martedì 3 febbraio 2009

La scuola tagliata


In onda su RAI3
domenica 8 febbraio 2009 alle 21.30 a
Presadiretta

LA SCUOLA TAGLIATA

Protagonista della seconda puntata di Presadiretta è la Scuola, afflitta dai suoi mali cronici, alle prese con le novità della riforma Gelmini. Un racconto a più mani che restituisce la complessità del mondo della scuola a diverse latitudini: dalla molteplice realtà italiana al modello formativo svedese.
Il nostro viaggio si aprirà con un’inchiesta di Domenico Iannacone sui precari della scuola. Le telecamere si accendono sui pendolari che per raggiungere il posto di lavoro si spostano per l’Italia, per pochi euro, ad orari impossibili, su treni di discutibile efficienza e prosegue con altri precari che, pur di non perdere il posto in graduatoria e rimanere disoccupati, finiscono nelle torbide maglie dei “diplomifici”. Il servizio di Iannacone mostra inoltre un’altra incongruenza strutturale: edifici scolastici moderni e attrezzati, ma mai utilizzati per cavilli burocratici messi a confronto con fatiscenti aule scolastiche ricavate all’interno di condomini.

L’inviato Vincenzo Saccone ci restituisce poi la passione e le lotte di una “Preside coraggio” che si batte affinché i ragazzi di una periferia degradata campana possano attraverso la scuola riscattare la loro difficile condizione. In questo microcosmo sfilano bidelli rassegnati, insegnanti sconfitti, ragazzi demotivati, figli di storie drammatiche, e lei, la preside, che lotta contro tutto ciò.

Insieme a Riccardo Iacona scopriamo invece realtà scolastiche positive: partiamo dalla Svezia dove in una scuola alla periferia di Stoccolma si investe con i migliori insegnanti e le migliori risorse proprio sulla formazione degli studenti stranieri, per tornare infine in Italia dove accompagnato da Sabrina Carreras, Iacona ci mostra il modello emiliano, in particolare quello di una scuola di Bologna, un esempio di eccellenza, che rischia però di essere messo in discussione dalla recente riforma Gelmini.

2 commenti:

Anonimo ha detto...

>Io non mi arrendo, non mi fermo!
>io non mi faccio imbavagliare dai Sindacati e dal Ministero e finchè vivo in
una Repubblica democratica, io continuo a lottare per un mio diritto.
>Io non permetto che qualcuno possa impedire ad un essere umano di realizzare
la propria vita!
>Non è giusto chiedere ad una persona di scegliere tra il proprio marito, la
propria famiglia e un lavoro ottenuto a prezzo di grandi sacrifici.
>Sono 10 anni che insegno nella provincia di Bari (cambiando scuola ogni anno
anche nell'ambito della stessa provincia! alla faccia della continuità!) e oggi
voglio cambiare provincia, non per rubare il lavoro ad un altro, ma per stare
>vicino a mio marito che vive e lavora a Torino.
>Io mi rivolgo a tutti e soprattutto a voi colleghi precari come me e vi
chiedo di lottare tutti insieme per un nostro diritto e di impedire di
distruggere la mia famiglia e di ledere, così, un diritto sancito dalla
Costituzione, quello della libertà personale!
>Permettiamo, almeno, a chi deve ricongiungersi al proprio coniuge di
trasferirsi da una provincia all'altra senza essere penalizzato!
>
>Milena

Anonimo ha detto...

Caro Direttore,
sono un docente di Lettere della Scuola Secondaria di Primo Grado
(scuola media) della provincia di Foggia, tornato qui per motivi
familiari e con la volontà di tornare a Milano dove c’è la mia ragazza
per poter costruire una famiglia; e nella mia stessa situazione si
trovano anche padri e madri di famiglia che vogliono ricongiungersi ai
propri cari o figli che vogliono spostarsi per assistere i genitori
malati, come è successo anche a me.
Il giorno prima dell’entrata in aula per votare la fiducia a quello
che sarebbe diventato il decreto Gelmini la Lega ha esercitato
pressioni portando all'annullamento arbitrario del comma 4 dell'art. 5
bis della riforma Gelmini, per intenderci quello che permetteva il
cambio di provincia da parte di noi insegnanti senza penalizzazioni,
azione arbitraria attuata dalla Lega appunto sotto la minaccia di non
votare la fiducia alla Camera in quanto non volevano al Nord più
insegnanti "terroni" (mi passi il termine).
Il 6 novembre, dopo ricorso presentato dall’ANIEF, il Tar del Lazio
(sentenza n. 10809) si è espresso favorevolmente a proposito del cambio
di provincia senza alcuna penalizzazione ritenendo il tutto illegittimo
e limitante la libertà di noi cittadini italiani ed europei. Ma il MIUR
sembra non voler recepire quanto stabilito dal Tar e dal Consiglio di
Stato espressosi alla stessa maniera, cioè favorevolmente, quando gli
fu chiesto un parere informale, non ricordo con precisione
Ma poi mi chiedo ancora: è possibile che, con una sentenza la quale
altro non fa che GARANTIRE E RIBADIRE IL RISPETTO DEI DIRITTI
INVIOLABILI DELLA COSTITUZIONE ITALIANA ED EUROPEA, dobbiamo ancora
“combattere” contro questo Ministero che ci ha tolto tutto (posti di
lavoro, fondi e diritto al contratto a tempo indeterminato) e ci ha
condannati al precariato a vita nella situazione attuale, CI TOLGA
ANCHE LA POSSIBILITÀ DI SCEGLIERE DOVE ANDARE A VIVERE DI STENTI?
Gran parte di sindacati, che in passato si erano espressi contro la
chiusura, sotto la minaccia dei loro iscritti del Nord di ritirare le
tessere hanno fatto pressioni sul Ministero affinchè lasciassero le
"regole" (come le chiamano loro) così come sono.
Le regole vanno rispettate, è vero; sono il primo a pensarla così ed è
questo che insegno ai miei ragazzi, altrimenti si andrebbe allo sbando.
Ma perché le regole siano valide bisogna che ENTRAMBE LE PARTI LE
RISPETTINO! E’ vero, c’era stato il blocco delle graduatorie, anche se
illegittimo e non perché lo diciamo noi ma ci sono le Costituzioni
Italiana ed Europea oltre al CCNL; ma accantoniamo un attimo il
principio di incostituzionalità, che comunque resta fondamentale,
sancito anche dal TAR e non da me!
Le graduatorie erano state “congelate” dal momento che IL GOVERNO SI
IMPEGNAVA AD EFFETTUARE 150.000 ASSUNZIONI! Questo “patto”, mi si passi
il termine improprio, era stato sottoscritto al momento del
trasferimento o dell’aggiornamento del 2007. QUINDI LA “CONDICIO SINE
QUA NON” ERANO LE IMMISSIONI!
Ma perché le regole, come le chiamano precari e sindacati del Nord,
siano valide è CONDIZIONE INDISPENSABILE CHE ENTRAMBE LE PARTI LE
RISPETTINO “IN TOTO” e non in parte!
Nel momento in cui una delle due parti non attua ciò che si era
impegnata a realizzare, LE COSIDDETTE REGOLE “SALTANO” E NON HANNO PIU’
MOTIVO DI ESSERCI E DI ESSERE RISPETTATE!
E’ TROPPO COMODO NON RISPETTARE LE REGOLE CHE NON CI CONVIENE
RISPETTARE (non immettendo in ruolo) E ATTUARE SOLO QUELLA CHE
ACCONTENTENTA UNA MINIMA PARTE DI CITTADINI (continuare a bloccare i
trasferimenti) NONOSTANTE SIA CONTRO LE LEGGI!
LA COSTITUZIONE NON E’ UN’OPINIONE!!! ED I TRIBUNALI NON SONO
BANCARELLE!!!
E sono balle quelle di alcuni sindacati che intanto vorrebbero
bloccare il trasferimento e poi provvedere alle immissioni in ruolo:
QUESTA E’ SOLO UTOPIA; NON CI SARANNO QUELLE IMMISSIONI E NON SO SE
CONTINUERANNOANCHE AD ESSERCI!
L’ho capito anche io che sono un povero insegnante PRECARIO,
IGNORANTE, FANNULLONE E PER GIUNTA DEL SUD, come sono e siamo stati
definiti tempo fa.
La mia vita, così stando le cose, è rovinata: e con me quella di
tantissimi docenti, la maggior parte, che non potranno più riunirsi
alle famiglie; madri e padri di famiglia distrutti e combattuti tra la
scelta di continuare a lavorare lontano da casa o tornare dai propri
cari e fare i disoccupati.
Chi si trasferisce NON VIENE A TOGLIERE IL LAVORO A NESSUNO!
IL LAVORO VE LO TOGLIE CHI NON IMMETTE IN RUOLO I 150.000 PRECARI O
CHI OPERA TAGLI INOPINATAMENTE.
QUINDI SMETTIAMOLA DI PRENDERCELA CON LE PERSONE SBAGLIATE: i precari
non hanno il potere di decidere chi deve lavorare e chi no! L’unico
“potere che ci resta”, DATO CHE SI SVENTOLA TANTO LA MERITOCRAZIA, è
quello di scegliere DOVE FARE I PRECARI e DOVE LAVORARE, IN BASE AD UN
PUNTEGGIO NON REGALATOCI DA NESSUNO!
LASCIATECI ALMENO QUESTA LIBERTA’!

Spero che affronterà anche questo argomento stasera... Se necessario
la autorizzo a citare le mie osservazioni, che in fonodo sono quelle
della gran parte dei precari: su 300.000 più di 260.000 sono
interessati a spostarsi; veda lei se questa è democrazia o oligarchia.

Coridali Saluti