Retescuole farà partire da sabato 24 gennaio la «Campagna della buona scuola»
Banchetti davanti agli istituti, un gazebo e due camper gireranno la città per spiegare le ragioni della protesta
E ora? «E ora inizia la guerra ». Anche se la circolare sulle iscrizioni è stata pubblicata, «non ci diamo per vinti», dicono i genitori di Retescuole. Mamme e papà contro il maestro prevalente, i voti al posto dei giudizi, gli anticipi (in classe a 5 anni). Pronti a scendere in piazza per una nuova stagione di proteste: tre settimane in difesa «della buona scuola ». Obiettivo: «Rivogliamo le compresenze». Il nodo, come sempre, è il tempo pieno. Nonostante i tagli, il ministro Mariastella Gelmini è riuscito a conservare lo schema delle 40 ore settimanali per le elementari. «Ma — accusano insegnanti e famiglie — il modello pedagogico è stato completamente snaturato: mancano le compresenze».
Addio allo schema dei due maestri impegnati contemporaneamente con i ragazzi per quattro ore settimanali. La circolare del 16 gennaio dice così: «Per le prime classi sarà introdotto l'insegnante unico di riferimento». Quindi: «Le prime possono essere formate a 24 ore; a 27; a 30; a tempo pieno, con 40 ore e con due docenti, senza le compresenze, assicurando comunque l'assistenza alla mensa». Stessa cosa per le classi successive. Una maestro per 22 ore settimanali, uno per 14. «Le compresenze — spiega Mario Piemontese, tra i leader di Retescuole — servono per intervenire sulle situazioni più difficili: solo con due insegnanti è possibile lavorare su gruppi più piccoli e fare attività di recupero». Il timore, dicono ancora i genitori, è che si torni a «scuola del mattino» e «scuola del pomeriggio», soprattutto alle medie.
Tempo pieno, un rebus da risolvere. E che divide: chi accoglie con favore le novità introdotte dal ministro Gelmini, chi annuncia nuove manifestazioni. Retescuole farà partire da sabato la «Campagna della buona scuola»: «Chiederemo alle famiglie — spiega Alberto Ciullini, altro fondatore del movimento — di integrare il modulo di iscrizione con la richiesta delle compresenze ». Tre settimane «per salvare il tempo pieno»: davanti agli istituti saranno sistemati banchetti informativi, due camper gireranno per la città spiegando le ragioni della protesta, saranno organizzate assemblee, un gazebo in piazza Duomo coordinerà le attività. La campagna partirà sabato pomeriggio da piazza della Scala e terminerà il 14 febbraio. «Consegneremo migliaia di firme all'ufficio scolastico regionale». Ma sul tema anche la direzione didattica si sta muovendo: per domani a Roma è previsto un incontro sugli organici destinati alla Lombardia. Uomini e risorse. Il vero problema.
Annachiara Sacchi
19 gennaio 2009
Banchetti davanti agli istituti, un gazebo e due camper gireranno la città per spiegare le ragioni della protesta
E ora? «E ora inizia la guerra ». Anche se la circolare sulle iscrizioni è stata pubblicata, «non ci diamo per vinti», dicono i genitori di Retescuole. Mamme e papà contro il maestro prevalente, i voti al posto dei giudizi, gli anticipi (in classe a 5 anni). Pronti a scendere in piazza per una nuova stagione di proteste: tre settimane in difesa «della buona scuola ». Obiettivo: «Rivogliamo le compresenze». Il nodo, come sempre, è il tempo pieno. Nonostante i tagli, il ministro Mariastella Gelmini è riuscito a conservare lo schema delle 40 ore settimanali per le elementari. «Ma — accusano insegnanti e famiglie — il modello pedagogico è stato completamente snaturato: mancano le compresenze».
Addio allo schema dei due maestri impegnati contemporaneamente con i ragazzi per quattro ore settimanali. La circolare del 16 gennaio dice così: «Per le prime classi sarà introdotto l'insegnante unico di riferimento». Quindi: «Le prime possono essere formate a 24 ore; a 27; a 30; a tempo pieno, con 40 ore e con due docenti, senza le compresenze, assicurando comunque l'assistenza alla mensa». Stessa cosa per le classi successive. Una maestro per 22 ore settimanali, uno per 14. «Le compresenze — spiega Mario Piemontese, tra i leader di Retescuole — servono per intervenire sulle situazioni più difficili: solo con due insegnanti è possibile lavorare su gruppi più piccoli e fare attività di recupero». Il timore, dicono ancora i genitori, è che si torni a «scuola del mattino» e «scuola del pomeriggio», soprattutto alle medie.
Tempo pieno, un rebus da risolvere. E che divide: chi accoglie con favore le novità introdotte dal ministro Gelmini, chi annuncia nuove manifestazioni. Retescuole farà partire da sabato la «Campagna della buona scuola»: «Chiederemo alle famiglie — spiega Alberto Ciullini, altro fondatore del movimento — di integrare il modulo di iscrizione con la richiesta delle compresenze ». Tre settimane «per salvare il tempo pieno»: davanti agli istituti saranno sistemati banchetti informativi, due camper gireranno per la città spiegando le ragioni della protesta, saranno organizzate assemblee, un gazebo in piazza Duomo coordinerà le attività. La campagna partirà sabato pomeriggio da piazza della Scala e terminerà il 14 febbraio. «Consegneremo migliaia di firme all'ufficio scolastico regionale». Ma sul tema anche la direzione didattica si sta muovendo: per domani a Roma è previsto un incontro sugli organici destinati alla Lombardia. Uomini e risorse. Il vero problema.
Annachiara Sacchi
19 gennaio 2009
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