E’ iniziata la grande campagna di comunicazione per annunciare all’opinione pubblica ed in particolare alle famiglie interessate alle iscrizioni scolastiche le caratteristiche della salvifica riforma concepita dal governo Berlusconi con l’ausilio della prolifica coppia Gelmini-Tremonti.
Data la dimensione di massa che ha raggiunto nel paese l’opposizione al progetto governativo giustamente percepito, per quello che gli stessi artefici dichiaravano, come un deliberato attacco alla qualità attuale e al futuro della scuola pubblica, la comunicazione normalizzatrice governativa doveva essere, come si sta dimostrando, massiccia e spregiudicata.
Spregiudicata soprattutto nel senso di dare come già vigenti norme che debbono ancora completare il loro iter prima di apparire sulla Gazzetta Ufficiale, prima cioè di poter sostituire le norme di legge vigenti. Ad esempio nessuno può escludere che il Consiglio di Stato si accorga che la legge 133/08 al suo articolo 64 non concede nessuna delega al governo per trattare della scuola dell’Infanzia e tantomeno degli anticipi delle iscrizioni che la riguardano. Non è sicuramente istituzionalmente corretto operare come se i pareri del Consiglio di Stato, del CNPI e della Conferenza Unificata Stato Regioni siano già stati espressi in modo favorevole o comunque totalmente ininfluente. Ciò è già avvenuto per il Piano programmatico che è stato, a quanto ci dicono le premesse degli Schemi di Regolamento approvati il 18 dicembre 2008, presentato a quel Consiglio dei Ministri, nella stesura rappresentata nello Schema inizialmente sottoposto ai previsti pareri.
Segue sul sito di Scuola Oggi>>>>
Data la dimensione di massa che ha raggiunto nel paese l’opposizione al progetto governativo giustamente percepito, per quello che gli stessi artefici dichiaravano, come un deliberato attacco alla qualità attuale e al futuro della scuola pubblica, la comunicazione normalizzatrice governativa doveva essere, come si sta dimostrando, massiccia e spregiudicata.
Spregiudicata soprattutto nel senso di dare come già vigenti norme che debbono ancora completare il loro iter prima di apparire sulla Gazzetta Ufficiale, prima cioè di poter sostituire le norme di legge vigenti. Ad esempio nessuno può escludere che il Consiglio di Stato si accorga che la legge 133/08 al suo articolo 64 non concede nessuna delega al governo per trattare della scuola dell’Infanzia e tantomeno degli anticipi delle iscrizioni che la riguardano. Non è sicuramente istituzionalmente corretto operare come se i pareri del Consiglio di Stato, del CNPI e della Conferenza Unificata Stato Regioni siano già stati espressi in modo favorevole o comunque totalmente ininfluente. Ciò è già avvenuto per il Piano programmatico che è stato, a quanto ci dicono le premesse degli Schemi di Regolamento approvati il 18 dicembre 2008, presentato a quel Consiglio dei Ministri, nella stesura rappresentata nello Schema inizialmente sottoposto ai previsti pareri.
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