anno con quella dello scorso anno si notano delle differenze non trascurabili a proposito di "ORARI E FREQUENZA".
Ecco i due testi a confronto.

Circolare N. 20 del 17 dicembre 2007

ORARI E FREQUENZA

La Scuola dell’Infanzia funziona dal lunedì al venerdì, dalle 9,00 alle 16,00, nei periodi previsti dal calendario scolastico redatto dall’Amministrazione Comunale, con possibilità di uscite anticipate alle 14.00 o alle 15.00. Solo in casi particolari e documentati è prevista, previa autorizzazione della Responsabile del Servizio, la possibilità di uscita durante le attivitá.
E’ altresì prevista un’anticipazione e/o prolungamento, dalle 7,30 alle 18.00, dell’orario base, su motivata richiesta della famiglia.

Circolare N. 2 del 3 febbraio 2009

ORARI E FREQUENZA

La Scuola dell’Infanzia funziona dal lunedì al venerdì, dalle 8.00 alle 18.00, nei periodi previsti dal calendario scolastico redatto dall’Amministrazione Comunale.
L’orario di funzionamento è di 10 ore giornaliere.
Su richiesta delle famiglie in fase di iscrizione e sentito il Consiglio Scuola, l’apertura può essere anticipata alle 7.30. Sempre in fase di iscrizione, i genitori possono scegliere orari diversificati con uscita alle 13.00/13.30, alle 16.00/16.30 o alle 17.30/18.00

L'offerta delle 25 ore settimanali in alternativa alle 40 o 50 si sta concretizzando, in altri termini questo vuol dire che si sta preparando l'ingresso del "maestro unico" nelle scuole dell'infanzia. Il Comune di Milano vuole generalizzare il servizio a costo zero riducendo il tempo a scuola.

Ecco come la Moratti fa da sponda alla Gelmini.

Milano, 10 febbraio 2009

Mario Piemontese

lunedì 9 febbraio 2009

IO CI SARO'

Il 14 febbraio in piazza Duomo si chiuderà la campagna delle "Segreterie della Buona Scuola" lanciata dall'Assemblea delle scuole del milanese. APPELLO.



Il 14 febbraio in piazza Duomo si chiuderà la campagna delle "Segreterie della Buona Scuola" lanciata dall'Assemblea delle scuole del milanese.
Una campagna che si oppone al processo di distruzione della scuola pubblica avviata dal governo Berlusconi con i suoi ministri Gelmini e Tremonti e che ha visto il popolo della scuola dire con chiarezza che l'istruzione, per tutti e per tutte, è un bene comune e l'impoverirsi di questa risorsa impoverirà l'intera società.

Oggi insieme alla scuola pubblica sono oggetto di un attacco massiccio tutti i settori del sapere, della ricerca e del pensiero produttore di conoscenza; anche la Storia del nostro paese viene smontata e riscritta cancellando la memoria e svilendo addirittura alcuni principi fondanti della nostra Costituzione.

A Milano lo sgombero del Conchetta e quello annunciato dell'ambulatorio popolare di Via dei Transiti è indice di una situazione di assoluta chiusura di una parte di questa città nei confronti del lavoro invisibile dell'intelligenza, verso quei luoghi in cui la società si sogna, si inventa e sperimenta i modi e le forme del fare cultura, solidarietà, integrazione.

Non vogliamo rassegnarci alla lenta agonia di una città, la nostra, che ha in sé, nella sua storia, nelle sue donne e uomini la capacità di ricominciare a vivere, a desiderare e a pensare.

Per questo il 14 febbraio dalle 15 alle 19 e anche oltre, vorremmo trasformare piazza Duomo in un luogo di incontro dove tutte le realtà, le persone, le associazioni, i gruppi che esprimono quotidianamente questa volontà rendano viva la piazza e la città ciascuno con le proprie modalità, con la propria creatività, la propria storia, la propria passione.
Vorremmo che il 14 febbraio piazza del Duomo sia di tutti quelli che non si rassegnano a veder morire Milano, soffocata dall'egoismo, dall'ignoranza, dal razzismo e dalla xenofobia...

Noi amiamo la scuola pubblica: non ci stancheremo... si stancheranno prima loro!

Noi ci saremo


Quelle e quelli di Retescuole