Le sviste del governo su scuola e università producono i primi effetti. Salta, per il 2009, la chiusura delle scuole con meno di 50 alunni, l'obbligo per le Regioni di presentare il piano entro il 30 novembre 2008 ed il conseguente commissariamento per quelle inadempienti. Tutto rinviato al 2010, ma solo con l'accordo degli enti locali. L'emendamento è stato presentato ieri dal relatore della maggioranza al Senato.
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Vediamo ora cosa accadrà nel mondo della scuola. Dopo l'opposizione compatta di Regioni, Province e Comuni al ridimensionamento delle scuole, il governo ha fatto chiaro passo indietro. Ora è necessario aprire un confronto con il governo per discutere la riorganizzazione dei servizi scolastici - commenta il presidente della Conferenza dei governatori Vasco Errani - fermo restando il carattere irrinunciabile del diritto allo studio". Bocce ferme dunque, ma è stato rinviato il piano di riduzione degli istituti scolastici, resta in piedi il progetto del maestro unico alle elementari: 10 mila posti in meno nel 2009. Ma cosa succederà l'anno dopo quando verranno concordati gli accorpamenti? Il rischio è che molti maestri unici si trasformeranno in esuberi.
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