lunedì 15 dicembre 2008

Il mio maestro unico

il racconto di Donato Salzarulo Il mio maestro, informazioni e valutazioni sull’incontro Governo-sindacati dell’11 dicembre, segnalazioni, appelli

[...]

Il mio maestro
di Donato Salzarulo

(Il mio maestro nasce sull’onda del movimento di protesta anti-Gelmini. Tra le pagine circola affetto nei confronti di una persona che si è preso cura di un allievo, ma l’esperienza educativa, svoltasi in un tempo e in un luogo e con precise modalità, mostra tutti i suoi limiti psico-pedagogici, didattici e culturali. I momenti più felici e più significativi, si sostiene, sono quelli in cui la relazione educativa è altro: assistenza in Biblioteca, timbratura di libri al Patronato, passeggiata, ecc.
Pur con tutta la nostalgia per la propria infanzia e per le persone incontrate, se ne deve concludere che il “maestro unico” era soluzione educativa ed organizzativa inadeguata già negli anni Cinquanta-Sessanta, in un paese prevalentemente agricolo e culturalmente autoritario. Figurarsi oggi, nella “società della conoscenza”!)

Ho avuto un maestro unico. Ho avuto uno dei maestri migliori del mio paese. Forse il migliore in assoluto. E l’ho avuto – che culo! – per cinque anni, dalla prima alla quinta, dal primo ottobre 1955 al trentuno maggio 1960.
Aveva tra l’altro un cognome su misura: Lapenna. Antonio Lapenna. Esattamente come l’omonimo ancora vivo, il grande latinista che insegna all’Università di Firenze. Anche lui del mio paese. Bisaccia, modestia a parte, è fucina di cervelli!
Quindi, ho avuto un maestro unico. Un maestro rimasto celibe per tutta la vita, un maestro che abitava nella casa della sorella Resuccia (diminutivo credo di Teresa). Anzi “zia Resuccia” perché, come ho scritto in altre pagine, al mio paese tutti i fanciulli chiamavano zii gli adulti. Il maestro ovviamente era il Signor Maestro.

Segue sul sito "la poesia e lo spirito">>>

Nessun commento: