martedì 9 dicembre 2008

Dalla parte di voi ragazzi

di Tania Pascucci

Lunedì primo dicembre, ore 8.00. Arrivo, come di consueto, all’ingresso della succursale del Liceo Scientifico “F. Enriques” di Livorno, Via Calafati; il vento, lì sul mare, imperversa, e quando scendo dalla macchina per raggiungere i cancelli della scuola ho i brividi. Gli studenti si stanno organizzando per la loro manifestazione, non sono molti, per la verità, dentro di me penso che è probabile che il loro corteo si riveli un “flop” e mi scappa detto: “ma dove andate con questo tempo?”, non attendendo una loro risposta. Ma dentro di me il dialogo con loro continua e gli dico: “ma dove volete stare meglio oggi, con questa bufera, se non in una scuola calda e accogliente (si fa per dire)? Lasciate per un po’ la piazza e venite a istruirvi, perbacco! Rischiate di ammalarvi e basta.”
Entro nell’edificio e scopro che il secondo piano è completamente allagato; la mia classe è vuota, eppure ai cancelli ho intravisto solo tre mie studentesse intenzionate a manifestare. Mah! L’egocentrismo tipico dei docenti che, come me, credono di svolgere un’utilissima funzione per la società, mi assale e comincio a valutare quest’assenza collettiva come una sorta di attacco personale, un affronto al mio lavoro (“che palle, mamma” direbbe mia figlia di dodici anni). In realtà valuto anche la possibilità di una riuscita della loro mobilitazione, poi in fondo sono anni che non li vedevo così convinti e impegnati, direi dai tempi del social forum a Firenze.

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